Il 2014 si chiude con una bella gita a Milano e una foto un po' autoreferenziale, ma, portate pazienza, era la prima volta che mi ritrovavo alla Feltrinelli di Piazza Duomo!
È arrivato il momento del secondo bilancio dell'anno, quello tradizionale dei libri e dei film/telefilm che hanno segnato il mio anno.
Visioni
Quest'anno, causa i mille impegni, sono andata al cinema infinitamente meno di quanto avrei voluto. L'esempio l'ho avuto in questi giorni. Un film che voglio fortemente vedere (L'amore bugiardo), lo scopro relegato in orari infami, una sera ci sono gli auguri da fare, una sera ci vince il freddo e il sonno, una sera non si sta bene e così via fino a che non lo troviamo più in cartellone.
Poco male. Qui vicino resiste ora e sempre, come Asterix in Gallia, una delle ultime videoteche, gestita anche con non comune gusto cinefilo. Un po' più tardi del dovuto, magari su uno schermo che non ha reso onore, ma alla fine il cinema non mi è mancato e, tirando le somme, non è stato un anno affatto male.
Ormai non distinguo più tra cinema e televisioni. Sono tutte quante storie a schermo e queste sono quelle che hanno segnato il mio 2014:
Secondo anno di fila segnato da Wes Anderson che ha smesso di essere "un regista da seguire" per diventare "un regista da non perdere". Come dicevo nella recensione, sembra aver trovato la ricetta della leggerezza perfetta. Presenta una surrealtà agrodolce e quell'apparente semplicità dei grandi trucchi di magia, che sembrano eseguiti con genuina facilità, ma nascondono una mostruosa perizia tecnica.
Ripensandoci a distanza di mesi, non c'è proprio luogo del 2014 dove tornerei con più piacere del Gran Budapest Hotel!
Secondo posto per una serie televisiva che si è imposta per il suo fascino infinito.
Ci ripenso a distanza, dopo le polemiche sul vero o presunto plagio, sul finale che però non torna... E penso: chissenefrega! Non è una serie che possa essere inquadrata solo solo dalla (im)perfezione della trama o da qualche riga scopiazzata in sceneggiatura. È una serie in cui tutti i comparti, regia, fotografia, recitazione, scrittura, mirano alle massime suggestioni possibili. Ogni gesto, ogni inquadratura si apre a mille sfumature, mille interpretazioni. E sì, alla fine è solo la solita vecchia storia, con quel finale un po' così, come tutti i finale. Perché da sempre vale più il viaggio della meta. Ed è stato un gran bel viaggio, uno di quelli in cui alla fine ci si scopre diversi
3- (parimerito) Wolf children
Chi l'avrebbe detto che mi avrebbe conquistato il cuore un cartone animato giapponese non di Miyazaki? Ok, l'animazione non è allo stesso livello, ma questa madre single di due piccoli bimbi-lupi è una di quelle eroine che rimane dentro.
Forse la miglior storia sull'essere madre che abbia mai visto, che dice tutto sulla necessità di proteggere e di lasciare andare. Da vedere
3- (parimerito) La fine del mondo
La genialità più pura che si presta a fare l'elogio della massima stupidità.
In tutta la sua follia, un ottimo film di fantascienza, con una semplice variante: il campione dell'umanità è un alcolista impegnato a fare il giro dei pub della sua città. Anche questo è da vedere
Letture
Meno intense le letture del 2014, che pure sono state molte, tra saggistica (devo inserirli tutti i manuali letti per il PAS?), fumetti, racconti e romanzi. Molte riconferme, molte letture piacevoli, molti bei libri italiani, tanti di autori che conosco, pochi romanzi, però, da folgorazione.
Ecco la mia classifica. Come sempre mi rivelo lettrice eclettica, l'unica cosa che questi tre romanzi hanno in comune è la lunghezza...
1- IT
Forse l'unica vera folgorazione del 2014. Un libro che avrei dovuto leggere molto tempo fa, ma l'idea del pagliaccio demoniaco mi aveva sempre lasciata perplessa.
Funziona, invece. Funziona alla grande.
Scrivevo l'anno scorso a proposito de Le ultime gocce di vino, della stessa autrice, "il miglior romanzo sull'antica grecia che abbia mai letto". Questo perché non avevo ancora letto questo.
Se Le ultime gocce di vino ha l'ineluttabile limpidezza di una tragedia di Eschilo, qui c'è tutta la complessità e i chiaroscuri di Euripide. Il V secolo a.C., del resto, volge al termine, e l'autrice riesce a portarci nel cuore di un'epoca di crisi e cambiamento, senza sminuirne la complessità politica, filosofica, letteraria e religiosa. Un romanzo che è riuscito persino a farmi rappacificare con Platone (che al liceo consideravo un nobile viziato e nostalgico).
A distanza di mesi, rimane la gratitudine verso Castelvecchi per averlo riproposto e la somma perplessità verso una quarta di copertina che parla di "una storia d'amore proibita" che nel romanzo non c'è, neppure come accenno.
Lettura dell'ultimissimo minuto che si aggiudica di forza la terza piazza.
Sanderson è l'autore che negli ultimi anni più riesce a tener desto il mio senso del meraviglioso, con ambientazioni inusuali e trame ad orologeria.
Secondo romanzo di una saga che si presenta infinita non lascia sul palato alcun retrogusto di incompletezza, anzi. Ormai inizio a fiutare qualche colpo di scena anche in Sanderson e non rimango più a mascella spalancata, ma mi godo ancora di più la complicata architettura della trama.
Il fantasy così come deve essere scritto.
Con queste mie classifiche, vi lascio ai festeggiamenti per l'arrivo del 2015.
Il blog si prende qualche giorno di pausa per riposo/studio.
Ci si rilegge nell'anno nuovo.