È da un po' che non scrivevo più di libri, qui, preferendo le mini recensioni su Instagram o Facebook. Ogni tanto, però, capitano dei libri su cui vale la pena soffermarsi. E l'estate è il momento migliore per consigliare libri, sopratutto quelli meno conosciuti
Ecco dunque tre libri sorprendenti, molto diversi tra loro, che mi sento di consigliare per la vostra estate. Sono accumunati, però, da due caratteristiche, la brevità e, sopratutto, lo sguardo femminile delle protagoniste, donne ai margini della storia, che la sanno guardare e raccontare in modo differente
La madre del titolo è una donna che giganteggia per tutto il romanzo, aleggia sugli altri personaggi, si impone nell'immaginario del lettore. È una donna di origini umilissime, di fatto violentata da un vecchio parente che si è trovata a sposare. Subito vedova ha iniziato a vivere per il figlio, Paulo, che riesce a far entrare nel seminario in cui lavora come serva. Attraverso Paulo, ottiene il suo riscatto sociale. Tornare nel suo paese natale, nella Sardegna profonda di inizio secolo come la madre del parroco. Ma qui succede qualcosa di inimmaginabile per la donna. Paulo si innamora dell'unica donna nubile di buona famiglia del paese. E qui la madre entra in crisi. Perché la cosa più razionale da fare è riportare Paulo sulla retta via, perché uno scandalo in quel contesto sociale è inimmaginabile. Ma si insinua il dubbio. Non è forse degno di amare, il suo Paulo, degno di essere amato da una donna a cui non riesce a muovere davvero una critica? Ecco che nel profondo della Sardegna di inizio secolo nel cuore di una donna che non ha mai messo in dubbio le regole di una società che nei suoi confronti è sempre stata durissima, si insinua il dubbio. E il dubbio (il vento?) è l'altro grande protagonista del libro. Il dubbio che la via seguita non sia l'unica giusta, che ci sia altro, pulsioni antiche e profonde, quelle del cuore, ma anche quelle del passato, i fantasmi, a cui non ci si possa sottrarre. Un mondo che si fa di colpo più sfumato e complicato. Il tutto è raccontato in una stile estremamente cinematografico, come se fosse un enorme piano sequenza. Scopriamo così i tentennamenti di Paulo, prete per professione, senza vera fede persino quando tutti asseriscono che abbia compiuto un miracolo, l'improvviso arrogarsi di un ruolo da protagonista della donna da lui amata, i sogni ancora inconsapevoli delle conseguenze di un ragazzetto che vuole farsi prete.
Ho trovato questo romanzo estremamente moderno, sia nello stile che nei personaggi. Un dramma, alla fine, quello di Paulo, ancora attuale e quello dell'autrice uno sguardo sulla società di grande lucidità. Se non avete ancora letto questo libro, fatelo. Se non avete ancora letto Grazia Deledda scegliete questo romanzo.
Venivamo tutte per mare – Julie Otsuka, Bollati Bordighieri editore
Libro esile, ma assai particolare, questo, che regala un significato tutto nuovo alla definizione di "romanzo corale".
Si tratta dell'unico romanzo che io abbia mai letto scritto alla prima persona plurale. "Noi" sono le immigrate giapponesi negli USA tra le due guerre. La Otsuka prova a costruire una sorta di narrazione collettiva, come se le voci di tutte le donne arrivate per mare, spose per procura si mescolassero e si uniscono. Ogni tanto ne emerge una. Una di noi... inizia un paragrafo. Un'altra di noi... Le storie si intrecciano, si mescolano, si confondono. Destini diversi, alcuni tragici, altri felici, accomunati dalla nostalgia per la terra natale, il lento, ma inesorabile perdere contatto con le proprie radici, il tentativo, a volte riuscito e a volte no, di costruirsi una vita diversa, forse migliore. E poi figli che sono in parte figli di una nuova terra, che hanno per lingua madre un'altra lingua, che non conoscono, non capiscono e spesso rifiutano le tradizioni materne. Storie di immigrazioni così diverse e così simili a quelle di tutte le altre immigrate, di ogni tempo in ogni luogo. Salvo poi mutare di colpo. Perché con l'entrata in guerra degli USA tutti i giapponesi vengono segregati. Spariscono. Vengono portanti via nella notte. Rimangono banchi vuoti nelle aule scolastiche, serrande di negozi chiusi, animali domestici abbandonati di cui, forse, qualcun altro si prenderà cura. E la sorpresa dei vicini che diventa pian piano indifferenza, come se quelle vite, in fondo, non ci fossero mai state. Mentre al lettore non resta che constatare quanto sia facile, in ogni tempo e in ogni luogo, far sparire un'intera minoranza senza che quasi nessuno protesti.
Una lettura (o un ascolto) breve ma intenso, che a distanza di mesi ancora mi rimane dentro