Ed eccoci qui, tutti in attesa di capire come gira il mondo.
Abito in Piemonte, ma a pochi chilometri dalla Lombardia, abbastanza lontani dall'epicentro dell'epidemia da sentirsi (relativamente) al sicuro, abbastanza vicini per osservare questo risprofondare dell'immaginario collettivo nelle pestilenze manzoniane.
Le scuole sono chiuse e pertanto mi trovo mamma a tempo pieno, in bilico tra il rimpianto professionale e la sensazione di aver vinto una vacanza premio.
Nei supermercati della mia zona non riesco a trovare due cose, i biscotti alla Nutella e l'acqua distillata. Ora, capisco perfettamente l'istinto ad affrontare l'Apocalisse ben riforniti di Nutella, ma ci ho messo un po' a capire il perché dell'acqua distillata. Ebbene, la subitanea scomparsa dell'Amuchina ci ha di colpo fatto dimenticare la prima cosa che viene detta in un qualsiasi corso sulla sicurezza "non mescolate cose a caso". Tutti a quanto pare si sono improvvisati piccoli chimici, girano in rete ricette sicure per l'intossicazione casalinga, forse perché uccidersi è il modo più sicuro per non ammalarsi. Me ne sono state girate di improbabili anche in chat dove, per livello d'istruzione dei membri, ci si sarebbe aspettati che qualcuno ricordasse che no, la candeggina non va usata come ingrediente base per sedicenti pozioni disinfettanti.
Di colpo mi sono sentita ricchissima perché ho trovato nell'armadio dei farmaci una confezione di cento mascherine. Cento. Se le avessi rivendute su ebay al momento giusto mi pagavo le vacanze!
In compenso, però, chi, come me, si è divertito a mettere in equilibrio le scope, passatempo fino a prova contraria assai più sicuro che giocare al piccolo chimico, è stato tacciato di essere un oscurantista che crede a fake di ogni genere messe in giro per oscure ragioni. A me, invece, tutto sommato, la cosa delle scope ha insegnato una cosa. Per riuscire in qualcosa devi credere che sia possibile. Sono imbranata quasi a livello patologico e una scopa in equilibrio non l'avevo mai messa, ma, cavolo, c'erano riuscite le mie amiche! Alla fine anche la mia era stata su, cosa che dieci giorni fa avrei ritenuto impossibile, non a prescindere, ma per le mie capacità.
In pochi giorni si sta passando da "morirero tutti" a "massì muore giusto qualche vecchietto" con una velocità che mi allarma tanto quanto le ricette per l'Amuchina casalinga. Immagino che ancora una settimana e ci si renderà conto che probabilmente è corretto, la mortalità è maggiore tra gli anziani, ma che nessuno vuole essere quel vecchietto o che quel vecchietto sia un suo caro.
Per intanto siamo a venerdì e non si sa se lunedì si andrà a scuola. Ci si ingegna in qualche modo di dare delle attività da remoto agli studenti, tra reti che non prendono e accessi al registro elettronico negati. Come prof di storia, avevo un sogno inconfessabile: finire il programma. È quasi impossibile, una sorta di Sacro Graal. Ma dalla prima lezione della prima media lottavo per farcela. Entro il 15 marzo avrei concluso a Seconda Guerra Mondiale... Avrei... Oppure potrei liquidare Hitler con una videolezione da studiare in autonomia...
In tutto questo, rimane almeno il tempo per leggere! Se non ora quando?
Racconti editi!
Quindi vi consiglio di nuovo il mio ebook La luna delle foglie cadenti
Per chi preferisce i gialli, segnalo invece che il mio racconto sherlockiano Uno studio a sei zampe è in calce al Giallo Mondadori Sherlock in edicola a Marzo, La notte degli inganni.
Il racconto vedrà il nostro Holmes alle prese con gli insetti zombi, che esistono davvero e personalmente mi inquietano tantissimo, proprio per le implicazioni ipotizzate nel racconto!
Ancora una volta devo questa pubblicazione a Luigi Pachì, curatore della collana, che ringrazio con tutto il mio cuore!
Racconti gratuiti on-line a tema!
Per chi volesse una lettura a tema, segnalo che all'interno del blog potete leggere il racconto Nel regno di sorella morte un giallo storico ambientato a Viterbo ai tempi della Grande Peste.
E non posso resistere dal proporvi questo mini racconto, che, in effetti, un po' di ansia ora la mette.
Buona lettura!
L'UOMO VENUTO PER FARE DEL BENE
L’uomo venuto per fare del bene arrivò a piedi. Spuntò all’alba dalla strada per Marsiglia, aveva un vecchio saio consunto, occhi ardenti e la verità in tasca.
Il prete del paese dubitava che si trattasse davvero di un frate, ma quando l’uomo si mise a predicare in piazza, si sistemò in prima fila. Se anche qualcosa nelle sue parole sapeva un poco di eresia, si trattava pur sempre di una voce nuova, merce rara nel paese.
Lo straniero aprì le braccia e con voce tonante ricordò alla folla la brevità della vita e lo sguardo rabbioso di Dio sempre attento ai loro peccati. Poi sorrise, rasserenato e invitò alla bontà e all’unione poiché lui era giunto per fare del bene e lasciare la pace nel cuore della cittadinanza. Di fianco al prete, la vedova e lo storpio avevano gli occhi lucidi di commozione.
Il predicatore se ne andò già nel pomeriggio, con un vago mal di testa e la coscienza a posto.
Lo storpio non ricevette mai tante elemosine come quel giorno, frutto del desiderio di espiare che era rimasto come un profumo nell’aria. La vedova andò a trovare le tre figlie per rappacificarsi con i loro mariti. Il prete, dal canto suo, si trovò la chiesa piena e fece notte con le confessioni.
Era l’inverno tra il 1347 e il 1348. L’uomo venuto per fare del bene morì una settimana dopo e non seppe mai di essere stato lui a portare la peste in Italia.