Una mamma socratica come me vive di interrogativi. Alcuni molto seri, del tipo come sopravvivere alle mamme non socratiche? Cioè quelle prive di dubbi, quelle del "si fa così perché ho ragione io", che abbondano sopratutto in rete e non danno consigli, ma diktat.
Per fortuna la pupattola risponde in modo deciso (eh, ha un bel caratterino, ci dicono dall'asilo) a molti dei dubbi della mamma socratica.
Si troverà bene all'asilo? Ciao ciao, mamma. E si dirige verso i giochi senza un minimo cenno d'ansia da separazione.
Mangerà abbastanza? Ancora un po' e ci svuota la dispensa a ogni pasto (anche se è iniziata la guerra selettiva alle verdure)
Dormirà abbastanza? Lei sì, noi no.
Rimangono alcuni interrogativi, dubbi su cui bisognerebbe indagare in modo scientifico (ma anche no, non so se voglio sapere davvero)
Cosa contengono davvero alcune pappe pronte?
La pupattola è una buona forchetta. A parte certe verdure, che vengono accuratamente isolate dal resto del cibo, ripulite da ogni residuo di altri alimenti e gettate sotto il tavolo appena mamma si distrae, mangia quasi tutto. Ha sempre preferito il "cibo vero" all'omogeneizzato, tanto che tutte le mie scorte mai utilizzate sabato sono state devolute al Dona Cibo. Con un'unica eccezione. Una "pappa completa" di una nota marca, chiamata "la pappa gialla" per il suo colore, per altro non chiaramente correlato agli ingredienti.
Niente, non c'è giornata storta o situazione disagevole che prevalga sulla pappa gialla. Quando tutto fallisce, è una sicurezza. Basta fargliela vedere per scatenare urla di giubilo e trepidante attesa.
Eppure la pappa è praticamente insapore, dalla consistenza acquosa è la cosa che d'istinto assoceremmo alla parola "sbobba". Nessuna delle altre numerose pappe pronte di quella o di altre marche ha lo stesso fascino. La pappa gialla, invece, è stata mangiata in ogni condizione, in un caso semi fredda in un parcheggio, allungata con qualsiasi altro alimento, scatenando sempre lo stesso entusiasmo.
Lo studio accurato dell'etichetta non è riuscito a svelare né l'origine del colore né questa predilezione. Riamane uno dei misteri insoluti dell'universo degli infanti.
Cosa nasconde davvero Peppa Pig?
I nostri tentativi di crescere una figlia lontana dalla tv sono naufragati dopo i primi cinque minuti di accidentale visione di questo famigerato cartone animato. All'epoca il vocabolario della pupattola avrà avuto si e no 20 parole, ma si è subito arricchito della parola "Peppa!", corredata da grugniti di gioia.
Al momento Peppa Pig è il premio serale dopo la cena, cosa che permette a noi grandi di bonificare la cucina (andando a caccia di tutti i pezzi di verdura gettati in giro). Inevitabilmente ci siamo fatti anche noi una cultura in merito. Io e il marito abbiamo notato che si tratta di un cartone animato dotato di una forte coerenza interna. E qui sono partiti gli inquietanti interrogativi.
Molte delle famiglie presentate appartengono ad animali dalle cucciolate numerose. Eppure solo tra i conigli sono apparsi dei gemelli. Non dovrebbe avere molti gemellini Peppa e così pure George? Mio marito ha ipotizzato che la società di Peppa Pig si regga su un terribile segreto. Per ogni cucciolata, secondo lui, viene tenuto solo un cucciolo. E che fine fanno gli altri?
Inutile dire che appena questo dubbio si è insinuato nella mia mente ho iniziato a trovare estremamente inquietante il cartone animato.
La pupattola, per fortuna, è del tutto ignara dei nostri dubbi, continua a grugnire felice e a gridare "Peppa!" per tutta la sigla e va bene così.
Però il dubbio rimane...