Finalmente si torna a scrivere gialli!
Negli ultimi mesi, come sapete, sono stata lontana dalla scrittura e, quel poco tempo che ho avuto da dedicarle, l'ho usato per cimentarmi con altri generi.
Prima di Natale ho scritto un apocrifo sherlockiano dai toni non del tutto gialli (quelle di Sherlock Holmes sono spesso più propriamente "avventure", piuttosto che gialli classici). Poi è stata la volta di Prima che venga il gelo. C'è stato il tentativo di cimentarmi nel rosa in costume (per il momento sospeso) e infine un altro racconto fantastico per un concorso a cui sono particolarmente affezionata. Adesso, però, il colore prevalente nel giardino è quello dei fiori che vedete in foto. E quindi non resta che immergersi di nuovo in un fantastico mondo a base di sangue e delitti!
COME TI SERVO IL MORTO
C'è una puntata della mia serie preferita, Sherlock, la seconda puntata della terza stagione, in cui il protagonista si trova a dover ragionare ad alta voce a un matrimonio. Sa che ci sarà un delitto, ma non chi sarà la vittima né quali potranno essere le modalità. Quindi inizia ad elencare i modi in cui lui ucciderebbe le varie persone presenti, ammettendo che, come esercizio, lui immagina spesso come ammazzare il propri amici. L'effetto è, ovviamente, un poco inquietante.
Eppure non sono così diversa. Un delitto, secondo me, deve essere fattibile, plausibile in quel dato luogo e tempo. E quindi, sì, come ammazzerei una persona in modo pratico ed efficace?
In Avventura a Parigi l'arma del delitto è qualcosa che è presente nel mio salotto, cosa che, a lettura ultimata, ha inquietato più di un famigliare.
Sono molto affezionata a mia suocera e non le farei mai del male, però l'ho uccisa. O, meglio, ho immaginato un personaggio con la sua stessa grave allergia e ho pensato a come farlo fuori facendo passare il tutto per un incidente.
In effetti "come ammazzerei la persona x?" è un interrogativo piuttosto importante per una giallista!
Marito e amici, per fortuna, si sono abituati a questo mio passatempo. In quanto farmacista, mio marito è consulente in veleni, mentre gli amici sono una riserva inesauribile di creatività. Ormai sono rassegnati al fatto che ogni tanto giunge loro un messaggino che recita "come la ammazzo una persona che...". Nessuno di loro, per il momento, mi ha denunciato.
E sì, come prof, suppongo che non sia un caso il fatto che un certo quantitativo di vittime sia composto da studenti...
LETTURE ISTRUTTIVE
Nella mia postazione di lavoro sono sempre presenti due libri. Uno dei manuali di antropologia fisica su cui ho studiato all'università, con il capitolo riguardante l'antropologia forense e La gestione della scena del crimine un testo scritto da poliziotti e carabinieri e su cui mi interrogo da tempo perché non vedo a chi, se non ai giallisti, possa interessare...
Larve, tempi di decomposizione e amenità varie non hanno più segreti. Però a volte i sacri testi non bastano.
Ogni tanto quasi mi aspetto una telefonata da parte dei carabinieri. Come quella volta in cui ho scaricato un manuale in PDF con tutte le istruzioni per scassinare una serratura. Certo, nell'introduzione si diceva che scassinare delle serrature (ovviamente) acquistate appositamente può essere un hobby come un altro, però... (Sia agli atti che mi sono limitata alla teoria, ho già problemi a relazionarmi con la porta di casa mia munita di apposita chiave...)
Per non parlare di quando ho scoperto che fior fiore di sette sataniche hanno un loro seriosissimo sito internet! Ricordo che ce n'era uno che tentava di convincermi che era tutto un fraintendimento, in realtà "Satana" era il buono (ma dotato, suppongo, di un ufficio stampa davvero pessimo). La cosa buffa è stata che di un pomeriggio intero passato a leggere i siti delle più improbabili sette ne La roccia nel cuore sono rimaste due righe in una battuta del ligissimo padre Marco!
Le ultime sere le ho passate invece a cercare di scoprire se si possa uccidere una persona con una fionda (la risposta è sì, meglio se con una fionda compound fatta in casa, e è attestato almeno un fatto di cronaca in cui a un tizio il vicino ha sfondato la mascella con un colpo di fionda).
Sono convinta che prima o poi mi troverò i carabinieri in casa a chiedermi conto di certe letture fatte in internet. Me ne ricordo sempre quando sto descrivere un carabiniere o un poliziotto come un idiota e finisce sempre che addolcisco un po' i toni...
DEFORMAZIONE PROFESSIONALE
– Prof! Non ne posso più! Posso buttare giù dalla finestra x, così lo ammazzo?
E il mio istinto è controllare il salto e rispondere:
– Guarda che così al massimo si rompe le gambe. E poi testimonia...
O, peggio, l'amico che si sfoga:
– Il capo non lo sopporto più! Vorrei ammazzarlo!
– Vuoi parlarmene?
Devo sempre ricordarmi che io ho ben chiaro il confine tra realtà e fantasia, ma magari il mio interlocutore no.
Perché poi, dopo aver passato la giornata a progettare omicidi, torno a casa, scopro che il gatto ha combinato uno dei suoi disastri e non sono in grado neppure di sgridarlo.
Nella vita reale sono contraria alla guerra, alla circolazione delle armi, alla pena di morte e odio litigare. È solo in letteratura, che, a un ritmo di 5/6 delitti descritti all'anno, sono ormai una serial killer...
L'ANGOLO DELLO PSICANALISTA
Sopratutto nelle prime storie gialle, l'acqua era estremamente presente.
In ben tre racconti, Avventura a Parigi, Certe Mattine e l'inedito Il caso del detective smemorato i cadaveri vengono ritrovati in acqua, due in un fiume e uno in un lago. In due casi un personaggio vene gettato in un fiume come morto, ma si salva e in un altro c'è un tentativo (sventato) di suicidio per annegamento.
In un racconto la storia inizia quando l'investigatore viene chiamato a indagare su una misteriosa serie di presunti suicidi, e in due casi su tre la causa della morte era l'annegamento.
Cosa mai vorrà dire?
Anche se non scrivete gialli, vi siete mai trovati a fare ricerche imbarazzanti per i vostri scritti? O a uscirvene con un'affermazione inopportuna perché stavate pensando alla vostra storia?