venerdì 28 settembre 2012

Perché mi chiamo Tenar


Mi perdonino i vecchi amici per questa ripetizione di cose che sanno già.
Il bello di Internet è che tutti possiamo ricrearci una nostra identità e darci un nuovo nome. Io non ho mai avuto dubbi, ho voluto chiamarmi Tenar

Tutti noi aspiranti scrittori abbiamo un autore o un'autrice che è il nostro faro. La mia, si è già capito, è Ursula Kober Le Guin. Una che da cinquant'anni spazia dalla fantascienza alla fantasy, dall'alta letteratura (andate tutti a comprare Lavinia, edizioni Cavallo di Ferro!) a favole per bambini con un'eleganza stilistica e una chiarezza di pensiero più unica che rara.

Tenar è un suo personaggio.
La incontriamo nel secondo volume della saga di Earthesea. E' una giovane sacerdotessa dedita a potenze oscure. E' la guardiana di un labirinto sotterraneo dove si perde un mago giovane e orgoglioso. Lei lo imprigiona, ma invece di ucciderlo si mettono a parlare. Fin qui tutto normale. Fuggiranno insieme, questo è ovvio, e lei abbandona il ruolo di sacerdotessa e i poteri oscuri. Tutto normale. Fosse un fantasy come gli altri, al vago innamoramento seguirebbe un bacio e il "vissero felici e contenti" oppure Tenar diventerebbe una grande maga o guerriera. Invece no.

Vent'anni dopo. Il romanzo è Theanu (in Italia L'Isola del drago).
Ritroviamo Tenar.
Ha scelto la normalità. Il mago se n'è andato per la sua strada, è diventato arcimago. Lei si è sposata con un uomo comune. E' vedova. E' una donna del popolo che chiacchiera con le comari del paese, prepara focacce e non rimpiange il passato. Ma normale non vuol dire banale.
E' lei che accoglie in casa una bambina sfregiata. E' davanti a lei che si posa il più grande dei draghi, Kalessin, per depositare quello che è stato arcimago, ma che ora è un uomo distrutto e senza potere.
Perché Tenar è una donna che sa vedere. Vede nel re solo un ragazzino, nel mostro una bambina e nell'arcimago un uomo che non è mai stato amato.  E' una donna che sa curare. E guardare i draghi negli occhi e trattarli da pari.

Tenar è la rivincita del buon senso sull'eroismo. Non ha bisogno di grandi gesti per dimostrare agli altri e a sé stessa la sua grandezza. Continua a preparare le focacce, accudisce le capre e le galline nella piccola casa sopra il precipizio. E conosce magie più profonde e più vere di quelle dei draghi.

13 commenti:

  1. Ho letto "l'isola del drago" un'estate di un sacco di anni fa, comprato su una bancarella di qualche lungomare...
    Ricordo ancora diversi particolari del libro, anche se non la trama per bene, ma in particolare mi è rimasta impressa la sensazione che mi sfuggisse qualcosa, qualcosa "di fondo", probabilmente perché non avevo letto ciò che veniva prima.

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  2. Beh ora ho una curiosità in meno! :)

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  3. Oh, un mistero risolto e...tanta voglia di leggere!!!

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  4. ...Che spettacolo. Tutto, intendo. Il nome che hai scelto per te, per il tuo blog, e il libro che hai descritto, che ora dovrò leggere. E dovrò sicuramente approfondire la conoscenza di questa autrice. E il fatto che ti occupi del drago del Lago d'Orta ti rende ancora più interessante e simpatica. Ho anch'io una passione smodata per i draghi, e per i libri, con il mio blog Del Furore Di Aver Libri. Piacere enorme di averti conosciuta!

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  5. Ciao Antonella, questo libro mi manca, devo assolutamente leggerlo.
    Grazie *___*

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Mi piace questo potere femminile; è una forza che viene meno spesso rappresentata a favore delle donne alla Lara Croft che devono menare come i maschi e dimostrare quel potere lì. Ma sebbene mi piaccia giocare a Tomb Raider, non mi piace il modello di donna forte = violenta.
    Non conosco Ursula Le Guin ma hai destato il mio interesse e penso che la leggerò.

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