lunedì 29 aprile 2013

Visioni - Kiki consegne a domicilio


Un Miyazaki minore.
Solo lineare e delizioso. Solo, si fa per dire, una bella storia, come si diceva una volta, per grandi e piccini.
Kiki è una giovane strega e come tale, a tredici anni, deve lasciare la sua famiglia e vivere per un anno altrove, in completa autonomia. Ma c'è ancora bisogno di streghe in un Europa indefinita all'alba del boom economico? Kiki non ha talenti stregoneschi oltre alla sua abilità di volare con la scopa, tanta buona volontà e un'innata gentilezza.
Nel mondo di Miyazaki il lavoro è sempre salvifico e, complice una panettiera dal cuore d'oro, Kiki troverà un posto dove stare e il modo di utilizzare i suoi talenti.
Fanno da contorno simpaticissimi gatti parlanti, anziani gentili (siano essi umani o canini), ragazzi ostinati e dirigibili.
Come sempre quando si ha a che fare con lo studio Gibli, è una gioia per gli occhi questa città di mare che sa un po' di Costa Azzurra e un po' d'Austria, ma così perfettamente disegnata da dare l'impressione di potersi davvero inoltrare per le sue strada.

Un Miyazaki minore, si diceva, con tanti elementi che saranno poi ripresi e sviluppati nei lungometraggi successivi. Già, perché Kiki consegne a domicilio è del 1989, prima di Porco Rosso, Monooke o La Città Incantata. Arriva nelle sale italiane solo adesso, ma, come sempre capita con Miyazaki, il tempo non conta e non si ha certo l'impressione di guardare una pellicola di vent'anni fa.
I capolavori, anche se minori, non invecchiano.

Voto: 8

Nel lungo fine settimana sarei andata a vedere anche Iron Man III. La recensione non è pervenuta perché a metà visione ho iniziato a tremare e sono tornata a casa con un febbrone da cavallo e ho difficoltà a capire quali fossero i buchi di sceneggiatura e quali quelli della mia percezione (credo fossero molti entrambi)

1 commento:

  1. riprenditi, mi raccomando. domani hai una presentazione!! io ti auguro di essere in forma + che mai! Sandra ilibridisandra

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