mercoledì 4 agosto 2021

Cinquanta sfumature di rinascimento

 


Ci sono libri che si scelgono e libri che si impongono alla nostra attenzione. Libri che vengono da soli e libri che si muovono in branco. Libri che fanno da sottofondo e libri che segnano un momento.

Questo rimarrà il luglio dei romanzi sul rinascimento di Antonio Forcellino, nell'ordine:

Il secolo dei giganti – Il cavallo di bronzo

Il secolo dei giganti – Il colosso di marmo

Il secolo dei giganti – Il fermaglio di perla

Avevo già dedicato un'estate, alcuni anni fa, ai saggi dello storico dell'arte Forcellino sui grandi del rinascimento e ne conservo un ricordo assai piacevole. Per questo, trovando in offerta uno di questi romanzi lo avevo acquistato senza pensarci due volte. Poi però non lo avevo letto. Intanto si tratta di tre tomi da cinquecento pagine. Hanno un aspetto molto serioso. Sono divisi, come usavano gli storiografi del tempo, in base al papa che sedeva sul soglio pontificio. In fondo c'è il corposo elenco delle fonti utilizzate dall'autore. Insomma, a prima vista appaiono come interessanti mattoni. Non il libro più adatto a me in periodo scolastico e di certo non il tipico libro da ombrellone.

Ma, si sa, è proverbiale che non si debba mai giudicare un libro dalla copertina.

Perché il tratto più distintivo di Forcellino, che già si intravedeva nei saggi, ma che qui ha potuto scatenarsi, è il gusto per il pettegolezzo. Un pettegolezzo ben documentato, sia chiaro, che probabilmente nasconde decenni interi di studi specifici per stabilire chi andava a letto con chi e che ora impregna le pagine. 

Forcellino, va detto, racconta il rinascimento con l'ottica tutta sua. Ha un piede nella politica ed è sempre attento a spiegare con parole comprensibili ai non addetti ai lavori come micro eventi e macro eventi siano intrecciati, come un cannone che spara a Costantinopoli porti Verrocchio a indirizzare un giovano Leonardo alla fusione del bronzo. Ha un amore incondizionato verso l'arte,  a cui dedica pagine emozionanti, che incantano. E poi ha il gusto per un pettegolezzo non maligno, ma disincantato. Il rinascimento è stato, almeno secondo Forcellino, un tempo di amore libero e disinibito, del tutto slegato rispetto ai voti matrimoniali o ecclesiastici.

Ho iniziato il primo romanzo chiedendomi se potessi proporlo ai miei alunni (ne ho un paio appassionati di storia e lettura), ma al secondo capitolo, quando con molta disinvoltura un giovane Leonardo si fa sedurre letteralmente dal primo che incontra, ho capito che forse non era il caso. Devo ammettere, però, che mi sono divertita molto. Un po' per il modo che ha l'autore di presentare gli eventi:

"Il cardinale era considerato in curia un uomo morigerato. Prediligeva gli uomini, ma con discrezione, e aveva un'unica amante da cui aveva avuto una figlia".

E un po' per la disinvoltura e la mancanza di giudizio morale con cui vengono raccontate tresche e retroscena storici. E un po' per le due cose che riescono a far commuovere l'autore (e un po' anche me): l'arte e gli amori di lunga durata. I libri di Forcellino vanno letti, infatti, rigorosamente con un dispositivo a fianco per visualizzare le opere via via nominate, che sono tantissime. Leggendo il racconto delle storie e delle sofferenza che stavano dietro l'artista, il committente o il soggetto ritratto davvero quei quadri meravigliosi acquisiscono un valore aggiunto, sembrano più vivi e più vicini. Viene voglia di vederli o rivederli dal vivo e di sentirli palpitare. E poi, come dicevo, ci sono le storie d'amore di lunga durata. Quasi tutte atipiche, nate al di fuori dal matrimonio, spesso con protagonisti due uomini. Ecco, che l'amore potesse esistere, spesso resistere per decenni, quasi sempre semi nascosto, in quel tempo che è stato comunque di violenza e di sbandamento morale, ha qualcosa di sorprendente e miracoloso, come l'arte.

La trilogia di Forcellino si è rivelata quindi una piacevole scoperta. Non certo alta letteratura (a volte, per altro, non mi è chiarissima la scelta di raccontare alcuni fatti e sorvolare su altri), ma che racconta un rinascimento popolato da uomini non angiografati, complessi nei loro pensieri, nel loro agire, nel loro modo di fare arte e nel loro amare.

PS: ho ascoltato su audible anche un altro romanzo sul rinascimento, che si presentava come un libro da ombrellone, con una quarta di copertina che prometteva sesso e sangue. Ho riso moltissimo perché la scena di più hot lì prevedeva un bacetto sulle dita delle mani.

9 commenti:

  1. All’inizio sembrava una lettura molto impegnativa, ma da come l’hai presentata può essere un piacevole modo di scoprire il rinascimento.

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    1. Non è per nulla impegnativo, anzi. Sono libri molto scorrevoli e divertenti, anche se forse non adatti alle anime candide che immaginano gli artisti del rinascimento come die santi.

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  2. Questi consigli di lettura capitano proprio a fagiolo. Scusa se me ne approfitto spudoratamente, ma c'è un brano, anche brevissimo, che potrebbe essere adatto ai ragazzi delle medie? Devo proporne uno da inserire in antologia...con licenza di sostituire le parole troppo "forti".

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    1. Ti dirò, ho approcciato il primo libro con lo stesso intento. Probabilmente ci sono delle descrizioni di opere d'arte e dei brevi pezzi qua e là che potrebbero andare. Il problema non è in sé il linguaggio, che è non è certo sboccato. Credo però che una delle idee di fondo di Forcellino sia proprio che l'esplosione d'arte del rinascimento sia legata alla possibilità, almeno per certi ceti, di amare in modo estremamente libero. Quindi inizia ad esempio un dialogo molto politico tra Macchiavelli e Michelangelo e due battute dopo stanno discutendo degli effetti dei glutei del David su tutti i sodomiti di Firenze. Quindi no. Lettura molto divertente, ma non adattabile alle medie, a meno di non snaturarla del tutto.

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    2. Ah, accidenti. Come non detto, cercherò qualcos'altro. Grazie!

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  3. Come sai sono appassionata di arte, per cui questi libri sembrano proprio fare al caso mio! E poi è verissimo che con il Rinascimento si apre il secolo della spregiudicatezza, tutto un mondo davvero "moderno". Non a caso si apre con Machiavelli, e il suo celeberrimo "Il Principe" con la separazione tra etica e politica.
    Attualmente ho finito "La bambina francese" di Pitzorno e sto leggendo "Novantatré" di Victor Hugo (che sarebbe 1793, l'anno del Terrore).

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    1. Penso che siano perfetti per te! La bambinaia francese mi tenta da un po' ma per un motivo o per l'altro rimando sempre

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  4. Non conoscevo questa trilogia ma sembra molto interessante!
    Bellissimo il gattone **

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