sabato 22 marzo 2014

Scrittevolezze - Memorabili e immortali


Domani si terrà l'ultimo degli incontri sulla scrittura e la lettura che sto tenendo presso Ecomuseo Cusius.
Credo si tratti di un'esperienza che ricorderò per sempre con estremo piacere, perché un gruppo più interessante e motivato non avrei neppure potuto immaginarlo.

L'ultima volta abbiamo fatto il punto sui personaggi, tanto che dalle idee raccolte sono già usciti un paio di post:

Ma come dev'essere un buon personaggio?
Di certo non ci sono ricette pre fabbricate che si possano applicare sempre, in caso contrario saremmo tutti scrittori di best seller, tuttavia, tanto tempo fa, quando frequentavo il "Master in Aspirazione" mi fu dato questo consiglio:
Un buon personaggio deve essere memorabile.
Cioè deve essere riassumibile in poche caratteristiche che si stampino subito nella testa del lettore. 
Per essere memorabile, inoltre, un buon personaggio deve nutrirsi di contrasti. 
Una brava persona, seria e serena può essere un buon amico, ma difficilmente sarà un personaggio indimenticabile, a meno che non abbia qualcosa che renda speciale il suo essere serio e sereno. Se scopriamo ad esempio che è serio e sereno nonostante sia passato da una serie di circostanze che avrebbero portato chiunque alla follia, allora è un'altra storia.
Ovviamente, quando ho sentito per la prima volta questa definizione, ho pensato al mio amato Sherlock Holmes e a ciò che lo rende memorabile.
Sherlock Holmes è memorabile solo perché da un particolare sa dedurre tutto di una persona? Non solo. Sherlock Holmes è memorabile perché di sé dice di essere "cervello e non cuore", di stimare in massimo grado la razionalità, peccato, però, che poi si droghi. Ecco quindi il contrasto che rende tanto più forte il personaggio.

Un personaggio con questa forza non deve per forza essere il protagonista, anzi. Quante volte in un romanzo i personaggi più forti, quelli "memorabili" non erano i protagonisti? Fra Cristoforo, la Monaca di Monza e l'Innominato sono molto più memorabili di Renzo e Lucia.
Tutti e tre hanno caratteristiche riassumibili in brevi e forti contrasti. Si tratta di un assassino diventato frate, di una monaca (diventata tale per obbligo) omicida e un "boss" che si converte in una notte.

Secondo me, inoltre, quando un personaggio è forte e memorabile può funzionare anche al di fuori del proprio contesto. Non tutti sono d'accordo su questo, ad esempio U. Eco ne Le postille a Il nome della Rosa dice che un buon personaggio può avere senso solo nel contesto per cui è stato concepito (parla del romanzo storico, ma ogni romanzo è storico a modo suo).
Una conferma di quanto già pensavo, mi è venuta, però, dalla lettura di questa settimana, il celeberrimo Cuore di tenebra (così celeberrimo che non l'avevo mai letto).
All'inizio del proprio racconto Marlow immagina come si doveva essere sentito un ipotetico conquistatore romano giunto alle sponde della Britannia quando questa era abitata solo da tribù barbare.
Il sentimento di paura, attrazione e repulsione insieme per il territorio sconosciuto che si appresta ad esplorare, la sensazione che l'incontro con esso possa risvegliare qualcosa di atavico e brutale nel proprio animo che Marlow attribuisce al romano è lo stesso che lui stesso ha provato risalendo il fiume alla ricerca di Kurtz. Marlow stesso, quindi è consapevole di essere un personaggio universale. Tutti sappiamo, del resto, che è da Cuore di tenebra che è stato tratto Apocalypse Now

Voi come ve la cavate con la costruzione di personaggi memorabili e immortali?

8 commenti:

  1. Bella domanda, Tenar!
    Io non mi sono mai cimentato con la costruzione di personaggi immortali, non posso avere queste pretese. L'unico che un po' tutti i miei amici conoscono è Sherby, il volpino antropomorfizzato che mi fa spesso da avatar: beh, per renderlo nel suo piccolo memorabile mi basta disegnarlo ovunque in continuazione :p

    Moz-

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    1. Immagino che sia un modo anche quello per renderlo memorabile! Chi non sa disegnare e deve affidarsi solo alle parole mi sa che ha davanti una strada più dura...

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    2. In realtà non so disegnare affatto... mi son scelto un modello molto semplice :)
      Però oh, posso dire una cosa? Magari basterebbe scrivere ovunque in continuazione il suo nome :p

      Moz-

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  2. Memorabile e immortale sono caratteristiche impegnative ecco. Obiettivi difficili da perseguire. Personaggi con tali doti in letteratura ce ne sono, ma faccio fatica a scovarli tra gli autori del momento, spesso meteore in un mondo che, anche nella narrativa, è diventato troppo mordi e fuggi, a termine. Mi viene in mente Harry Potter, che ho letto ben prima del suo travolgente successo. Nel passato invece be' vogliamo parlare di Poirot e Ellery Queen? Da autrice invece è difficile giudicarmi, certo a chi non piacerebbe creare un personaggio che non si dimentica, con la forte personalità? So che la mia Ilaria Pedra è stata molto amata, seppure in una cerchia ristretta, ma da qui a definirla immortale, be' credo che ce ne passi. Un abbraccio ero certa che il corso sarebbe andato alla grande!!!

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    1. Certo che è difficile, però provarci non costa niente!
      Penso che di personaggi del genere ce ne siano anche nella letteratura contemporanea. Concordo su Harry Potter, all'interno del quale il personaggio più "memorabile" secondo me era Piton. Mi hanno colpito molto Adamsberg di Fred Vargas, Cardosa di Carlo Parri, i Fratelli Elric del manga di Full Metal Alchemist e se mi concentro un po' di sicuro ne trovo anche molti altri. Per immortali, poi intendevo "abbastanza forti da funzionare anche al di fuori del contesto per cui sono stati creati". Penso che anche nel nostro piccolo si possa tentare, no?

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    2. Tentare assolutamete sì. E sul fatto di crearli abbastanza forti da funzionare anche altrove, be' quello di sicuro, mi vengono in mente alcuni miei personaggi che si potrebbero muovere bene anche addirittura in storie non mie, senza sembrare estranei. Sandra

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  3. Ciao, è uscito il bando di Giallo Stresa 2014.

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