... Il mio con la primavera.
Corro (ormai poco, ma corro), adoro stare all'aria aperta, mi piace fotografare i fiori, sia quelli particolari degli orti botanici, sia quelli incontrati per caso a bordo strada, come questi.
Eppure la primavera non ne vuole sapere di ricambiare il mio amore.
Ci sono primavere infami, come quella dell'anno scorso, in cui a maggio ancora si girava col maglione di lana. Ecco, io l'anno scorso fisicamente (poi avevo i nervi a pezzi, ma è un altro discorso) stavo benissimo. Neppure uno starnuto.
E poi ci sono primavere come queste, un tripudio di colori sui nostri laghi. Un tripudio di starnuti, che poi è il meno. Mi rimane addosso quella sensazione incerta, quella stanchezza vigliacca, la febbricciattola incipiente.... Rimane addosso la malinconia dei quattordici anni, quando vedevo il ragazzo sognato accompagnare un'altra a prendere il gelato.
Un amore senza speranza.
Queste righe, oltre che da sfogo per questa sensazione da allergia irrisolta, anche per supplire la mancanza della recensione del film del fine settimana, col quale contavo di risolvere il post. Ma è inutile sprecarci parole, Il gioco di Ender non è brutto, è solo insulso, insipido come il suo protagonista, che dovrebbe essere geniale, ma che sarebbe mangiato vivo da uno qualsiasi dei miei alunni di seconda media.
Qualche sorpresa in più l'ha riservata la lettura del manga Ayako di Riyoko e Etsuko Ikeda, fumetto del 1980 riproposto ora in due volumi. Interessante l'idea di base: la figlia di un'assassina e di un demone viene sostituita in culla con quella di una famiglia nobile. Quando i genitori scoprono della sostituzione Ayako ha ormai dodici anni, ma per i nobili la scelta è semplice: andarsi a riprendere la figlia naturale e far sparire Ayako che, per sopravvivere, deve rivoltare la situazione a suo svantaggio. Da lì in poi la ragazzina si ritroverà, quasi suo malgrado, a mettere in luce meschinità e ipocrisie di chi la circonda, dando l'idea di essere, lei, la cinica figlia di un demone, l'unica dotata di un barlume di sensibilità in una società basata solo sull'apparenza.
Interessante lo spunto, si diceva, un po' meno la realizzazione, molto didascalica, con una trama fatta di episodi slegati e priva di una vera conclusione.
Si è trattato comunque di una lettura insolita e non priva di spunti interessanti.
da allergica autunnale, ambrosia, ti capisco benissimo. Ci sono momenti tremendi e a Milano l'ambrosia già in agosto si fa sentire parecchio e dura fino a ottobre, poi come dici tu dipende dalla stagione, dalle piogge, dal caldo. Mio marito grandi risultati con un'ottima allergologa, considera che ha fatto 2 volte l'intervento al setto nasale (turbinati) che peggioravano di molto il suo già compromesso respirare. Se servono info mediche, scrivimi. Bacio Sandra
RispondiEliminaA dir la verità seguo la filosofia del marito farmacista "i farmaci fanno bene a chi li produce e li vende". Di fatto cerco di stare il più possibile all'aperto, abituandomi pian piano all'innalzarsi dei pollini e negli anni sono passata dalle crisi d'asma al ricorrere solo raramente a qualche antistaminico da banco. Ormai è solo un fastidio e l'occasione per lamentarsi (cosa che, secondo il Nik, è uno dei piaceri della vita).
EliminaL'anno scorso ho scoperto, dopo una visita allergologica, di essere allergico a tante cose, tra cui la polvere elemento che trovo in quantità industriali nel luogo in cui lavoro (un magazzino), sposo appieno la tesi del Nik sui farmaci e su tante altre cose, ma putroppo non posso farne a meno in certe occasioni! Sob! :(
EliminaQuando ci vuole ci vuole e un antistaminico a volte salva la vita!
EliminaSai che a me m'è preso di colpo il sonno? Ho più sonno degli altri periodi! XD
RispondiEliminaMoz-
Lascia stare! Oggi gli alunni stavano facendo verifica e io quasi mi addormentavo!
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