sabato 14 marzo 2020

Racconti nel tempo del Coronavirus/3


Pensavo, mi illudevo, che questo tempo di clausura imprevista e involontaria sarebbe stato almeno tempo di lettura e di scrittura.
Invece si è abbattuta su di me l'armata della Didattica a Distanza. 
la DaD è un imperativo categorico, che da un lato è un dovere morale, all'altro una follia tecnologica.

Da un lato chiamare a raccolta i propri alunni ha creato un emozionante effetto "chioccia con i pulcini". Si sono connessi tutti, ma proprio tutti, pronti a chattare, comunicare, con il desiderio, se non di studiare, almeno di sentire la voce della prof. 

Dall'altro siamo sprofondati in una follia tecnologica. Siamo come onesti cittadini dell'età del bronzo, tutto sommato ben capaci di usare i propri pittogrammi, fieri dei propri carri da guerra con le ruote, sbalzati sulla plancia di un'astronave intergalattica. Siamo tutti svegli, pronti e volenterosi, ma ci hanno messo alla guida dell'Enterprise e noi ancora cerchiamo dove siano le briglie.

Quindi nell'arco di una settimana sono
– diventata una youtuber con delle imbarazzantissime video lezioni su Guido Gozzano e i crepuscolari, in cui si può ammirare sopratutto la mia faccia distrutta di mamma con figlia di neppure quattro anni chiusa in casa da giorni.
– capace di gestire una viodeconferenza con venti alunni
– una cacciatrice del web in grado di scovare i migliori materiali nei più oscuri siti di didattica stile cane da tartufi
– capace di gestire svariate piattaforme, le mille meravigliose app di Gsuite che la mia scuola mi ha solertemente fornito.

Tutto questo in teoria. In pratica continuo a provare cose senza sapere assolutamente cosa fare. La cosa assurda che per la maggior parte mi riescono, ma non saprei dire come, nella mia mente si tratta sempre di incantesimi riusciti per puro caso. Poi incappo in scivoloni inaspettati e imbarazzanti. Sono riuscita al primo colpo a registrare la videolezione e a caricarla su youtube. Ma per registrare un banale messaggio audio di 30 secondi di saluti da inserire sulla piattaforma didattica ci ho perso mezzo pomeriggio. E metà dei ragazzi non sono riusciti a scaricarlo. 

In tutto questo il mio computer ha deciso giustamente di aggiornarsi e il buon Steve Jobs, dall'alto della Nuvola (io lo immagino così, vestito da angioletto, su una nuvoletta fatto a simbolino del cloud, che decide cosa deve andare oppure no sul mio computer) ha perso nell'operazione metà delle password memorizzate. Inoltre era impossibile commentare il blog sia da Safari che da Firefox. Dopo innumerevoli tentativi e un certo numero di santi scomodati ho ripristinato quasi tutto e sono passata a chrome (mi manca ancora da controllare Skype, applicazione tutt'altro che secondaria di questi tempi).

Tutto questo non riesce a far passare in secondo piano tutto il resto. La quarantena ormai generalizzata. Una bimba che non capisce perché non va all'asilo, i nonni sono spariti dalla sua vita e perché non si può più uscire dai confini di casa. Le spiegazioni che abbiamo provato a fornirle, alla faccia dei consigli "di esperti psicologi dell'età evolutiva", l'hanno solo spaventata e destabilizzata. Che questa sia al momento la parte peggiore della quarantena mi rendo conto che sia un sollievo, perché vuol dire che stiamo (ancora) tutti bene, ma a volte non basta del tutto a consolarsi. 

Mi riprometto, ma non so se riuscirò a farlo, di essere più presente nei prossimi giorni. Di certo ho letto, nonostante tutto, alcuni libri di cui vorrei parlarvi.
Adesso però vado col mio manuale di cuneiforme a scaricare i compiti che i miei alunni hanno caricato del drive di Classroom.

19 commenti:

  1. Ti ho immaginata alla guida dell'Enterprise nelle vesti del Capitan Picard... ! :) Per lavoro sono a contatto con molti insegnanti, e sono tutti stravolti e destabilizzati: è come pretendere di balzare dal neolitico all'età medievale in pochissimo tempo, costruendosi delle competenze, anche tecnologiche, alla velocità della luce.
    La casa editrice di scolastica per cui lavoro è una multinazionale e quindi abituata a essere interconnessa a livello globale, per cui per me, a parte una maggiore complicazione, cambia relativamente poco.
    Per chi ha bimbi piccoli come te, è veramente dura. Io ho due (pro)nipotini, la più piccola fa tre anni a maggio. Anche lei non riesce a capire perché non si possa andare al parco o a trovare i nonni.

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    1. Conciliare bimbi e lavoro non è facile. La piccola è disorientata e vorrebbe avermi sempre a disposizione, non capisce che mamma deve anche lavorare. E in effetti non è giusto per lei trovarsi in questa situazione. Solo che io insegno e mio marito lavora in un'industria farmaceutica, sono tutti e due servizi essenziali e chiedere permesso o ferie in questo periodo mi sembra brutto. Vorrei almeno sdoppiarmi in due.

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  2. Beh, tutto fa esperienza, anche improvvisarsi youtuber per fare lezione ai propri studenti. L'importante è che si tratti di un'esperienza che fra qualche anno si possa raccontare come un lontano ricordo di un evento che non si ripeterà mai più.

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  3. Anch'io ho fatto dei tentativi di telelavoro e ho scoperto che con l'hotspot del cellulare riesco a connettere il mio pc portatile (che normalmente uso per scrivere) e amplificare i giga, inoltre ho impostato Microsoft teams che serve per le riunioni, per il resto ti saprò dire, non ho ancora provato. Credo che lavorare da casa sia molto più complicato...

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  4. Ti mando tanta forza e tanta pazienza... è una situazione davvero surreale e nessuno sa come reagire, possiamo solo continuare a sperare. Ieri l'altro abbiamo festeggiato il comple di Luna a casa solo noi tre, per fortuna Neil ha deciso di restare qui nonostante l'assicurazione canadese non lo copra per il virus. Siamo andati fuori col passeggino per mezz'ora perché non avendo giardino si strippa e la polizia ci ha rimandati a casa.
    :(

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    1. Noi almeno abbiamo il giardino, senza non so proprio come si possa fare. Ora i supermercati non venderanno più colori, fogli e giocattoli in quanto "non essenziali". Devo dire che tra tutte le cose di questo periodo questa mi sembra la più assurda...

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    2. Non lo sapevo, mi sembra assurdo. Sarà per alleviare il carico di chi riempie costantemente gli scaffali? I supermercati hanno meno staff ma più lavoro.

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  5. Io non ho ancora fatto il Grande Salto, ma va detto che siamo partiti a chiamare le classi Sabato. Siamo su Google Suite e al momento mi sto divertendo parecchio con le Domande. - il oroblema è che siccome mi piace giocare con i gadget sto rimandando di preoararmi su Cina e paesi baltici, ché mi sembra più noioso...

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    1. Anche noi siamo su Google Suite, le domande semplici le ho provate, invece con il questionario più complesso non mi sono tornate indietro le risposte... Si va un po' per tentativi, anche se, sopratutto per le terze, incombono la fine anno e gli esami

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    2. Oh? Allora devo tentare il questionario al più presto, ci faccio molto conto e devi capire come si maneggia.

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  6. Certo, vivere la doppia situazione di mamma(di bimba piccola)/ professoressa non è per nulla facile! Sul versante “mamma”, ho mia cognata che lamenta gli stessi problemi con i figli piccoli, ai quali devi dare spiegazioni convincenti senza terrorizzarli e non sempre ci si riesce; su quello “professoressa”, i miei figli hanno videoconferenze quotidiane con un paio di insegnanti che non sono proprio giovanissimi, dunque sono poco avvezzi all’uso di certa tecnologia e, anche lì, sono più i problemi che i vantaggi. Ma occorre adeguarsi e avere pazienza. Bisogna trovare un ritmo e un equilibrio (vabbè, lo so, cosa vorresti dirmi: grazie al cavolo! 😁)

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    1. Per fortuna abbiamo una casa grande con il giardino, cosa di cui ringrazio ogni giorno. Speriamo di trovare un'equilibrio. Per ora si naviga a vista e va bene (più o meno) così

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  7. Avere un giardino è un'immensa fortuna; a noi il pediatra ha proibito perfino di scendere in cortile, e tenere in casa un bambino di due anni attivo come una scimmia è un'impresa.
    Specialmente se per mestiere scrivi, e la prima consegna è tra dieci giorni. Argh!
    Massima solidarietà

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    1. Il cortile è comune? Perché se è privato non me lo spiego, a meno che non siate in quarantena... Per chi deve stare in appartamento è davvero dura! Temo che i bambini ne pagheranno il prezzo, speriamo che gli asili e i nidi si attrezzino per il supporto psicologico, riportarli "alla vita civile" sarà, temo, altrettanto duro

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    2. Sì, è un cortile comune, anche se i vicini si limitano a parcheggiarci l'auto. Capisco che serve prudenza, ma, come dici tu, costringere i bambini in casa e strapparli alla loro routine senza un motivo (per loro) valido è durissima.
      Mio figlio vuole andare dai nonni, al parco, al museo, all'asilo, in libreria (in quest'ordine). Come glielo spiego che non si può? Ha due anni e mezzo...

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    3. Scusate se mi intrometto ma perché i bambini non possono scendere in cortile e non possono fare la passeggiata di salute? Camminare all'aria aperta fa bene anche a loro, no? Io in questi decreti trovo indicazioni per cani e joggers ma mai nominati i bambini!?

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    4. Vai tranquilla: è solo il mio pediatra che lo dice, penso per eccesso di prudenza. Non volevo certo aggiungere ansia all'ansia, ne abbiamo già abbastanza!

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