martedì 28 aprile 2020

Racconti nel tempo del Coronavirus/9


Eccoci qua, ancora dentro alla bolla che, lo ammetto, inizia a andarmi un po' stretta.

Sia chiaro, continuo a essere una privilegiata e il prato che si intravede nella foto ne è un esempio lampante. Il prato ora è un bene di lusso.

La stanchezza dopo un po' si accumula, però. Mi sono sorpresa a invidiare al marito una cosa piuttosto assurda da invidiare. Quando è in telelavoro e in videoconferenza o al telefono con i colleghi ogni tanto sbotta, o si lamenta. Ecco, facendo la prof/mamma/maestra d'asilo non si può mai sbottare. Alla figlia e agli alunni bisogna comunicare serenità, ottimismo e entusiasmo, praticamente h24. I bambini sono ovviamente sensibilissimi e in questa situazione captano con radar di rara efficienza qualsiasi turbolenza in arrivo. Quindi bisogna sorridere quando ti comunicano al telefono brutte novità, quando i tuoi sono preoccupati e lo diventi anche tu di riflesso, quando le notizie non sono quelle che vorresti sentire. Non puoi avere mal di testa, essere stanco o peggio senza scatenare il panico nella prole. Gli alunni non sono poi così diversi. Sono stanchi, preoccupati, a volte esauriti loro pure e la prof deve essere una figura granitica che dia loro certezze. Persino i compiti sono delle certezze che, se vengono a mancare, disorientato ("prof, ma come? Non ci carica niente il 1 maggio?" giuro). 

Inaspettatamente, quindi, perché nei fatti cambia poco o niente per me, attendo la fase due. Per uscire con la figlia nei boschi. Andare a trovare gli asinelli dello zio. Andare a vedere, da lontano, all'aperto, con la mascherina, i miei, che non vedo credo dal 15 febbraio. 

La fase due, intanto sta mandando in panico le famiglie. Ora forse noi ce la caveremo sempre con i nostri orari assurdi, perché, forse, l'azienda di mio marito, dopo aver già messo in quarantena un intero turno, pare mantenere un regime di cautela. Ma come se la caverà chi non avrà la stessa fortuna?
Il baby sitter a due metri di distanza con la mascherina? Davvero? 
Ora, mi rendo conto che non ci sono soluzioni semplici, ma qui vedo un rapido ritorno agli anni '50 (per non dire '20), con le donne che per causa di forza maggiore, una volta confrontati gli stipendi, decidono di rinunciare al loro in quanto inferiore. E ciao ciao anni di conquiste sociali. 
Le soluzioni sono difficili, l'unica che mi viene in mente è il part time a orari alternati per entrambi i genitori (se si ha la fortuna di averne due, di lavori e di genitori). Non so se sia fattibile, ma mi piacerebbe che si battesse almeno un po' la strada della sicurezza e delle pari opportunità.
D'altro canto anche la riapertura delle fabbriche qui da noi, con i contagi ancora belli vivi e tante piccole aziende, con pochi spazi e (diciamolo) una propensione a seguire le regole molto italiana mi preoccupa assai.

Vorrei dire che mi consolo leggendo. In realtà leggo molto poco e mi scuso per altro con le blog amiche di cui desidero davvero leggere le opere. Al momento sono ancora lì, in attesa, ma il loro momento arriverà.
Sono comunque riuscita a terminare tre romanzi, assai diversi tra loro, che, in modo altrettanto diverso mi sono (chi più e chi meno) piaciuti e il cui ricordo rimarrà per sempre legato alla pandemia.

Conclave
Ogni tanto torno a Robert Harris, che è sempre una garanzia. Questa volta l'autore di Fatherland immagina il prossimo conclave. Sì, proprio il prossimo, perché il defunto papa di cui non viene fatto il nome è inevitabilmente Bergoglio. Un Bergoglio di fantasia, certo, ma mi chiedo quanto lontano dal vero. Un papa intransigente con i suoi principi (per altro sacrosanti), che ha mosso guerra alla curia, rimanendo isolato, deluso e quasi paranoico. 
La sua morte e il relativo conclave sono raccontati proprio dal punto di vista di un uomo della curia, il decano dei cardinali. Un uomo che, inaspettatamente, viste le premesse, è dotato di una squisita sensibilità e di una fede, per quanto minata dal dubbio, cristallina. Un uomo, insomma, che è bello pensare esista davvero. È lui che, in quel covo di intrighi che è la curia, disfa un nodo dopo l'altro per far sì che il nuovo papa non si l'espressione di una sporca guerra di potere. E il nuovo papa... Beh, il libro finisce con un colpo di scena che di per sé è abbastanza improponibile, ma che non sono riuscita a non apprezzare.
Una lettura agile. Molto più leggera di quanto il titolo lasci presagire, che riesce quasi, sul finale, a prendere in giro le autorità della Chiesa senza mancare davvero di rispetto.

1793
Tra le mie letture forse il romanzo con più potenzialità e quindi quello che mi ha più deluso.
Il romanzo svedese, scritto da un autore che ha un cognome che sembra una maledizione nella lingua di Mordor, forse non si presentava come un buon libro da pandemia, ma mi ha subito preso.
Nella Stoccolma del 1793, l'anno che in Francia è quello del Terrore, viene ritrovato un cadavere con tutti e quattro gli arti amputati. A occuparsene un giovane giudice integerrimo che sta morendo di tubercolosi e un reduce di guerra disilluso che ha perso un braccio in battaglia. L'atmosfera è quindi cupissima, da "qualsiasi cosa accada andrà malissimo" eppure è la cosa che più mi è piaciuta. I due protagonisti funzionano molto bene insieme, secondo la regola degli opposti che si compensano. Il giovane illuminista che si aggrappa alla ragione anche alla fine della vita e l'uomo disilluso, semplice a cui la vita ha però dato una seconda possibilità.
Quello che non funziona è la parte gialla. Ma proprio le basi. Capisco che con uno dei detective malato terminale in un mondo senza tecnologia era un problema, ma il memoriale che spiattella tutti i retroscena oggi non si può leggere. Così come l'assassino psicopatico che si consegna senza colpo ferire (perché se muoveva un dito ammazzava i nostri volenterosi protagonisti senza neanche una goccia di sudore). Insomma, l'atmosfera e i personaggi fanno tanto, ma non tutto.

Il vangelo secondo Biff
Devo questo libro alla mia amica e consigliera letteraria di fiducia Elena. 
Ogni giorno Elena mi manda una recensione di un libro che le è piaciuto e appena ho visto il nome dell'autore di questo ho avuto un'esperienza proustriana.
Perché Moore io l'avevo letto credo alle medie, con un altro romanzo (che ho ora recuperato) e mi era piaciuto alla follia. Ne ricordavo uno stile molto simile a quello di un certo Gaiman.
Pur con queste premesse avevo delle perplessità. Si può scrivere un libro comico su Gesù senza essere (troppo) blasfemi? Perché, pur essendo io tendenzialmente agnostica, la blasfemia mi disturba.
Si può.
Perché se gli angeli sono assolutamente dei decelebrati (pare che sia stato questo a spingere Dio a creare gli uomini), Gesù si può solo amare.
Ma andiamo con ordine. Biff è un bambino di Nazaret. Un bimbo del tutto normale, anche un po' sbruffone, ma il suo migliore amico si chiama Gesù. Gesù è un bimbo strano, che la fissa della giustizia, finirebbe facilmente per essere il più bullizzato di Nazaret, ma Biff ne diventa l'angelo custode. La forza di Biff, come personaggio e come narrazione, è tutta qui. Biff è un bambino e poi un uomo comune, vuole avere soldi e successo con le donne (almeno successo con le donne) ma sente che Gesù è qualcosa di diverso e di prezioso e va protetto. Attraverso i suoi occhi non si possono non provare gli stessi sentimenti per una creatura che è umanissima, ma dotata di un candore e di un senso di giustizia divino. La parte sull'infanzia è godibilissima. Gesù si esercita con miracoli più o meno riusciti (le resurrezioni danno sempre problemi), sia lui che Biff si innamorano senza speranza della bella Maddalena, detta Maddi, e si cacciano nei guai nel tentativo di circoncidere una statua romana. Segue una parte che ho trovato un po' meno riuscita sui viaggi in oriente alla ricerca dei tre re magi e  della loro saggezza. Poi c'è il ritorno, dove il romanzo si riprende alla grande e dove la risata si fa amara. Perché Biff non ha nessuna intenzione di arrendersi alla più volte predetta morte di Gesù. Oltre tutto il Gesù dei vangeli appare in questa parte di narrazione ancora più umano, concreto e amabile (delizioso il momento in cui scaccia i demoni, mandandoli a infestare dei maiali, scordando che i maiali appartengono a dei non ebrei che non apprezzano vedere indemoniati i loro futuri salami). E quindi Biff fa di tutto per salvarlo, inventa ogni sorta di piano per scongiurare la crocefissione e, quando l'ineluttabile accade, non regge. Anche se la cornice offre un lieto fine, quello del "vangelo secondo Biff" è amarissimo e, proprio per questo, perfetto.

17 commenti:

  1. Non ho mai letto niente di nessuno di questi tre autori. Christopher amoore andrà preso in considerazione, perché sembra un autore molto nelle mie corde, e la storia di un conclave dall'interno mi attira, anche se capire cosa succede in un conclave non è facile, anche perché nessuno ce lo ha mai raccontato. Grazie delle segnalazioni e portiamo pazienza, visto che altro per ora non si può fare

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    1. Da quel che ho capito, l'autore ha intervistato parecchi cardinali e ci sono aneddoti sui conclavi del passato che potrebbero anche essere veri (se non lo sono sono verosimili). Harris ha fama di documentarsi molto, quindi credo si vada sul sicuro

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  2. Quante cose in questo post molto condivisibile. È previsto un congedo parentele per chi giustamente non può tornare al lavoro, alcune colleghe ne stanno usufruendo, non ho idea quanto incida economicamente. Noi qui abbiamo l'enorme problema dei mezzi pubblici imprescindibili se si riapre. E siccome i libri sono parte davvero integrante del periodo ora commento quella parte del post. Da estimatrice di faderland letto 2 volte, questo mi attira parecchio, non lo conoscevo quindi grazie. Ma anche Biff col suo amichetto Gesù che pare più un mago me lo segno. Buon 1 maggio e coraggio, Roma scontata ma pertinente

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    1. Il congedo è di 15 giorni, cioè pochissimo rispetto alla durata dell'emergenza. La retribuzione è al 50% e quello magari ci sta anche, è proprio la durata il problema.
      Buon primo maggio anche a te!

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  3. Che bella foto!
    Rimanere sempre positivi risucchia moltissime energie. Io faccio molta fatica a ricordarmi che faccio parte dei fortunati, devo continuamente ripetermi che c'è chi sta peggio.
    Continuo a aspettarmi che magicamente torni tutto come prima mentre è evidente che non potrà succedere.
    A volte penso che sarebbe più facile se Luna fosse più grande e potessimo avere una routine più fissa, coi compiti al mattino e il gioco al pomeriggio, ma a sentire le mie amiche coi figli più grandini l'alcool è l'unico modo per arrivare a sera quindi non credo sia facile per nessuno.

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    1. Da quello che capisco chi ha i bimbi più grandi invidia chi ha i bimbi più piccoli e viceversa. La verità è che i bambini non sono fatti per stare rinchiusi, anche se è inevitabile. Qui dopo un'inizio difficile ora va abbastanza bene, ma la fatica è tanta perché abbiamo la fortuna (e ribadisco, la fortuna) di continuare a lavorare.

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  4. Anche in situazioni di privilegio, chi è che non comincia a stancarsi di questa clausura? Le preoccupazioni restano, ma bisogna non farsi schiacciare dalla paura anziché dal virus. Speriamo che alla fine questo periodo difficile ci faccia progredire, non tornare indietro.

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    1. La regressione economica temo sia inevitabile, ma meglio quello che lutti in ogni famiglia, credo.

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  5. Mi segno con gratitudine i suggerimenti di lettura, specialmente questo Christopher Moore che non conosco ma promette bene.
    Per il resto, io ho dovuto chiedere di posticipare i termini di consegna dei lavori già accettati e declinare altre offerte. Con grande danno, economico e non solo - se cominci a rifiutare lavori esci dal giro.
    E con il Pongo, la sabbia cinetica, la pittura a dita, i biscotti e i lavoretti col cartoncino ho esaurito le opzioni da mamma montessoriana. Aiut.

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    1. A me il libro di Moore è piaciuto e ha dato un bel sostegno morale.
      Adesso qui si è attivata la didattica a distanza anche dell'asilo, che almeno indirizza i lavoretti e mi viene in aiuto perché non si sa più cosa inventare.

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  6. Non so perché non compare il mio nome, scusate. Sono Giorgia

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  7. Nel continuare a manifestarti la mia solidarietà per la condizione di mamma/prof., passo subito a quell’ultimo libro letto, che mi ha messo addosso una curiosità tale che (adesso vado a controllare la lunghezza), vorrei proporlo al mio gruppo di lettura per il prossimo mese: sai le discussioni, con me che, come ben sai, sono molto credente e non so bene come giudicare le storie che, ancorché non blasfeme, comunque parlano di Gesù in un certo modo. Non sono bigotta, da qui la mia curiosità, però nutro qualche remora: leggerlo insieme ad altri potrebbe aprire un bel confronto.

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    1. Ovviamente dal mio sguardo non so dirti. A me sembra che Gesù sia raccontato con rispetto, ma ovviamente l'intento del libro è l'intrattenimento e come dice la prefazione (o la postafazione?) "se basta questo romanzo a mettere in dubbio la tua fede, non è una gran fede". Devo dire che c'è anche un bel lavoro di documentazione sulla situazione della Palestina del tempo e il modo di vivere, da archeologa su questo lato non ho visto bestialità.

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  8. I tre libri mi sembrano molto interessanti, in particolare il primo. Credo sia molto difficile gestire alunni e bambini, ma le donne sono allenate da secoli a essere più forti e pazienti degli uomini, per questo non si deve tornare indietro

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    1. Personalmente credo che le donne debbano smettere di essere pazienti e lasciare anche anche gli uomini facciano la loro parte. Per inciso mio marito fa la sua parte eccome, adesso ad esempio si sta mettendo ai fornelli. Semplicemente lui con i suoi colleghi può sbottare e sfogarsi, io con i miei preadolescenti ovviamente no. Per il resto resistiamo e speriamo che vada tutto bene.

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  9. In questa condizione di quarantena, come al solito le mamme con bambini piccoli svolgono diverse attività contemporaneamente. So di colleghe che devono fare la mamma, la lavoratrice, la rappresentante di classe, la risolvitrice di grane a distanza, e via discorrendo. Ho sempre detto, per esperienza diretta, che chi ha figli piccoli non riesce a lavorare in casa perché giustamente i bambini reclamano attenzione. Sono molto preoccupata che si torni indietro di decenni... e oggi inizia la fase 2, al momento sta andando bene anche se è un po' presto per cantar vittoria. Ho visto i tg e molti hanno preso l'auto per spostarsi per paura del contagio sui mezzi pubblici.

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    1. Qui è tutto molto tranquillo, principalmente la gente se non va al lavoro passeggia. Ieri sera abbiamo incontrato un'auto dei carabinieri che ci ha salutato, clima molto disteso. Mi preoccupa un po' di più vedere quasi tutti gli anziani della via che tornano a fare i nonni a tempo pieno. Non dovevamo tutelare gli anziani?

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