sabato 29 agosto 2020

Verso la ripartenza


 

Ecco, questa sono io che guardo il nuovo anno scolastico, senza la più pallida idea di cosa ci sia sotto la nebbia.

Girando per la rete, sembra che ognuno abbia la propria certezza, sappia additare con sicurezza i colpevoli. Come al solito a me le certezze mancano e i miei desideri confliggono. Voglio sicurezza e una scuola che sia davvero scuola, sia per mia figlia che per me. Voglio sicurezza, ma anche la mia vita di prima. Ho letto che solo il 10% della popolazione, anche potendo, vorrebbe tornare al vecchio stile di vita. Beh, sapete una cosa? A me la mia vita, così com'era strutturata dopo 40 anni di tentativi, piaceva. Mi piaceva il mio lavoro per come si svolgeva (in classe). Mi piaceva vedere gli amici almeno una volta alla settimana. Mi piaceva che mia figlia facesse sport e frequentasse altri bimbi. Tutto molto banale e piccolo borghese, certo, ma mi piaceva. Però mi piace anche non finire all'ospedale e sopratutto non veder finire all'ospedale nessuno dei miei cari, grazie tante.

Quindi sono consapevole che i miei desideri confliggano e ho questa sensazione di inoltrarmi in un periodo in cui non mi piacerà fare ciò che è giusto fare. Poi c'è la nebbia che avvolge la scuola.

Sia agli atti. Ringrazio il cielo di non essere preside, di non essere vicepreside, animatore digitale, responsabile di alcunché e di arrogarmi il privilegio di potermi lamentare di decisioni che non devo prendere io.

Riassumiamo un attimo quello che so della scuola.

1 – Non so come i ragazzi la possano raggiungere. Il nostro istituto aveva due coraggiosi scuolabus che gestivano un tetris di orari in modo da stipare il massimo numero di alunni possibile dai vari paesi che convergono verso la nostra scuola e scaricarli tutti al giusto orario al giusto ingresso. Non credo molto alla moltiplicazione del pane e degli scuolabus e quindi suppongo rimangano i soliti due. Temo piuttosto la moltiplicazione delle auto dei genitori, pronte ad assembrarsi nella stradina a senso unico che conduce alla scuola, generando così un ingorgo in grado di paralizzare l'intero paese. A quel punto gli ingressi scaglionati sarebbero garantiti, poiché l'ultimo della fila entrerebbe due ore dopo al primo.

2 – I banchi monoposto non sono un problema. Li abbiamo sempre avuti. Persino quelli con le rotelle, ebbene sì, li abbiamo da un anno e molto più belli di quelli della fotografia che gira. Il problema dei banchi a rotelle, a parte l'effetto autoscontro, è che poi lì dovrebbero stare. Inchiodati. Non cinque, ma otto ore, essendo i miei alunni a tempo prolungato. Spero che la mia dotazione comprenda anche una lunga frusta, onde poterli richiamare a distanza, perché dopo otto ore inchiodato a un banco chiunque diventa una bestia feroce.

3 – La mia parte preferita. Il registro per segnalare i contatti extra sezione. Posso capire all'asilo di mia figlia, dove i bambini possono essere paghi di giocare con i loro dieci amichetti senza sconfinare. Ma io insegno alle medie. Vi ricordate voi alle medie? Scagli la prima pietra chi non si è mai dato appuntamento in bagno, appartato all'intervallo, inventato la qualsiasi per andare nell'altra classe solo per vedere quello/a che piaceva. Come dice mio marito, il registro dei contatti per la terza media deve prevedere due voci "con la lingua" e "senza lingua". Capiamoci. Neppure i prof di Harry Potter, che erano tutti maghi, riuscivano a evitare che scorrazzassero senza controllo per la scuola, dovrei riuscirci io senza bacchetta?

4 – Arieggiare! Questo è un problema mio. Sono un'iguana. Il mio clima ideale sono i 32° caldo-umido. A volte nelle scuole, tra effetto stalla e riscaldamento ci siamo vicini. Io ci sto benissimo, ma capisco che non sia il massimo. Ora, dopo anni ad aver sbraitato contro il "non aprire le finestre con i caloriferi accesi" sarà esattamente quello che ci troveremo a fare. A San Maurizio d'Opaglio, dove insegno, l'inverno è inverno, ci possono tranquillamente essere giornate intorno agli 0° anche a mezzogiorno. Quindi ci saranno le finestre spalancate a irrorare la stanza di salvifica aria fresca e i caloriferi che rischiano di far esplodere la caldaia nel tentativo di tenere il tutto sopra la temperatura di congelamento. Ma forse questo per me sarà un problema relativo. Considerato che con 37.5 devo andare dal medico e rimanere in isolamento in attesa di tampone al terzo giorno così io sono già fuori dai giochi. 

5 – Non ho capito o non voglio capire cosa si intenda ora per intervalli o mensa. Tutti a distanza almeno di un metro l'uno dall'altro? Torniamo direttamente al punto 3. Ricordarsi un attimo cosa significava alle medie "intervallo" e poi dotare di nuovo i professori di frusta.

6 – Non ho capito cosa devo fare un ragazzo deve andare in bagno. Confido molto nelle capacità organizzative dello staff della mia scuola, ma dubito abbiano moltiplicato i bagni. Quindi ne rimane uno per corridoio. Che faccio? Tengo il ragazzo inchiodato e/o gli fornisco una bottiglietta per espletare? Ovviamente non varrà più il vecchio adagio "dovevi andare all'intervallo". All'intervallo non potranno andare in bagno, per non assembrarsi! Quindi? Confido che in nessun'altra classe del piano ci sia un ragazzo che in quel momento deve andare in bagno? Teniamo un bidello a piantonare i bagni onde organizzare una fila ordinata e distanziata? Abbiamo abbastanza bidelli per piantonare tutti i bagni e fare anche il resto del lavoro? Solo se li moltiplichiamo. Quindi?

Davvero, senza ironia, io spero che il collegio docenti di martedì risponda a tutte le mie domande e sono sicura che la dirigenza avrà fatto miracoli. Sono proprio le linee guida che sembrano scritte in lineare A, una lingua di cui riconosciamo i caratteri, ma che ci risulta ancora incomprensibile. Per il momento, quindi, guardo la nebbia e mi sembra che l'anno scolastico si prospetti come uno strano gioco dell'oca dalle regole ancora indefinite. Spero solo di non pescare "torniamo tutti alla DaD". Almeno non così in fretta. A dispetto di tutto, ho voglia di inoltrarmi nella nebbia.


13 commenti:

  1. Non dev'essere per niente facile fare l'insegnante in questo momento. Tanta stima e altrettanta solidarietà.
    Io fra quattro giorni dovrò affrontare l'inserimento di mio figlio alla scuola materna e sono terrorizzata... ma, appunto, confido negli insegnanti (educatori, ok, ma siamo lì), che di solito la sanno lunga.
    In bocca al lupo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mia figlia ricomincia domani. Speriamo in bene. E in bocca al lupo anche a te

      Elimina
  2. La tua frase finale dice tutto. Quindi in bocca al lupo a te e a tutti coloro cui la voglia di inoltrarsi nella nebbia non è passata. Non deve essere facile!

    RispondiElimina
  3. Il registro per segnalare i contatti extra sezione mi mancava. Considera che uno dei miei capisaldi educativi è sempre stato "far uscire chiunque a semplice richiesta, mandar fuori chiunque a cercare cavi, custodi, assistenza informatica o medica, libri ecc" perché sono convinta che la socializzazione anche casuale sia uno dei pilastri fondanti della scuola. Sento che soffrirò tantissimo per tacere dei poverin 😢

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io sono sempre stata molto liberale sulle uscite... Quello del registro dei contatti l'ho letto sulle linee guida, poi non so se dovremo applicarlo. Spero vivamente di no, sarebbe un incubo!

      Elimina
  4. Ho i tuoi stessi dubbi, attorno ad alcuni nuclei che a mio parere potremo chiarirci solo "vivendo". Io non so come faremo a gestire classi di una ventina di alunni solitamente anche in aule medio-piccole. La distanza si dice sia la prima norma igienica, bene. È il Problema. Potremo attrezzarci di mascherine (che secondo me diventeranno il giochino con cui si daranno da fare) ma sarà tutto un pro forma, secondo me. Un po' come quando si cerca di rispettare le norme di sicurezza più comuni e poi tutto resta caotico. Vaccino, dove sei??

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedo che i problemi sono un po' uguali ovunque. Da noi, poi, ne abbiamo uno strutturale piuttosto grave. Nel mio plesso abbiamo 8 classi, ma solo 6 docenti di ruolo, di cui 3 in condivisione con altre scuole. Il 14 rischiamo seriamente di non avere una persona a classe...

      Elimina
    2. Anche per noi ci sono dei problemi di nomine su alcune cattedre. Una di queste è proprio di Lettere e si suppone che per almeno tutta la prima settimana in una sezione resteranno senza insegnante. Per altro noi ci stiamo già preparando all'eventualità di insegnare per metà cattedra a distanza, perché gli spazi e il distanziamento sono il vero problema.

      Elimina
  5. Non è per niente facile fare gli insegnanti in questo momento, sono molto perplessa anch'io, il fatto è che per far tornare le classi in presenza sarebbe stato necessario moltiplicare gli spazi delle scuole e sdoppiare le classi, tanto per dirne una, insomma una riorganizzazione non immediata considerato che gli edifici scolastici sono quello che sono. Puntare, in futuro, su reali investimenti sull'edilizia scolastica potrebbe servire. Per ora invece possiamo solo incrociare le dita. In bocca al lupo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Da noi il problema sono più le persone che gli spazi. Certo non vorrei essere preside, almeno io devo attenermi alle regole, senza dover decidere

      Elimina
  6. Non si capisce niente, in effetti. Io ero rimasta sconcertata dalle "rime buccali", persino una mia amica che ha fatto il classico ed è laureata in Lettere non aveva la più pallida idea di che cosa significasse. Appunto, come scrivi non vorrei essere nei panni dei presidi, avrei gli incubi di notte.
    A Milano comunque ho già constatato, anche in mancanza di studenti, che i mezzi pubblici sono abbastanza affollati...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I mezzi pubblici sono un altro incubo. Non so come arriveranno i ragazzi, suppongo in volo, se arrivano tutti in auto blocchiamo l'intero paese. Però ho sentito che adesso ci sono gli zaini jet (scherzo, ma neppure troppo...)

      Elimina
    2. Vero, è stato avvistato un omino che volava sopra il lago d'Orta. ;)

      Elimina