domenica 17 gennaio 2021

Il castello dei destini incrociati – Piovono libri

 – Idea fotografica rubata a Elena –

 In un inizio anno così complicato non era questo il libro che mi meritavo.
Inizierò la mia recensione con una di quelle frasi odiose del tipo "Non sono razzista, ma..."
Non sono un'esperta di Calvino, ma come chiunque abbia fatto studi letterari ho letto la mia buona dose di suoi libri e li ho sempre apprezzati. In particolare, un luogo speciale nel mio cuore lo occupano Le Cosmicomiche e  l'Orlando Furioso raccontato da Calvino, opera che mi ha fatto amare da allora e per sempre l'epica rinascimentale.
Mi aspettavo quindi grandi cose da Il castello dei destini incrociati.

Ne conoscevo già lo spunto narrativo, storie a incastro costruite secondo la successione di carte di tarocchi, anche perché non c'è, credo, aspirante scribacchino che non abbia provato una volta o l'altra un esercizio simile. Esiste anche un gioco narrativo di carte, che spesso uso a scuola, ispirato allo stesso meccanismo.
Ecco, arrivata a metà libro ho pensato che in un medio corso di scrittura sarebbero usciti racconti migliori.
Le storie narrate da Calvino sono forzate come un vecchio meccanismo assembrato con ruote dentate arrugginite, di misura diversa e che si cerca di far funzionare a forza.
Il gioco intellettuale e il fascino delle carte dei tarocchi riportate a lato o sopra la pagine, le diverse letture che si possono dare di esse regge solo per un certo numero di pagine, poi subentra la noia.
Sia chiaro, io amo gli esperimenti letterari molto celebrali. Adoro Borges. Qui, però, ho trovato poco, se non l'incaponirsi di un autore in un gioco che aveva già smesso di appassionarlo, portato avanti solo per il mutuo da pagare o qualcosa di simile. Perché l'impressione è questa, non mi sto divertendo io che leggo e neppure si stava divertendo Calvino che scriveva.
Una volta interiorizzato il gioco delle carte, le storie entrano ed escono dalla mente senza lasciare niente, neppure la noia. Le trame sono forzate, non esistono riflessioni che portino verso un oltre cognitivo. Speravo almeno che il tutto fosse riscattato da una prosa di rara bellezza, ma anche questa sembra tirata via. Sia chiaro, Calvino è sempre Calvino. Non può scrivere male. Ma qui sembra impegnarsi molto per riuscirci.
Di questo libro mi rimarrà solo un paradosso narrativo. È esistito nella mia testa finché non l'ho letto, perché esisteva il desiderio di farlo (l'ho inserito io nella lista del gruppo di lettura) e ha smesso di esistere nel momento in cui l'ho letto, perché non mi ha lasciato nulla. Non l'ho scagliato dalla torre. È evaporato.

Mi sono avvicinata alla riunione del gruppo, devo dire, un po' timorosa nel portare la mia stroncatura senza appello. Purtroppo la lettura di questo libro ha coinciso con un momento difficile per la mia famiglia (al momento in lento miglioramento), quindi mi chiedevo se non fosse stato il mio stato mentale a non farmi cogliere la bellezza letteraria dell'opera. Invece il giudizio è stato più o meno unanime, con solo due tentativi di difesa. La parte letteraria della discussione è stata tra le più brevi di sempre. Una decina di lettori forti, molti dei quali si nutrono quotidianamente di classici, e nessuno che l'abbia amato.

Una delle recensioni più belle, e più benevole, è stata questa:
Recensione di Enrico


A questo punto cosa devo dire al 2021? Sei iniziato maluccio anche dal punto di vista delle letture, dato che anche altri libri letti non si sono dimostrati all'altezza delle aspettative. Ma è solo la metà di gennaio. Dai, 2021, che puoi riscattarti!

Se invece volete fuggire in un mondo steampunk, il nuovo capitolo del mio racconto è qui.

8 commenti:

  1. Speriamo nel riscatto delle letture e della vita, mi spiace per questo inizio. Per i libri pure io ho cominciato con 2 romanzi da 5.

    RispondiElimina
  2. Letto anni fa, ma lasciato alla prima parte: mi sono annoiata anch’io, quindi non è strano quello che dici, anche se stiamo parlando di Calvino.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alla fine non ho ancora trovato nessuno a cui sia davvero piaciuto.

      Elimina
  3. Vi rivelerò l'oscuro segreto che pesa sulla mia coscienza da anni: a me Calvino non è mai piaciuto. Né da ragazzina né adesso. Ecco, l'ho detto :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. :)
      A me in realtà molto Calvino piace, ma questo per me è no.

      Elimina
  4. Io non ho letto nulla di Calvino, non so perché, non è capitato.
    Comunque per il 2021 c'è ancora tanto tempo per leggere nuovi romanzi :)

    RispondiElimina