giovedì 11 novembre 2021

Un anno fa


 Un anno fa, più o meno di questi tempi, uscivo dalla quarantena e ritrovavo mio marito e mia figlia.
Il Piemonte entrava in zona rossa, non avrei rivisto amici e parenti ancora per un bel po', con mia figlia che ogni tanto diceva: "mamma, ma una volta avevo delle altre cuginette?". Stava per iniziare lo strano balletto che ci avrebbe tenuto compagnia per tutto il periodo natalizio: si può uscire al massimo in due, il bimbo non conta, non più di una visita al giorno, in un raggio massimo di 30 km, se il tuo comune fa meno di 5000 abitanti. Nelle scuole iniziava la DaD a singhiozzo, l'attesa snervante del tampone per ogni ragazzino raffreddato per sapere se saremmo finiti tutti in quarantena. Era in modo inequivocabile l'inizio di un inverno snervante, eppure io ero folgorata dalla bellezza di quello che mi circondava.

Per quindici giorni ero stata chiusa nella casa dei miei genitori con mio padre malato, mentre mia madre era ricoverata. Su mia mamma non avevamo ancora notizie precise (in effetti poi è stata in ospedale a singhiozzo fino a giugno), ma mio padre almeno sembrava fuori dal momento peggiore. Io, per motivi che non mi sono del tutti chiari, non mi sono ammalata. Mentre ero in quarantena alcuni miei colleghi con cui inevitabilmente ero stata in contatto hanno sviluppato sintomi Covid, ma io che mi prendo ogni raffreddore passi nel raggio di 10 km da me da questa bestiacce si sono (finora) tenute alla larga.

Non credo che questa esperienza mi abbia reso migliore in senso generale, i miei difetti ci sono ancora tutti, belli radicati e in salute. Però mi ha cambiato. La bellezza ci ciò che mi circonda continua a stupirmi. Nonostante siano ormai quasi due anni che i nostri spostamenti sono limitati a poche (graditissime) trasferte continuo a trovare splendida la zona in cui abito. Ogni volta che riesco ad andare a correre, sopratutto quando lo faccio al lago, subito dopo aver finito di far lezione mi lascio abbagliare dai colori. Il privilegio di potermi muovere a piacimento in mezzo alla natura mi appare evidente in tutta la sua grandezza. Fino a che avrò i miei boschi e il mio lago così vicini sarò ricca. Alcune cose hanno smesso di essere fonte di stress. Non sono sparite, ma è sparito l'effetto che hanno su di me. Sia chiaro, lo stress e l'ansia sono parte di me, a livello a volte quasi patologico. Ma ad esempio sono diventata molto più zen per quanto riguarda il lavoro. Non credo di lavorare meglio o peggio di prima, di più o di meno, ma non controllo più ossessivamente le scadenze, non riguardo diecimila volte se preparato tutti materiali per le lezioni, non mi angoscio più per consegnare la verifica sempre la lezione successiva rispetto a quella in cui l'ho svolta. Per altro consegno comunque le verifiche corrette la lezione successiva rispetto a quella in cui i ragazzi l'hanno svolta, ma lo faccio senza angoscia, riuscendo nel mentre anche a leggere più di prima. Anche con la scrittura ho un atteggiamento simile. Ho ripreso a scrivere dandomi degli obiettivi, ma il loro mancato raggiungimento non mi causerà stress aggiuntivo. Le cose importanti sono comunque altre. Mi gratifica di più una passeggiata nei boschi dietro casa con i miei cari di una nuova pubblicazione.

Quello che invece mi preoccupa è il nuovo crescere dei contagi. Mi sono adagiata in fretta in questa parvenza di normalità. Ho scoperto un piacere nel rivedere parenti da cui ero stata a lungo separata che forse non avevo mai provato con tanta consapevolezza. Il tedio delle lezioni in classe mi appaga, il richiamare i ragazzi all'attenzione è mille volte meglio del silenzio innaturale delle videolezioni. Le due mattine a settimana in cui riesco a fare colazione al bar sono le più belle e le riunioni con gli storici gruppi di giochi di ruolo qualcosa che solo fatti gravi mi possono far saltare. L'idea di perdere di nuovo tutto questo mi terrorizza. L'idea che spunti una nuova variante che mi faccia tornare a vivere con l'angoscia di portare il virus ai miei cari mi paralizza.
Non ha senso che sia io a parlare di quale sia l'unica via per sfuggire a tutto ciò. Mio marito lavora in assicurazione di qualità in azienda chimico-farmaceutica. Non solo è pagato da Big Pharma, ma "se non ce lo dicono, chissà cosa c'è dentro" la colpa è del suo ufficio (e i suoi superiori sono quelli che eventualmente vanno in galera). Io sono pagata dallo stato, quindi dai Poteri Forti. Quindi, nonostante la mia anima anarchica, metterei il vaccino obbligatorio seduta stante e poche storie. Il fatto è che con una bestiaccia così nuova non si può sapere quanto effettivamente durerà la copertura vaccinale, né si può escludere l'insorgere di nuove varianti. Quindi non sono più in ansia per le verifiche non corrette che si accumulano, ma ogni volta che accendo un notiziario mi si stringe lo stomaco.

Per il momento cerco di godermi in qui e l'ora e il privilegio di una mattina con i ragazzi nella più bella delle aule



Per chi invece volesse leggere la mia saga steampunk, è disponibile il quarto capitolo de L'Assedio degli angeli.

11 commenti:

  1. E poche storie, bello, chiaro e da me assai condiviso. Grazie per questo lucido post. Il tuo lago e relativi colori sono luoghi per me iconici e connessi a emozioni importanti e ti auguro tante corse col cuore non troppo stretto.

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  2. Grazie per aver condiviso e ricordato qui la tua esperienza, ricordo che lo scorso anno ti leggevo con apprensione. In effetti anch'io sono diventata meno ansiosa ma solo per la scrittura, insomma scrivo ma non mi tormento per raggiungere determinati obiettivi, affronto tutto con più calma. Capisco anche che vivere in mezzo alla natura sia molto gratificante, io per esempio apprezzo meno il nuovo movimento in città.
    Tuttavia le notizie di aumento dei contagi mi causano apprensione, non ho proprio voglia di tornare indietro...

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    1. Io neppure. Venerdì mia mamma ha fatto la terza dose. Un anno fa mi sarebbe sembrato fantascienza. Speriamo bene.

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  3. Concordo assolutamente sul vaccino obbligatorio! Anche a me preoccupa questa nuova risalita dei contagi e spero davvero di non dover rivivere un lock down-zona rossa 2.0 ora che finalmente mi sembra di aver recuperato una semi normalità.

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    1. Oggi sono andata a pattinare all'aperto con mia figlia in una piazza già addobbata per il Natale. Vedere come luccicavano gli occhi di mia figlia non ha prezzo. L'idea di un antro Natale buio come quello dell'anno scorso mi è insopportabile.

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  4. Anche a me preoccupa moltissimo la nuova curva verso l'alto dei contagi. Non me lo aspettavo, pensavo che dall'80% e più di vaccinati si sarebbe raggiunta davvero quella famigerata "immunità di gregge". Cosa non sta funzionando? I reticenti non vaccinati sono veicoli di questa impennata? Mi lascia perplessa. Penso che in un mondo globalizzato in cui comunque ci si incontra, fronteggiare una pandemia è arduo. Convivere con questo virus al momento sta rendendo nuovamente precarie le nostre attività. Meno male che esistono i libri, per me sono salvifici. Una missione proprio.

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    1. Mio marito ricorda che per l'immunità di gregge serve l'85-90% della popolazione totale, mentre per ora tutti gli under 12 sono esclusi. Inoltre in molti paesi il tasso di vaccini è basso e questo li rende incubatrici di varianti.
      Ovviamente questa è la voce di Big Pharma, ma sia chiaro che noi sia ufficialmente finanziati dai Poteri Forti.

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  5. Purtroppo la tendenza è quella di dimenticarsi di come eravamo conciati un anno fa. Infatti quando discuto con certe persone, noto che cadono dalle nuvole e poi dicono "eh già" quando ricordo le difficoltà soltanto di qualche mese fa. E non credo che sia la maledizione dello storico, ma il fatto di custodire il senso della memoria per trarne qualche giovamento. Anch'io metterei il vaccino obbligatorio.
    Ho cambiato lo smartphone e ora riesco a fare delle foto belle, infatti a ogni angolo faccio fotografie della natura rosseggiante. Negli ultimi tempi i miei preferiti sono i tramonti estivi o del primo autunno, che riesco a fotografare dalla finestra del mio studio. Comunque una visita sul lago d'Orta prima o poi voglio combinarla!

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    1. Avvisami quando vieni! Mi farebbe davvero davvero piacere conoscerti

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