Giugno è volto al termine, i capperi sono in fiore e la temperatura, beh, quella è da deserto pieno (qui tra colline e laghi, non oso immaginare in città). È decisamente tempo di pensare alle letture estive.
Negli ultimi tempi il mio metodo di lettura si può definire sono "casuale". Consiste nello sbattere contro libri inaspettati che non era mia intenzione comprare e finirli prima di quelli iniziati da settimane. Grazie alla mia metodica applicazione ho collezionato un certo numero di letture (e ascolti) che nella mia classifica a gattini valgono quattro o cinque gatti.
Trevor Noah
Nato fuori legge
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Lettura/ascolto subito finita tra i consigliati per i miei alunni.
Trevor Noah oggi è un comico abbastanza noto negli USA (mi fido della quarta di copertina per questo), ma è nato in Sud Africa negli anni '80 da madre nera e padre bianco. E non avrebbe dovuto nascere, perché all'epoca frequentarsi tra "razze" diverse era reato. Il semplice fatto di essere nato lo poneva fuori legge. Non poteva avvicinare il padre il pubblico, né tanto meno chiamarlo "papà", ma anche la mamma spesso lo portava fuori fingendo di essere la domestica. Le cose migliorano con la fine dell'apartheid, ma Trevor rimane comunque un fuoricasta. Le divisioni sociali, infatti, non spariscono per magia, i vecchi modi di vivere, di pensare, i problemi sociali ed economici perdurano e in alcuni casi peggiorano. Trevor cresce nella cultura di sua madre, ma non viene percepito come un suo legittimo appartenente. Inoltre la donna pone termine alla relazione con il padre svizzero di Noah e sposa un uomo violento, i cui scoppi d'ira condizioneranno la vita di tutti i membri della famiglia. Raccontata così sembra una storia molto pesante, ma Trevor è un comico e racconta le vicende senza addolcirle, ma mettendo in risalto il lato divertente di alcune situazioni. Il suo sguardo è quello del bimbo e poi del ragazzino che vive in una normalità che per noi è folle, ma in cui lui ha imparato a vivere e di cui, spesso, sa scardinare le regole. Ci si indigna durante la lettura, ma si sorride, a volte si ride anche. Sopratutto si viene in contatto con una realtà davvero vicina nel tempo, un orrore tangibile di cui i miei coetanei hanno ancora viva memoria. Il tutto con una prosa leggera, accessibilissima dai dodici anni in poi.
Trung Le Nguyen
Magic Fish - Le storie del pesce magico
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Altra lettura consigliata dai dodici anni (ma come la precedente consigliatissima a tutti).
Mi sono trovata un po' per caso alla presentazione di questa grapich novel e sono stata colpita subito dall'autore, che raccontava quanto autobiografica sia la sua opera. Lui è di origine vietnamita ed è nato in un campo profughi filippino. Solo quando aveva due anni la famiglia è riuscita a migrare negli USA con lo status di rifugiati. Ovviamente nessuno sapeva la lingua e i titoli di studio dei genitori erano inutili. Trung è quindi cresciuto con la consapevolezza che i suoi genitori facevano il triplo della fatica di quelli dei suoi compagni per permettergli di studiare. Per questo non voleva avere segreti per loro, neppure quello di essere gay.
Presentata così (come per il romanzo precedente) c'erano tutti gli elementi per il drammone pesantissimo. E invece no. Magic Fish è una storia di sensibilità che fa bene al cuore. Il protagonista prende la decisione di fare coming out con i suoi genitori quando ha tredici anni, ma non sa come fare. I genitori parlano poco del proprio passato e dei propri sentimenti e oltre tutto in quei giorni muore la nonna e la mamma, per la prima volta da più di dieci anni, torna in Vietnam. Per fortuna ci sono le storie che creano legami. La narrazione del protagonista, infatti, si interseca con tre fiabe, la prima narrata da lui alla famiglia, la seconda dalla zia alla mamma e la terza dalla mamma al ragazzo. In tutti e tre i casi le storie parlano più che altro di chi le racconta. La difficoltà di crescere e cambiare, le sofferenze da attraversare nella vita e la difficoltà di cambiare paese, simboleggiata dalla storia della sirenetta, che rappresenta la mamma. Come la sirenetta, anche la mamma del protagonista è andata in un altrove dove si è trovata senza voce, circondata da persone con cui non riusciva a parlare. Il bello delle fiabe, però, è che si possono modificare, cambiarle secondo le necessità, persino trovare un finale più giusto e più dolce per la sirenetta.
Ho detto che è un libro adatto ai ragazzini, ma è, ancor di più, un libro per genitori e educatori. L'intento dell'autore, infatti, era quello di dare un esempio positivo raccontando un coming out felice che racconti sì la paura di aprirsi, ma sopratutto la gioia per essere accettati come si è.
Attenzione, qualche lacrimuccia alla fine scappa.
Giorgio Bastonini
Uno strano pubblico ministero
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Il giallo da ombrellone che stavo aspettando. Un'indagine in un'Italia brutta, ma piena di belle persone. L'Italia brutta è quella di Latina. Un posto dove le mafie si scontrano con l'emarginazione e il fanatismo religioso. In cui ad indagare, però, c'è un pubblico ministero che sembra un po' un eterno adolescente. Come ogni adolescente è imbranato con le donne, non è proprio un esempio di affidabilità, ma crede ancora nelle persone. E poi ci sono gli adolescenti veri, quelli che finiscono facilmente nei guai, possono essere usati, ricattati, manipolati, plagiati. Ma sono anche in grado di generosità spontanea, piccoli grandi gesti in grado di cambiare almeno un po' di mondo.
Tony Hillerman
Il canto del nemico
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Altro buon giallo da ombrellone. Questo romanzo dei primi anni '70 ci porta negli USA e più precisamente in una riserva Navajo. È un momento particolare, in cui i vecchi ancora ricordano in modo vivo la cultura tribale e i giovani vivono sospesi tra tradizione e modernità. Sopratutto, c'è chi cerca un proprio cammino da percorrere, che non rinneghi le proprie origini, ma non si chiuda al cambiamento. A indagare su un omicidio che apparentemente ha poco da raccontare ci sono un poliziotto navajo e un antropologo cicciottello. Due sono i pregi principali del romanzo. La descrizione dall'interno della riserva Navajo, fatta senza pietismi e luoghi comuni. I Navajo non sono né vittime né eroi. Semplicemente portatori di una civiltà diversa, con valori non coincidenti con quelli dominanti. Persone consapevoli di essere minoranza che hanno deciso di non guardare al passato con eccessiva nostalgia, ma che non rinnegano il proprio essere. Divertente è invece la scelta dell'autore di regalare il principale ruolo d'azione, quello dell'eroe alla Indiana Jones, all'antropologo ciccio, ipocondriaco e imbranato. Il romanzo parte piano, ma poi cattura e fa venir voglia di leggere ancora. Onore al merito ad HarperCollins per aver recuperato questi romanzi, ma leggerli prima di scrivere la quarta di copertina era forse una buona idea. La quarta, infatti, presenta come co protagonista non l'antropologo, ma un giovane navajo che sogna di diventare sciamano. Peccato che questo personaggio non compaia mai. È infatti il protagonista di alcuni romanzi successivi scritti dallo stesso autore...
Se invece volete leggere qualcosa di mio, ecco un capitoletto.
Confermo che in città il caldo incombe con tutto il suo potere distruttivo, Bologna non fa eccezione. Riguardo ai romanzi che hai indicato, mi attirano Nato fuori legge e Uno strano pubblico ministero, bella la quotazione con i gattini 🐈⬛
RispondiEliminaDiversi, ma entrambi molto validi!
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