giovedì 13 dicembre 2012

Tristezza: chiusura in vista per gli Ecomusei del Piemonte

Qui il post ufficiale di Ecomuseo Cusius.

Io ero indecisa se iniziare con la parola rabbia o con la parola tristezza, ho scelto la seconda, con fatica.

Cos'è un Ecomuseo? E' un ente che si prende cura di un territorio, ne valorizza gli aspetti culturali e ambientali per preservarne e valorizzarne le peculiarità e sceglie come interlocutori privilegiati i cittadini di quello stesso territorio.

Che cosa fa in concreto l'Ecomuseo del Lago d'Orta e del Mottarone, quello che io conosco meglio? Coordina una decina di piccoli (e non tanto piccoli) musei sul territorio e ne garantisce l'apertura estiva con servizio di visita guidata gratuita.
Offre ogni anno numerosi laboratori e percorsi didattici per le scuole del territorio che sono nella quasi totalità dei casi gratuiti. I bambini vengono portati a scoprire il Lago e le zone limitrofe con accompagnatori naturalistici e storici e poi approfondiscono in classe quanto scoperto con dei laboratori.
Organizza dei percorsi di scoperta per tutti, alla ricerca degli angoli più segreti della nostra meravigliosa zona. Ha mappato sentieri ormai in disuso, li ha resi di nuovo percorribili, ha messo una segnaletica chiara e ha pubblicato e distribuito guide per percorrerli. Organizza ogni anno almeno 5 escursioni di gruppo su percorsi sempre nuovi.
E' un polo di documentazione e ricerca. Stagisti, laureandi e ricercatori universitari sanno ormai che Ecomuseo è il punto di riferimento per tutti gli studiosi di storia locale e dunque è il luogo privilegiato per trovare informazioni specifiche sul territorio.
Organizza convegni e giornate di studio.
E' un luogo di incontro e di aggregazione che declina il "prendersi cura del territorio" dagli incontri con gli autori di storia locale alla valorizzazione dei prodotti enogastronomici al censimento dei siti di interesse storico.
Potrei andare avanti ore a raccontare cosa Ecomuseo Cusius fa con 3 dipendenti e una manciata di collaboratori. 3 dipendente. Non 300 e neppure 30.

Ieri ho scoperto che Ecomuseo Cusius rischia di chiudere da un articolo su La Stampa. La cosa che mi ha fatto più rabbia era un commento sul fatto che magari alcune attività potranno essere portate avanti da gruppi di volontari. Mi ha fatto rabbia perché qui, secondo me, c'è il nocciolo del grande fraintendimento che le istituzioni italiane hanno con la cultura. L'idea di fondo che se un lavoro ti piace, lo fai bene, con passione e questo lavoro riguarda la cultura, tu lo debba fare gratis. Dimenticando che competenza e esperienza sono un valore. Che nessuno potrà fare al meglio il lavoro che è stato formato per fare se per vivere deve lavorare altrove. Del resto a un chirurgo non chiediamo di lavorare in fabbrica e operare nel tempo libero, per hobby, anche se, di fatto, neppure un'operazione al cuore produce immediata ricchezza.

Ecomuseo vive con 3 dipendenti e un pugno di collaboratori. E' un posto dove non si contano le ore in più, i sabati e le domeniche. Anche adesso, con il rischio di chiusura alle porte, cosa hanno fatto gli ecomuseini? Una cena di beneficenza. Non per loro, ma per raccogliere fondi a sostegno di un amico affetto da SLA. In questo gesto credo che ci sia tutto il loro spirito.

Tanto immagino, a Torino o dove si decide, quali saranno i pensieri. Qualche sentiero abbandonato. Qualche monumento privo di tutele. Una decina di musei chiusi, ma tanto, oggi, a chi importa che la Val Strona abbia una storia geologica unica al mondo o che era appena stato riallestito l'unico museo in Italia dedicato al Rubinetto? Qualche attività in meno per i bambini nelle scuole. Qualche attività in meno per le famiglie nei fine settimana, in modo che nulla le distragga dallo shopping.

Il problema della cultura non è che non genera ricchezza, è che muore senza rumore.

4 commenti:

  1. E' decisamente sconfortante, siamo un paese con un patrimonio artistico che tutto il mondo ci invidia e per noi la cultura è sempre una cosa di poco pochissimo conto!

    RispondiElimina
  2. Quoto in pieno, ci sono molti modi di produrre ricchezza, le macchine possono produrle Torino, a Detroit o in Cina, ma il Lago d'Orta (tanto per citare la zona in oggetto), con tutte le sue potenzialità turistico/culturali l'abbiamo solo qui, con tanto di persone dotate della giusta competenza per valorizzarlo, alla faccia del vantaggio competitivo, non investire in questo è come se sul Mar Rosso asfaltassero i fondali...
    Vabeh! passiamo al motivo per cui ripasso di qui dopo mesi di assenza, sono passato per augurare a tutti BUON NATALE E FELICE (quantomeno sereno) ANNO NUOVO! sperando di poter vedere alcuni di voi anche per scambiarci gli augurii di persona!

    RispondiElimina
  3. Speranza che condivido anch'io Cik!

    RispondiElimina
  4. Grazie a entrambi per gli auguri e il sostegno. Sono stata in ufficio oggi. Ho trovato tre persone determinate a fare di tutto per portare avanti un progetto a cui credono. La prospettiva di dover aver introiti anche da attività più puramente commerciali, come le nostre istituzioni vorrebbero, metteva a tutti una gran tristezza... E nonostante questo anche oggi le idee nell'aria erano tante, le iniziative aperte davvero belle. Hanno riscoperto le regole di un antico gioco medioevale, stanno lavorando con i bambini sul tema dell'acqua, ci sono due nuovi musei da valorizzare e far conoscere...

    RispondiElimina