venerdì 1 febbraio 2013

Racconti brevi - come fotografare un fiore


Tantissimo tempo fa promisi a Elisabetta un post sui racconti Bonsai, oggi rubo un po' di tempo a tutto il resto e provo a buttare giù qualche idea.

Scrivere un racconto breve è un po' come fotografare un fiore. Bisogna impostare la macchina fotografica, mettersi in posizioni scomode, fare maniacale attenzione a cosa si mette a fuoco e scegliere, a volte a malincuore, cosa lasciar fuori dalla fotografia.

La mia esperienza di scrittrice di racconti brevissimi (max 2100 battute spazi inclusi) è legata sopratutto alla collaborazione con Siamo in Onda. Si trattava, perciò, di scrivere racconti che andavano ascoltati, magari da persone in viaggio, intente a fare altro.
I consigli del nostro curatore, il bravissimo Fulvio Julita, rimangono validi:

Nel pensare le vostre storie, non date per scontato che il lettore sappia di cosa state parlando. È meglio costruire la storia con pochi elementi, sacrificare qualche riferimento o sfumatura, ma essere chiari.

Fate in modo che la storia sia una STORIA.
Il lettore va guidato da una premessa, uno sviluppo fino ad una conclusione (il finale).
Si aspetta di essere portato da qualche parte e che il punto d'arrivo sia una sorpresa, un luogo della mente
a cui non sarebbe mai approdato senza l'intervento di chi scrive. Se questo non accadesse, la scrittura risulterebbe un semplice esercizio di stile. 

Scrivere racconti brevi, quindi significa lavorare in economia, ma, del resto, è un fatto noto che la ricchezza non faccia la felicità, neppure nella scrittura.

Al centro ci deve essere forte un'idea, non un'immagine, non un personaggio, ma una e una sola forte idea che si vuole comunicare al lettore.
E' come il fiore che va messo al centro della fotografia.
Generalmente, nella mia esperienza, sono sempre partita da un tema (che nel caso della collaborazione con Siamo in Onda era predefinito) e mi sono chiesta "cosa ho davvero da dire io su questo argomento?". Più sarà personale e sentita l'idea e più forte risulterà il racconto. Solo perché è breve non vuol dire che non sia importante. Quello che io considero il mio racconto migliore ha 2000 battute (Come un'albero cavo lo trovate nell'antologia Parole al vento).

Poi ci vuole la messa a fuoco, cioè la storia. Deve essere adatta a veicolare la nostra idea. Per quanto breve deve avere un suo sviluppo preciso, inizio, sviluppo e conclusione, proprio come fosse un romanzo di 2000 pagine.

L'impostazione della macchina cioè un pizzico di tecnica. Racconti di questo tipo si giocano tutti sul finale e possono avere, per come la vedo io, tre strutture:
 - Racconti circolari che alla fine riprendono l'inizio, anche se la percezione del lettore deve essere nel frattempo mutata
- Finale a sorpresa. Racconti in cui le ultime righe ribaltino le aspettative del lettore
- Finali in crescendo. I miei preferiti. Si accompagna il lettore verso un finale forte e tuttavia preparato nel corso di tutto il racconto (quasi tutti i racconti brevi che potete leggere nella sezione Liberi nella Rete sono di questo tipo).
In ogni caso prima di mettere su carta la prima parola, dobbiamo conoscere il finale e costruire tutto in base a esso. Sarà quello, poi, che i lettori ricordano. Su 2000 battute quelle più importanti sono le ultime 100 o poco più.

Bilanciamento luce e saturazione ovvero le parole. Ne abbiamo poche a disposizione. Pochissime. Sono preziose, come i grani di pepe nelle ricette di una volta. Aggettivi possiamo giocarcene quanti in un racconto di questo tipo? Due, tre? E allora che forti, scelti perché rimangano impressi. 
Ogni parola deve essere quella più adatta. Non c'è spazio per l'imprecisione in un racconto simile, nessuna vaghezza. 
Metafore? Al massimo una, importante, da portarsi dietro per tutto il racconto. 
Suono. Anche se non è fatto per essere letto, un racconto così breve deve poter essere recitato ad alta voce. Deve avere un suo ritmo, essere piacevole all'orecchio.

Non dimenticare tutto il resto tutti gli altri problemi che ci poniamo quando iniziamo a scrivere (punto di vista, scelte lessicali, tempo della narrazione etc. etc) continuano ad essere in campo. Al calare delle battute le cose da considerare aumentano invece che diminuire.

Tutto questo, ovviamente, non ha che il valore di un consiglio o di un personale punto di vista.
Il racconto brevissimo è il più facilmente condivisibile. Si presta ad essere ascoltato o postato su internet. Se ha forza, verrà letto, notato, amato.
E' un fiore delicato che va curato con attenzione quasi ossessiva. 
Tuttavia una margherita può farci commuovere più di una sequoia.

11 commenti:

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  2. A quasi un anno esatto dalla spedizione del romanzo, una casa editrice mi ha contattato. Tra una settimana vado a conoscerli (fatemi gli "in bocca al lupo"). E chi è in attesa di risposta non smetta di sperare. I tempi, pare, sono più o meno questi per tutti.

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  3. Oggi mi sono proprio dedicata al blog. Ho segnalato una nuova collaborazione (ne parlerò meglio a breve) e ho aggiunto i link ad altri tre miei racconti bonsai in Liberi nella Rete (visto che siamo in tema).

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  4. Ma un'idea non si può "condensare" in un'immagine?
    O un'immagine è troppo "statica" per lo sviluppo della trama in racconti così brevi?
    Forse il legame idea-immagine funziona meglio in poesia, dove i vincoli sono diversi...

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    1. Un racconto è per sua natura evoluzione. Va bene un'immagine se tra l'inizio e la fine del racconto cambia comunque qualcosa nella percezione del lettore. Questo, ovviamente, è solo il mio punto di vista e la poesia, per me, è territorio sconosciuto.

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  5. In bocca al lupo per il tuo incontro con la casa editrice e per le tue collaborazioni Tenar!

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  6. Beh questo post è fantastico Tenar, lo linko alla mia sezione short stories (ho nel cassetto dei racconti brevi, adesso mi hai suggerito gli spunti tecnici per metterci le mani). Mi piace molto il paragone con la macchina fotografica, rende l'idea. Grazie per aver scritto questo post!
    Un abbraccio e in bocca al lupo per l'editore anche da parte mia!

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    1. Grazie a te per lo spunto per il post e per essere passata a leggere. In questo periodo sono un po' stressata e vado facilmente in crisi: il sostegno di tutti voi che passate da qui per me è davvero prezioso!

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  7. Hai provato a mandare i tuoi racconti brevi qui?

    http://temi.repubblica.it/ilmiolibro-holden/storiebrevi-selezione/

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  8. i racconti brevi li ho quasi tutti scritti su commissione. Alcuni sono stati trasmessi in radio, altri sono stati scritti per la rivista Arabica Fenice, con cui collaboravo qualche anno fa e tre sono editi nel libro Parole al Vento, quindi non posso mandarli altrove. In "Liberi nella rete" si possono trovare i link ad alcuni di essi.

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