domenica 21 aprile 2013

Scrittevolezze - Una questione di ambientazione


Venerdì sera, al corso sulla lettura e la scrittura del Comune e della Biblioteca di Briga Novarese, abbiamo parlato di ambientazioni.

E' una mia personale idea che l'ambientazione non solo non possa essere un mero fondale davanti al quale si muovono i personaggi, ma che, oltre a essere parte integrante del cuore di uno scritto ne debba influenzare anche lo stile, sia direttamente che indirettamente.
Indirettamente, l'ambientazione agisce sui personaggi e sul narratore. I personaggi ovviamente potranno comportarsi, agire e parlare come persone di quel dato luogo e tempo. Allo stesso modo, a meno di non usare un narratore onnisciente particolarmente invasivo (a nostro rischio e pericolo), anche tutte le descrizioni, comprensive di paragoni e metafore dovranno fare riferimento solo a elementi plausibili in quel dato luogo e tempo. Se la vicenda è narrata in prima persona, il lessico e la sintassi della narrazione  dovranno essere coerenti con la narrazione.
Secondo me, tuttavia, l'interazione dell'ambientazione con un testo deve essere ancora più profonda. Una storia deve dare l'impressione di potersi svolgere solo in un dato luogo e in un dato tempo.
L'ambientazione deve essere in se stessa portatrice di significato.
Geografia imperfetta di Corto Maltese è un saggio di U.Eco inserito in Tra menzogna e ironia. Eco, con l'abituale acume, esamina la geografia de La ballata del mare salato di Pratt e constata che è totalmente al di fuori della realtà. Di più, abbiamo pirati, nel 1913/1914 che consultano carte nautiche del 1771, carte fasulle, isole che si spostano, rotte che sembrano durare in eterno. Solo un personaggio, Tarao, si muove in linea retta e giunge sempre dove vuole arrivare in tempi ragionevoli. Del resto, siamo in un mare del sud dove gli indigeni parlano dialetto veneto e i tratti stessi del mondo paiono indefiniti. La ballata del mare salato è una storia di personaggi alla deriva (letteralmente oltre che metaforicamente, molti fanno la loro entrata in scena su relitti alla deriva), adolescenti che non sanno che farsene della loro vita, marinai che hanno fatto naufragio, soldati che si sono arruolati per onore e si trovano a fare i pirati. Personaggi che si perdono immersi in una geografia incerta, in un'ambientazione fintamente precisa, ma dai contorni sfumati. Un'ambientazione perfettamente funzionale alla storia narrata e che, secondo Eco, influì moltissimo sul successo dell'opera.

Ho notato che un autore può cambiare (un poco) stile a seconda dell'ambientazione. La mia amata Le Guin scrive con una prosa fluida, elegante, fatta di frasi forbite e periodi ariosi La mani sinistra delle tenebre. Ne I reietti dell'altro pianeta (titolo orribilmente tradotto), invece le frasi sono corte, precise, gli stessi termini si ripetono in modo ossessivo, le metafore hanno a che fare col mondo dell'astratto e della matematica. Il primo romanzo si ambienta in un mondo freddo, ma bellissimo, con società complesse. Il secondo su un pianeta arido, abitato da una comunità utopistica che si è trasformata in una quasi dittatura e il protagonista (che non è la voce narrante) è un matematico. Lo stile cambia a seconda dell'ambientazione per calare meglio il lettore nel mondo che si vuole narrare.

Voi cosa ne pensate?

2 commenti:

  1. Ciao Antonella, guarda ti quoto la tua frase perché mi rispecchio in pieno:
    "l'interazione dell'ambientazione con un testo deve essere ancora più profonda. Una storia deve dare l'impressione di potersi svolgere solo in un dato luogo e in un dato tempo."

    Che bello poter fare questo genere di corsi! Spero un giorno di poter frequentare anch'io qualche corso ben strutturato. Al momento nel piccolo paese in cui abito non c'è qualcosa di adatto. Ma torniamo a noi: l'ambientazione è come il pavimento di una casa: quando è costruita bene è talmente innestata con i personaggi e le scene che uno non ci pensa, ma intanto c'è!!!
    Ed è vero che se scrivo in prima persona (come ho fatto in Sorpresa da un angelo) l'ambientazione è funzionale al tipo di narrazione, non posso dilungarmi troppo. Nei romanzi rosa l'ambientazione è superficiale: quello che conta è il rapporto tra i personaggi (di solito si preferiscono città come Londra, New York...), mentre nei romanzi fantasy e di fantascienza c'è da sgobbare parecchio. Ho impiegato due anni a scrivere Il marchio di Caino (che non è ancora perfetto) proprio per la difficoltà di creare l'ambientazione giusta: cercare le località, descriverle... il tema del viaggio: come rappresentarlo... insieme alla necessità di congegnare una storia credibile dal punto di vista fantascientifico.
    Bello bello bello questo post! In bocca al lupo (come sempre) per il tuo nuovo libro! Che si diffonda tanto!

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    1. Al corso siamo in 4, che, per carità, è il numero giusto per questo tipo di lavori, ma di certo non si può parlare di grande successo di pubblico.
      Nei piccoli centri, poi, credo sia anche più facile organizzarsi, qui si è deciso tutto in dieci minuti al termine della presentazione di un altro libro.Il colpo di fortuna è stato quello di avere un'apertura serale fissa per la biblioteca, così il comune ha potuto offrire il corso gratuitamente, non dovendo pagare riscaldamento e luci di un locale apposito. Secondo me anche dove abiti potresti organizzare o far organizzare qualcosa di analogo

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