sabato 2 maggio 2015

La buona scuola siamo noi


Martedì 5 maggio farò sciopero.
Per me è una scelta tutt'altro che usuale, dal momento che creare disagio è del tutto estraneo al mio carattere. 
Come ho già avuto modo di dire ai miei alunni, questa scelta è stata meditata e di certo il mio intento non è quello di danneggiare ragazzi e famiglie. Vorrei però che tutti e in primis proprio coloro che vivono la scuola come studenti o genitori, capiscano la situazione.
Racconterò di me, ma la mia esperienza non è che la fotocopia di mille altre, sostituite i nomi e avrete la storia di migliaia di altri precari.
Mi sono laureata nel febbraio 2005, sessione straordinaria sostitutiva delle sessioni autunnali dell'anno accademico 2003/2004 che l'università, per motivi organizzativi, non aveva attivato. Ho poi frequentato un master biennale di cui ho conseguito il diploma nel giugno 2007.
Sono quindi approdata all'insegnamento nell'autunno 2007, chiamata per una supplenza breve che si è trasformata in sostituzione annuale. L'anno seguente, nell'autunno 2008 ho deciso di conseguire l'abilitazione all'insegnamento ma LA SCUOLA DI ABILITAZIONE SISS HA CHIUSO lasciandomi senza la possibilità di abilitarmi e di iscrivermi nelle graduatorie ad esaurimento.
Sono comunque stata sempre chiamata ad insegnare, quasi sempre su posto vacante e due volte con  contratto al 31 agosto. Questo vuol dire che non stavo sostituendo nessuno, il posto era libero, tutti coloro che avevano più esperienza e più titolo di me già lavoravano.
Nel 2012 è stato indetto un concorso APERTO SOLO AI LAUREATI ENRO L'ANNO ACCADEMICO 2002/2003 per la seconda volta mi è stata negata una possibilità di dimostrarmi idonea al lavoro che già svolgevo.
La scuola ha comunque continuato a chiamarmi, sempre su posto vacante. Avendo maturato 3 anni di servizio ho punto accedere al corso abilitante PAS corso, ricordiamolo, a pagamento. Ho conseguito l'abilitazione, con 100/100 ma non sono stata inserita nelle graduatorie ad esaurimento, riservate agli abilitati SISS.

Adesso che ho 35 anni e lavoro nella scuola da sette anni, mi viene detto che sono un'illusa. La "buona scuola" prevede un piano d'assunzione esclusivamente per gli abilitati SISS e, forse, per gli idonei del concorso del 2012. In alcune province, per alcune classi di concorso, le graduatorie ad esaurimento sono esaurite, ma ci assicurano che con i trasferimenti forzati non ci sarà comunque bisogno di noi.
Vi sono poi tutta un'altra serie di questioni nebulose come le misteriose liste da cui i dirigenti potranno scegliere i loro insegnanti sulla base di non si sa quale criteri.

In questo sette anni alla scuola ho dato energia, entusiasmo e lacrime. Mi sono messa in discussione, ho rivoltato come un calzino il mio modo di stare in classe, di parlare, di pormi. Ho studiato, non per un corso o per un pezzo di carta, ma perché ne sentivo la necessità. Sono diventata un'esperta in materia di Disturbi Specifici dell'Apprendimento e di alunni ad alto potenziale. Passo il mio tempo a inventare nuovi modi per raccontare e far arrivare i valori e le nozioni che amo. Non sempre ci riesco, non sempre i miei alunni ottengono tutto quello che vorrei trasmettono, ma do tutto quello che posso dare.

In questi anni i precari come me hanno accompagnato i ragazzi in gita, hanno coperto supplenze, sono arrivati ad accogliere i ragazzi durante nevicate e alluvioni. Si sono inventati mille modi di fare scuola per cercare di far fronte alle più disparate esigenze dei ragazzi. Sono stati sballottati di anno in anno da una sede all'altra. Hanno lottato contro una burocrazia assurda. Tutto questo non si può liquidare come "illusione".
Sono la prima a dire che gli abilitati SISS e coloro che hanno superato i concorsi hanno diritto in modo prioritario all'assunzione e che in questa riforma ci sono anche delle buone idee. 
Tuttavia non posso semplicemente aspettare di essere lasciata indietro.
La buona scuola siamo noi che la facciamo ogni giorno. Quando rimaniamo lì ben oltre in nostro limite orario per discutere su come aiutare un ragazzo in difficoltà non siamo docenti di ruolo/docenti in Graduatorie ad Esaurimento/docenti di Seconda Fascia/Docenti di Terza Fascia/Supplenti Temporanei. 
Siamo solo professori. Sarebbe bello essere considerati, una volta tanto, come tali.

16 commenti:

  1. Conosco bene il problema e, purtroppo, mi capita spesso di pensare che l'unica soluzione sia emigrare in un paese ragionevole. Quando parlo di mancati investimenti nella scuola è proprio questo di cui parlo, non certo di lavagne elettroniche o registri via Internet.
    La frustrazione di gente preparata e motivata è il frutto amaro ed evidente di tanta pochezza, messa in campo da svariate generazioni di politicanti. Infine un commento del tutto scevro da valutazioni politiche, ma solo di merito. Per fortuna che la moglie del premier si "occupa" di scuola: mi domando cosa avrebbe fatto altrimenti :(

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    1. In parte temo che la situazione sia talmente compromessa e le risorse talmente poche che metterci le mani sia un incubo. Di certo non invidio i legislatori, però cercare di cambiare le cose all'ultimo momento, a maggio per settembre, in modo così raffazzonato proprio non va.

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  2. Di questioni scolastiche ne so poco, però vedo che nella "buona scuola" mancano i gessi, il materiale, la carta. La voglia di far funzionare le cose, di far crescere i ragazzi, è in mano quasi a volontari. Se si può lasciare indietro Tenar, ce ne sono tanti/e come te, vuol dire che vengono lasciati indietro i nostri ragazzi. Non so come si risolvano queste cose, però hai il dovere una volta tanto di dire no, non sono d'accordo con tutto questo.

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    1. Sì, da anni la scuola funziona più o meno solo per la volontà di chi la vive. E dove questa volontà viene a mancare tutto va a rotoli.

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  3. Mi viene il nervoso solo a leggere la tua storia. Complimenti per la pazienza e viva la scuola buona. Per saperne di più mi consigli qualche link in particolare?

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    1. Ti segnalo questo link:http://lipscuola.it/blog/lo-sciopero-della-scuola-spiegato-alle-famiglie/ e il portale orizzontescuola dove si trovano tutte le notizie relative alla scuola.

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    2. AH! Questa storia delle classi differenziate mi fa venire l'orticaria! W lo sciopero!

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    3. In realtà a quello spero proprio non si arrivi comunque, anzi non è proprio previsto dal disegno di legge, certo è che con il 5x1000 alle scuole come risorsa fondamentale ci saranno le scuole bene e le scuole scalcagnate a seconda dei quartieri.

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  4. Io, invece, non sciopererò.
    Non entro nel merito del provvedimento che ancora deve prendere forma e su cui il dibattito dovrebbe essere svolto punto per punto.
    Non sciopererò perché dopo essere stato preso per il c..o dal governo in molte occasioni non voglio essere preso in giro anche dai sindacati che dovrebbero rappresentare i nostri interessi ma che stanno solo cercando di guadagnare facili consensi utili solo a se stessi.
    Ma davvero c'è qualcuno che pensa che lo sciopero, inteso come stare a casa un giorno da scuola, possa esercitare qualche influenza sulle azioni di governo?
    Lo stato risparmia un sacco di soldi sugli stipendi e i sindacati fanno la conta per se stessi, ma il giorno dopo tutto va avanti come prima senza che nessuno abbia fatto un plissé.
    Eppure di forme di lotta alternative e più efficaci ce ne sarebbero eccome.
    Così, di getto, mi vengono in mente: bloccare l'adozione dei libri di testo; bloccare il funzionamento degli organi collegiali (collegio docenti e, sopratutto, consiglio di istituto), boicottare le gite scolastiche.
    Sono tutte forme di lotta che non ci farebbero perdere lo stipendio, che non arrecherebbero disagio alle famiglie e ai ragazzi (incolpevoli) e che, invece, avrebbero un certo peso vista l'entità degli interessi economici che ruota intorno alla scuola.
    Perché non si adottano queste forme di lotta?
    Non proseguo perché mi accorgo che i commenti che potrei rivolgere verso i sindacalisti mi farebbero perdere il mio proverbiale aplomb...
    ;-)
    Ciao Tenar

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    1. Capisco e condivido molte delle tue affermazioni. Tuttavia, seguendo ragionamenti analoghi, quando era in discussione la riforma Gelmini non feci assolutamente niente, sentendomi poi un'idiota.
      Lo sciopero non è la forma di protesta che prediligo, anzi. Tuttavia si è almeno riusciti a trovare una data unitaria e a ridosso del 5 maggio si sta parlando parecchio della situazione e della riforma. Per me il senso è questo: parlare, spiegare e motivare le proprie perplessità.
      Questo non nega che tutte le forme di protesta che proponi siano ottime. Fermare la scuola per un giorno ha molti contro (infatti prima d'ora non ho mai fatto sciopero) e sui risultati possibili sono scettica.
      Rimane il fatto che è ancora una cosa che viene notata. E visto che siamo alla frutta...

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  5. Credo che tu abbia ottimi motivi per scioperare. Deve essere una situazione molto frustrante. Se poi pensi che un insegnante dovrebbe avere anche serenità per poter trasmettere cultura e umanità ai ragazzi... c'è poco da dire.

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  6. Che frustrazione Tenar veramente. Il PAS che presa per i fondelli è, se non dà accesso all'assunzione? Bacio Sandra

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  7. Io seguo alcuni ragazzi privatamente e mi domando cosa stiano facendo alla scuola, una parola per tutte: discontinuità, che rende l'apprendimento più difficoltoso. Spero che domani siate in tanti.

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  8. Care Grazie, Sandra e Silvia, credo proprio che oggi agli insegnanti manchi la serenità e che per i ragazzi vi sia troppa discontinuità. Oggi ho parlato a lungo con un'insegnante che stimo molto. Siamo arrivate entrambe alla conclusione che non tutta la riforma sia da buttare, ma che alcune parti sembrano proprio avere poco senso, che lo sciopero molto probabilmente sarà inutile, ma che, in questa situazione, non si possa non farlo.

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  9. Ho visto questo post soltanto adesso. Non so perché, me l'ero perso. Hai fatto benissimo a scioperare. Potrò sembrare qualunquista, ma un paese che non tutela coloro cui spetta il compito di formare le nuove generazioni ha già fallito in partenza..

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  10. Sono insegnante di Lettere alle Scuole medie inferiori e in 15 anni di esperienza (suddivisi perfettamente fra precariato e anni di ruolo), ho capito alcune cose che prima mi sfuggivano. Una di queste: tendevo a difendere tutto il corpo docente italiano a prescindere. Invece il tempo e gli eventi mi hanno insegnato che è vero che molti non hanno nulla da trasmettere ai ragazzi, che le competenze e l'aggiornamento latitano, che moltissimi non fanno che lamentarsi e piagnucolare. Ho imparato che un ottimo Dirigente può rendere "buona" la scuola che dirige, che il vero insegnante trova risorse incredibili laddove sembra non ce ne sia neppure una, che i rapporti scuola-famiglia sono non solo necessari ma anche legittimi, che la scuola è fatta da tutti ed è per tutti, famiglie comprese.
    Il discorso sarebbe assai lungo. In generale, mi piace del ddl l'aspetto del merito. Dinanzi a questo, dico: finalmente!
    Discutibilissimo l'aspetto del reclutamento dei docenti, questo sì.
    Avremo modo di confrontarci, comunque.

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