Finito il secondo mese di lavorazione del mio nuovo progetto, è giunto il momento di fare il punto della situazione e, come promesso, vi tengo aggiornati.
Eppure il vento soffia ancora
Ecco, questa è senza dubbio la notizia migliore. Il vento della passione per questa storia soffia ancora e la stesura prosegue. Ho iniziato a mettere a punto la trama proprio il primo maggio e oggi inizierò, salvo imprevisti, il capitolo 19. Questo nonostante impegni e imprevisti, riunioni pomeridiane, qualche fine settimana via, insomma, pur con la quotidianità del lavoro e della vita famigliare il vento soffia e la scrittura procede.
A questo punto ci si sente proprio come a metà dell'ascesa verso una vetta. La valle è giù, lontana, si percepisce il senso della strada percorsa, ma la vetta è ancora avvolta dalle nuvole. E intanto si inizia a guardare alla ripida salita compiuta chiedendosi come sarà la discesa/revisione, solo in apparenza più facile, su quali passaggi sarà più probabile scivolare o, speriamo di no, cadere.
Perché i problemi ci sono. Solo un cieco non li vedrebbe. Problemi che al momento, in prima stesura, mi annoto, ma non riesco a risolvere. Proprio come certi passaggi in montagna, che si fanno in salita, ma intanto si pensa "io di qua non scendo!".
Eccoli qua, i miei passaggi difficili.
Un primo terzo lentissimo
I primi 15 capitolo sono di una lentezza geologica. Si muovono più o meno al ritmo con cui si sposta una lingua glaciale. Atmosfera, personaggi che si incontrano, si sfiorano, si guardano e poco altro.
È una storia di segreti che riemergono e non possono farlo di colpo, come squali che improvvisamente saltano fuori dagli abissi. Però, ecco, qualcosa si potrà pur velocizzare senza perdere in atmosfera e costruzione del setting...
Inoltre è una storia con pochissima azione, tranne che alla fine. Dei protagonisti, una ha "un fisico da ballerina classica", l'altro usa il bastone, non è che li possa usare per inseguimenti e pestaggi. Non può essere quel genere di poliziesco. E ogni tanto penso "purtroppo". Forse è perché sono abituata a Holmes e a padre Marco che, insomma, se è il caso, un bel pugno sanno come tirarlo...
Un storia statica
Questi 19 capitoli si svolgono quasi tutti in quattro location. Scena del crimine, luogo usato come base/laboratorio, alloggio di lei, alloggio di lui.
Il fatto è che l'indagine prevede un lavoro davvero lungo sulla scena del crimine, Giorni e giorni di rilievi e analisi. Ho tagliato tantissimo i tempi, ma farlo ancora vuol dire buttare al macero ogni verosimiglianza. Quindi ho un personaggio bloccato per giorni e giorni nello stesso posto, alla sera è stremato, poveretto, e non è che ci si possa muovere...
Aggraviamo ancora la situazione, i due personaggi principali non hanno la macchina per motivi interni alla storia e importante a livello di trama. Ora, il fatto che fossero bloccati in un piccolo paese un po' opprimente era voluto, ma io sto iniziando a soffocare, figuriamoci il lettore.
Difficoltà a conciliare la trama gialla con quella rosa
Per la prima volta in una mia storia lunga c'è una vera storia d'amore. L'avevo promesso a uno dei miei personaggi, che appare nel racconto Certe Mattine all'interno dell'antologia Delitti di Lago, edito da Morellini. Nel racconto al poveretto accadevano parecchie brutte cose, tra cui essere mollato dalla fidanzata. Gli avevo promesso che non l'avrei lasciato così, solo e con una mezza idea di farla finita.
Però se il giallo lo conosco e un pochino lo so scrivere, con le storie d'amore mi sento maldestra, goffa come una foca in un bar. Ho paura che le due parti, sopratutto, chissà perché, quando c'è il punto di vista di lei, si incollino in modo artificioso...
L'attualità entrata a tradimento nella storia
Ne ho già parlato, non era previsto che l'attualità entrasse di forza nella storia, ma è stato così. Anche se si tratta di una sottotrama, ormai c'è e il "politicamente corretto" è un po' andato a farsi benedire.
Mancanza di spalle comiche/scene che alleggeriscono
Pare che sia nel decalogo dei gialli italiani di successo. E, mi raccomando, che ci siano dei personaggi di spalla ben caratterizzati e un po' comici, come Catarella nel commissariato di Vigata, per intenderci. E poi i lettori non hanno voglia, pare, di storie troppo pesanti, si deve ridere, sorridere, almeno... Ecco, non succede, o succede molto poco. I miei due protagonisti sono in piena crisi personale, il terzo personaggio in ordine di importanza è pieno di problemi e nessuno di coloro che sta loro intorno è buffo in modo innocuo. Hanno tutti qualcosa da nascondere o hanno un grettezza pericolosa, decisamente non comica. È una storia dove c'è gente morta. È una storia autunnale, che si svolge durante un alluvione. È una storia di segreti sepolti.
E no, io non ho voglia di riderci sopra.
Ecco, questi non sono tutti tutti i problemi del mio romanzo, ma quelli che mi preoccupano di più. O, almeno, quelli di cui, al capitolo 19, sono consapevole.
Come procede il vostro progetto di scrittura? Quali sono i problemi che vi preoccupano di più?
Ah, dimenticavo, la versione riveduta e corretta del racconto Il caso del cucciolo di bulldog è approdata allo Sherlock Magazine on-line. La trovate qui. Un grazie speciale al responsabile del magazine che l'ha preparata in tempo record, e ha scelto per illustrarla uno dei miei Watson preferiti (il mio immaginatelo più giovane, ma proprio con quello sguardo)
Dopo il primo (lunghissimo) periodo di rodaggio, ora sto finalmente scrivendo seguendo l'ordine dei capitoli, e integrando il materiale a cui avevo già lavorato.
RispondiEliminaIl problema della lentezza dei primi capitoli riguarda anche me, ne parlavo proprio con Marina, che mi sta leggendo in bozza e dando una mano. Lei non concorda con questa mia percezione perché dice che la storia scivola bene, ma io ho l'impressione di aver messo troppe carte in tavola, mossa dalla necessità di presentare situazioni e personaggi, e mi sembra di aver scritto 40 pagine di nulla... comunque vedremo in sede di revisione cosa deciderò di fare. Sicuramente qualcosina sarà falciato.
Un altro problema riguarda la mia difficoltà a mantenere (o addirittura a riconoscere) i confini della storia. Sfioro molte situazioni e personaggi interessanti e a volte esco dai binari.
In ogni caso, non demordo: è il mio primo progetto serio, e tutto sommato non sta andando così male.
Ma sei stata velocissima a commentare!
EliminaNeanch'io demorderò. Anzi, penso che il riconoscere i problemi sia un valore aggiunto, perché già si pensa a come risolverli nella fase di revisione. Comunque le mie sono più di 40 pagine di nulla...
Ho notato solo ora di aver risposto dieci minuti dopo la pubblicazione del post. Mi sono collegata a blogger e l'ho visto sulla bacheca delle letture, non ho fatto caso all'ora. Credo di essere arrivata qui in tempo reale, se conti 5 minuti per leggere e altri due o tre per commentare! :D
EliminaUh, come vi buttate a terra! Di una ho la certezza che non abbia ragione ;) , dell'altra qualcosa mi dice che le sue più di 40 pagine di nulla raccontino, invece, una bella storia! :)
RispondiEliminaNon mi butto a terra. Mi sono buttata una volte su un progetto tecnicamente più difficile, il thriller rimasto inedito ambientato nell'antica Roma, ma per certi versi questa è la cosa più complicata che abbia scritto. Mi sta facendo sudare, dubitare di me e della storia, ma non riesco a non amarla...
EliminaI primi due punti che hai citato io di solito li considero punti di forza di una storia. Non mi piacciono le storie che partono in quarta, così come non mi piacciono gli incipit espliciti, quelli che cercano di mettere in piazza in venti righe il più possibile della storia.
RispondiEliminaNeanche la mancanza di staticità e di azione per me è un problema.
Certo, questo è il mio gusto personale.
Sul terzo e quarto punto non posso dire niente senza avere davanti il testo.
Sul quinto punto, non sapevo di questa storia delle spalle comiche e devo dire che mi sembra una tipica italianata... soprassediamo.
Riguardo a come procede il mio progetto di scrittura, ti rimando al post che ho annunciato su Anima di carta e che pubblicherò a giorni :)
Un consiglio che mi è stato dato è "trasforma le difficoltà in opportunità narrative". Mi piacerebbe riuscire a farlo, ma non sono affatto sicura del risultato...
EliminaSai che questo è uno dei principi base delle filosofie orientali? :) Chi ti ha dato questo consiglio, deve essere molto avanti! :-D
EliminaEra Franco Forte, autore di romanzi storici per mondadori e direttore delle collane di romanzi in edicola sempre per Mondadori. Sì, molto avanti.
EliminaErrata corrige.
Elimina"Neanche la mancanza di staticità e di azione per me è un problema".
Leggi:
"Neanche la staticità e la mancanza di azione per me sono un problema".
Uffah!!!
:) !
EliminaSono completamente d'accordo con Ivano, a me non sembrano difetti. Non sarà che siamo un po' influenzati dai thriller americani, dove la trama è tutto uno scoppiettio di colpi di scena e azione? Credo che in una storia contino altre cose, io personalmente preferisco personaggi di un certo spessore psicologico e una trama che scorre in modo equilibrato, rispetto ai fuochi d'artificio.
RispondiEliminaDevo dire che il tuo post mi ha anche costretto all'autoanalisi... scatenandomi mille dubbi. E ora non sono più sicura del mio di romanzo!
Sono problemi che mi faccio, magari i difetti veri sono altri e non li vedo... Però, ecco, preferisco iniziare a pormene uno o due di problemi, piuttosto che autoconvincermi di stare scrivendo un capolavoro e poi essere distrutta dai primi commenti degli amici/lettori
EliminaDetesto il mio pc, si è impallato proprio nel momento in cui stavo pubblicando un commento che è andato perso. Quindi ecco, il sunto era questo:
RispondiEliminaPenso che se hai una sottotrama interessante come quella dell'attualità, che interessa parecchi lettori, e in più una storia d'amore, puoi rendere il tuo romanzo più leggero senza dover per forza inserire elementi comici, perché questi due bastano a far riposare un po' il lettore dalla trama principale. Inoltre sempre questi due elementi potrebbero servirti per rendere più interessante la parte iniziale che hai visto essere troppo lenta :)
Oddio, non volevo dare consigli perché penso che alla fine ognuno dovrebbe fare come meglio crede, altrimenti non impara nulla. Però questo commento è uscito così :S
Ti ringrazio. Adesso vedo cosa si può fare...
Elimina19 capitoli stesi... che invidia!
RispondiEliminaSe può consolarti per quanto riguarda la lentezza del primo terzo la riscontro nella maggioranza degli scritti non editi che leggo e spesso è regolabile, serve solo un po' di distacco dalla storia.
Non vedo un grosso problema invece per sul fatto che la storia sia statica, anzi, se è verosimile così tanto meglio.
E l'assenza della spalla comica? Probabilmente sarà uno dei punti forti del libro ;)
Ad essere insegnante precaria c'è almeno il vantaggio della disoccupavacanza, in cui si può scrivere tutta la mattina, quando nessuno viene a disturbare, quindi in estate i capitoli scorrono abbastanza velocemente. È la qualità che, come vedi, mi preoccupa...
EliminaPerò, 19 capitoli! Hai "macinato" parecchio. :)
RispondiEliminaSento molto il problema di dare un certo ritmo alla storia fin dall'inizio. Nel romanzo che sto scrivendo adesso inizio la storia con una scena forte, ma questo non risolve l'eventuale problema, perché subito dopo riprendo i miei ritmi naturali. In fase di revisione questo sarà uno dei tanti problemi, che per ora ipotizzo soltanto (sono ancora a 5-6 capitoli dalla fine della prima stesura).
Se ho le idee chiare (e un minimo tempo) le mie storie procedono. Il fatto è che le idee chiare non sempre sono buone idee...
EliminaCome altri commentatori, anch'io sono rimasta colpita da quel "19". Sicuramente avrai un bel lavoro di revisione da fare, la parola d'ordine sarà "stagliuzzare e ravvivare la faccenda". Datti anche una pacca sulla spalla però, perché 19 capitoli sono un buon punto di partenza e il resto sarà tutto in discesa (o quasi)... :D
RispondiEliminaIn realtà sono di un paio di capitoli indietro rispetto alla tabella di marcia, l'idea rimane quella di finire la prima stesura per fine agosto. Vediamo se ci riesco...
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