Questa volta Viola ha davvero superato se stessa, dando ai miei scarni appunti una forma che era proprio quella che la mia testa aveva in mente.
Mi raccomando, cliccate sulle immagini per vederle a dimensione intera per apprezzare ogni particolare.
Per come ho vissuto io la cosa, il Piemonte, le informazioni sono corrette e spero anche che queste vignette possano aiutare chi ha voglia di saperne di più sulle pratiche adottive in Italia.
Ho deciso di posticipare la vignetta "Moduli", di cui avevo già pubblicato la bozza, perché mi sembra più sensato partire dall'illustrazione del percorso.
Per "l'angolo della pubblicità" vi segnalo invece la bella analisi del mio libro La spada, il cuore e lo zaffiro fatta da Andrea Cabassi, qui, a cui va il mio enorme GRAZIE.
Ahahaha, che spettacolo sto percorso. Bravissima Viola.
RispondiEliminaSandra
Citando la stessa rubrica, dopo aver aggiornato almeno una volta le graduatorie di istituto si è in grado di capire - e illustrare- qualunque italica gimkana burocratica!! Per non parlare del percorso necessario a entrare in ruolo...
RispondiEliminaIn ogni caso, il percorso adottivo batte perfino il mitico giro laurea triennale - specialistica - chiusura siss - attendi aggiornamento graduatorie - scegli fra pas e tfa senza di fatto sapere la differenza - fai la scelta sbagliata - abilitati perdendo un anno di vita - fai un concorso perdendone un altro - vinci il ruolo su una classe senza immissioni previste... Ole'!
Ma l'anno prossimo ti immettono, vero?
EliminaComunque, sì, la scuola è infinitamente più complicata delle procedure adottive. In generale la nazionale, posto che dipende moltissimo dalle relazioni e quindi dalle persone che incontri, è anche molto sensata, alla fine controllano che tu sia ragionevolmente sano, ragionevolmente in grado di mantenere un pargolo e non pazzo. Sull'internazionale già le cose si complicano, ad esempio ad ogni tribunale sono associati sono un tot di enti, ciascun ente lavora con un numero limitato di paesi, quindi io avevo un ottimo aggancio in Nepal, ma nessun ente legato al mio tribunale lavora con in Nepal e pur abitando più vicina a Milano che a Torino non potevo appoggiarmi agli enti lombardi...
Dovrebbero, sono settima su 30, ma ormai alle promesse del governo chi ci crede più?! Sono pronta a rifare tutto da capo dal TfA....
EliminaPazzesca la questione degli enti associati ai tribunali,ma non fatico a crederci!
Incrociamo le dita, dai!
EliminaSono del tutto d'accordo con il commento di Viola, questi percorsi sono adattabilissimi a qualsiasi gimcana burocratica. Proprio il mese scorso è deceduta una mia zia nubile e completamente priva di parenti prossimi a parte me. Da quel momento in poi è stata un discesa nell'incubo, tra uffici dell'anagrafe, il notaio, le marche da bollo, l'ente pubblico proprietario della casa (Metropolitana Casa), le raccomandate per la chiusura delle utenze, moduli in banca ecc.
RispondiEliminaE a ogni intoppo c'è il rischio di ripartire dal Via! :-(
Vero, anche quando è morta mia nonna... Tra 730 e bollette fantasma, dopo anni ancora non è finita. Potremmo fare uno spin off di Seguendo la cometa e chiamarlo Seguendo la burocrazia, oltre che satira fungerebbe da vademecum per varie tappe della vita, dalla nascita al matrimonio alla ricerca di un lavoro nel settore pubblico alle esequie!
EliminaPiccolo aneddoto: nell'antologia del concorso Rill per racconti fantastici di quest'anno quasi in tutti i racconti spuntava la burocrazia. Dato che il vincitore viene tradotto all'estero il traduttore alla presentazione commentava che è molto difficile far capire queste storie all'estero perché sono gli italiani in Europa sono così traumatizzati dalla burocrazia (però il racconto con l'ufficio maledizioni che deve affibbiare la giusta disgrazia a chi rompe lo specchio o passa sotto una scala era meraviglioso!)
EliminaItaliani pizza, spaghetti, mandolino e moduli!
EliminaGià...
EliminaCon le vignette quello che c'è da capire si capisce ancora più forte e chiaro.
RispondiEliminaSono perfette. :)
:)
EliminaOltre a garantire la solita qualità dei disegni, Viola è stata bravissima nella rappresentazione del caos: mi è venuta l'ansia solo a guardarle, queste vignette! :-D
RispondiEliminaDevo dire che poi da dentro è meno peggio di quanto possa sembrare da fuori.
EliminaOttimo lavoro... queste vignette sono fantastiche!
RispondiEliminaAvrei qualche domanda... se hai tempo e voglia di rispondere...
Cos'è il deposito disponibilità?
Che tipo di relazioni sociali si devono stabilire?
Quanti incontri si fanno con lo psicologo? Sarei interessata a sapere di cosa si parla durante i colloqui, se non sono troppo invadente... quando avevo fatto la tesi i genitori facevano solo colloqui con le addette (tutte donne) alle adozioni, erano chiacchierate informali, sarei curiosa di sapere come si è evoluto il processo negli ultimi quindici anni.
Nell'adozione internazionale si può scegliere un solo paese per volta?
Allora...
EliminaIl deposito della disponibilità è la vecchia domanda di adozione, che apre l'iter, solo che ora fa brutto chiamarla domanda, perché, giustamente, non si chiede di avere un bambino, ma si dà la disponibilità a diventare genitore per un bimbo che non li ha.
Le relazioni sociali vengono scritte dagli assistenti sociali dopo i colloqui e la visita alla casa, come quelle psicologiche.
Sugli incontri con gli psicologi non ho molte pietre di paragone. Si fanno sia in coppia che singolarmente, si parla, si ripercorrono i momenti dolorosi della propria vita e il come li si è superati e sopratutto si definiscono insieme le proprie disponibilità (età bimbo, problematiche che si è disposti ad affrontare, sia mediche che comportamentali). Nelle relazioni, alla fine, viene descritta la coppia, ma c'è anche un identikit del bambino che potrebbe essere abbinato loro. Poi il nostro percorso è stato molto sereno, mi sembra tre incontri con la psico e spesso eravamo più noi a fare domande a lei che viceversa, dato che la psico si occupa di bimbi adottati da 30 anni e chi meglio di lei poteva spiegarci cosa stava dietro al freddo burocratese dei moduli?
Per l'internazionale sì, un solo paese, perché fino a quel momento si è preparato tutto per la legislazione italiana, ogni paese ha le sue norme e di fatto va rifatto quasi tutto secondo la normativa di quel paese. Questo ovviamente lascia aperta la possibilità che qualcosa nel paese prescelto vada storto (a volte basta con cambio di governo) per trovarsi con tutto da rifare magari dopo anni di attesa.
Ci andrebbe qualcosa del genere anche per chi vuole diventare genitore naturale, almeno la parte con lo psicologo...
EliminaPiù che altro, come dice una mia amica psico, ci vorrebbe lo psicologo della mutua a cui rivolgersi in caso di necessità senza dare un rene.
EliminaGrazie della spiegazione, molto interessante...
EliminaSono d'accordo, ci vorrebbe la figura del counsellor gratuito per tutti! In Italia preparano tante figure professionali con lauree e master e dottorati poi non le sfruttano a dovere, io quando ho provato a rientrare in Italia sono finita a fare la promoter nei centri commerciali perché il mio lavoro da educatrice a scuola non bastava a mantenermi. Chi esce da psicologia, scienze della formazione/educazione/comunicazione e varie si potrebbe impiegare per offrire supporto al pubblico generico. Invece i servizi sono aperti per l'immigrazione, l'abuso, le droghe, eccetera però gli italiani onesti, sani e lavoratori (che pagano le tasse rendendo possibili questi servizi) non hanno accesso a nessuno di questi servizi!
Scusate, mi son svegliata feroce oggi... :P
Ancora un bellissimo lavoro, non c'è che dire.
RispondiEliminaVignette simpatiche e ben realizzate :)
Moz-