E eccoci alla carrellata di figure femminile in letture poco impegnative da proporre. Tutte ragazze o donne che a un certo punto prendono in mano la propria vita, fanno la loro scelta e si rendono conto che, guarda un po', sono perfettamente in grado di autodeterminarsi. Molte fanno scelte del tutto semplice, quasi scontate, ma sono le loro. Perché quello che dobbiamo dire alle ragazze non è che debbano per forza essere astronaute, solo che possono, se lo desiderano, così come possono diventare moglie e madri, ma solo se lo desiderano davvero.
LETTERATURA PER RAGAZZI
Stargirl, dal romanzo Stargirl di Jo Spinelli.
Stargirl è una ragazza che, a ben vedere, non vuole certo fare la rivoluzione. Vuole solo vestirsi con gli abiti le piacciono, portare la sua buffa borsa e chiamarsi, appunto Stargirl. Questo basta a farla definire una "strana", a farla isolare e quello che le chiede il ragazzo che si innamora di lei è proprio di adeguarsi, essere come le altre. Ebbene, la scelta della ragazza è un bel no. Non si rinuncia a se stessi neppure per amore, sopratutto da ragazzini.
Jo, dal romanzo Piccole Donne. Ricordato anche nei commenti all'introduzione, il personaggio di Jo è in giro dal 1880 e forse è il caso di farlo scoprire anche alle bambine di oggi. Perché lei, delle quattro sorelle, è quella che prende la difficile via della scelta. Lei è quella che sbaglia, perché questa è la caratteristica di chi sceglie, la possibilità dell'errore, ma anche quella che più di tutte, ha la possibilità di scegliere. Si fa carico della famiglia, vende i propri capelli per portare un aiuto, diventa scrittrice, all'inizio un po' per scherzo e un po' per guadagno. Anche grazie al lavoro si fa via via più indipendente, una di quelle donne di fine ottocento che iniziano prima con incertezza a camminare con le proprie gambe e quasi con sorpresa si scoprono forti.
CLASSICI
Elisabeth da Orgoglio e pregiudizio.
Molti leggono Orgoglio e pregiudizio come una storia romantica in cui alla fine l'amore trionfa. Può essere, personalmente ci vedo anche molta pungente ironia che a volte sfocia nel cinismo. Sopratutto è la storia di una ragazza di inizio ottocento che, pur consapevole della scarsa indipendenza che la società le concede e non intenzionata a sovvertirne le regole, rifiuta non una, ma due proposte di matrimonio, una più vantaggiosa dell'altra. In un mondo in cui una donna, sopratutto se senza dote, può solo pregare in ginocchio che qualcuno "se la prenda su", Elisabeth è una sorta di rivoluzionaria dolce. Il senso comune è ben esemplificato dalla sua amica, che si sposa a un uomo noiossissimo ma che "non sarà peggiore di altri", le può garantire un avvenire e le darà dei figli su cui riversare amore e affetto. Che altro si può chiedere. Elisabeth legge e pensa, ha le sue idee, le sue passioni e fa le sue scelte. E poi, certo, Darcy è Darcy, ma voi non avete avuto l'impressione, leggendo, che Elisabeth se la sarebbe cavata benissimo anche da sola?
FANTASCIENZA
Cordelia da L'onore dei Vor e Barrayan de La saga dei vorkosigan
La fantascienza, sopratutto cinematografica, ci ha regalato una serie di donne fortissime, in grado di ammazzare alieni che spuntano dalla pancia della gente come di sterminare zombie. Molte di loro, però, hanno poco da scegliere. Si trovano lì e devono ballare o morire. Per quel che mi riguarda preferisco un personaggio dagli angoli più smussati, ma non meno capace di farsi valere. Cordelia è la protagonista di due romanzi di Luis McMaster Bujold. Comandante di una missione esplorativa, si trova isolata su un pianeta sconosciuto con la non voluta compagnia di un militare in aggressivo pianeta rivale. Ovviamente scatta qualcosa tra loro, ma ci sono dei ma. Io adoro le storie d'amore dove ci sono dei ma importanti e sopratutto interni. I loro mondi sono inconciliabili, Barrayan, il pianeta di cui lui è originario ha una mentalità feudale e considera le donne poco più che soprammobili. Quindi Cordelia torna a casa e si arruola poco dopo, ovviamente contro Barrayan. E se alla fine l'amore trionfa è perché Cordelia ha avuto il tempo di ragionare e di fare le sue scelte. Tenersi l'uomo che ama, seguirlo sul suo pianeta natale e cambiare Barrayan. Porsi volutamente come esempio e modello di donna diversa, a partire dalla scelta di dare alla luce e difendere con le unghie e i denti il proprio figlio disabile.
GIALLI
Livia Ussaro da Le indagini di Duca Lamberti di Scerbanenco.
Dopo molti dubbi, poiché il giallo propone molte belle figure femminili, ho optato per Livia Ussaro, dato che il tema è la scelta. E Livia è una che le sue scelte le fa e le paga fino in fondo. Troppo intelligente per la Milano di fine anni '60, entra in scena come una ragazza alla ricerca di emozioni forti. Si delinea poi come un personaggio tutto celebrale, che vuole capire il mondo sperimentando anche il suo lato peggiore. Si fa coinvolgere in un'indagine, insiste per avere un ruolo pericoloso e finisce male. Scerbanenco non indora la pillola su quello che accade a Livia. La cosa che, però, me l'ha fatta amare moltissimo è che Livia non esce di scena così. Rimane se stessa, razionale, solida, capace sempre di chiamare le cose col loro nome e, forse, più consapevole nel scegliere la propria strada nella vita.
FUMETTI
Marjane in Persepolis di Marjane Satrapi
Al contrario che per gli esempi precedenti, qui abbiamo a che fare con una storia vera e quindi a tratti più dura e commuovente. Persepoli è un'autobiografia a fumetti in cui Marjane Satrapi racconta la propria infanzia e la giovinezza tra Iran e Europa, tra modelli culturali, sociali oltre che femminili, differenti. Appartenente a una famiglia che si oppone al regime religioso, a Marjane è richiesta una precoce consapevolezza e capacità di scelta. Non a caso, mandata a studiare in Europa per la propria sicurezza, si stupirà per la vacuità dei discorsi degli adolescenti europei, del loro menefreghismo. Commuovente e doloroso, il racconto di Marjane insiste anche sul peso delle scelte. La giovane cerca di assecondare prima le richieste della società europea, poi di quella iraniana, prima di capire quale possa essere la sua strada. E la sua strada, quella di artista che denuncia le durezze del regime, non può che portare verso l'esilio, con tutta quella lacerazione degli affetti che questo comporta. Dal fumetto l'autrice ha anche tratto un film animato che è subito diventato tra i miei preferiti in assoluto.
Avrei voluto continuare ancora e non è detto che in futuro non riprenda il discorso, ma questa sera mi è ostile la connessione e la stanchezza. Non ho toccato il fantasy, perché il mio personaggio femminile di riferimento nel fantasy già lo conoscete, è Tenar, raccontato a U.K.Le Guin ne La saga di Earthsea
Giovane prescelta per essere sacerdotessa di divinità oscure, salva, più che essere salvata, un giovane mago. Che non le regala il suo amore, ma del tempo per scegliere chi vuole essere. E Tenar, che non rinnega se stessa e la propria storia, sceglie di essere una donna comune. Solo molti anni dopo, ormai vedova, incontrerà di nuovo l'ormai non più giovane mago. Si rivelerà una donna fortissima, in grado di tenere testa a draghi, principi e stregoni senza né spade né incantesimi, solo con la propria saggezza e il proprio sguardo disincantato sul mondo. Mi chiedo, adesso, quanto aver incontrato da adolescente questo personaggio sia stato importante per me. Per capire che non c'è niente di male ad essere una persona dai pensieri complessi e dai desideri semplici. Per capire che genere di vita desiderare. Per capire... Chi lo sa... La storia di Tenar, alla fine, è anche la bellissima storia di un'adozione, quella della piccola Teanu. Difficile quindi non chiedersi quale sia davvero l'importanza di queste letture leggere, che però si sedimentano dentro e finiscono per sgrezzare i nostri pensieri.
Speriamo, però, di non aver portato a casa un cucciolo di drago...
Vi lascio con due immagini di Tenar, un giovane e una matura (questa dal purtroppo non soddisfacente film dello studio Ghibli). E la curiosità di sapere qual è il personaggio in cui più vi riconoscete e perché.
Il film non è un gran che, ma alla alla fine io e il Nik ci assomigliamo proprio a questi Tenar e Ged |
Per me, Elizabeth Bennett, principessa Leia di Starwars e Dana Scully di XFiles, miti adolescenziali e modelli di sviluppo. Mi stupisco di aver sposato un ragazzo con cui il rapporto non è esordito in maniera conflittuale, visto il tratto comune delle tre (vi è anche una spiccata tendenza all' autodeterminazione, a comandare e testardaggine, e quelle le ho). Di Terramare conoscevo solo il film, ora mi affrettero' a cercare il libro, come quello su Cordelia.
RispondiEliminaComunque si, quelli della foto vi somigliano proprio!!
Quanto ho amato Jo di "Piccole donne". :)
EliminaAnche a me, oltre alle altre piaceva molto Dana. Ho rivisto di recente le prime serie di Xfiles e in realtà ho trovato il rapporto con Mulder molto meno conflittuale di come lo ricordassi. Fin dalla primissima puntata in realtà Mulder è molto affettuoso e sono entrambi assai protettivi l'uno verso l'altro. Un rapporto paritario che si basa sul rispetto delle differenze e sulla fiducia e che mi è piaciuto moltissimo.
EliminaPS: di Terramare il film è purtroppo un guazzabuglio, sembra che abbiano mischiato insieme più sceneggiature e a un certo punto non si capisce più neppure chi sia il vero protagonista. Credo che abbiano cercato di usare elementi di cinque romanzi diversi, peccato che coprano un arco temporale di decenni e abbiano protagonisti diversi e il miscuglio non ha giovato all'opera. Le immagini però sono molto, molto belle.
EliminaJo March è un personaggio che io ho amato e da qualche parte ho pure scritto che era un mito al quale mi ispiravo da giovane. Anche Elisabeth di Orgoglio e Pregiudizio mi piaceva molto. Le altre figure non le conosco, ma ho idea che me ne sia persa molte in giro.
RispondiEliminaTi consiglio di recuperare Persepolis, il fumetto o il film, perché è un vero gioiello.
EliminaDa "intruso" uomo dico che Marjane è un personaggio davvero forte protagonista di uno dei fumetti più particolari degli ultmi anni che mi ha colpito favorevolmente, sia il fumetto che il personaggio.
RispondiEliminaConcordo. Anche il film, diretto sempre da lei, è una meraviglia. L'unico problema è che forse con Persepolis la Satrapi ha già raccontato quello che aveva dentro e si trova nella difficile posizione di aver già dato alla luce il suo capolavoro prima dei quaranta (infatti ultimamente diceva di voler abbandonare il fumetto per il cinema).
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