L'Alto Adige è quel posto illuminato in cui sanno fare lo strudel, ma anche la pizza.
C'è un rigore tedesco, ma i menù sono in italiano (più o meno).
Dove se chiedi dove puoi andare con un passeggino ti danno un apposito depliant (ok, l'italiano è un po' approssimativo "in montagno col passeggino"...) con tanto di escursioni segnate e funivie attrezzate. Dove ogni locale ha un fasciatoio e scaldare il latte in rifugio è la cosa più normale del mondo.
In barba a quelli "adesso non farete più le vacanza belle di una volta" quest'anno ce la siamo goduta. O, meglio, come mi ha dimostrato il post con un ricordo per ogni estate, sono quasi sempre riuscita a estrarre qualche attimo di godimento dal periodo delle vacanze e quest'anno non è stato da meno. Alla fine tutto sta nel sapere quello che si vuole e cosa si chiede a una vacanza, consapevoli che la vita cambia ed è meglio assecondarla che remargli contro.
In altri momenti avrei fatto di rifugio in rifugio con lo zaino in spalla, avrei fatto campagne di scavo nei siti d'altura o un tour de force culturale. Ma devo ammettere che non è male neppure usare la scusa della bimba per prendersela comoda, oziare in una piscina riscaldata con vista sulle dolomiti o passeggiare guardando le vette dal basso, che comunque spingendo il mezzo sulle salite o portandosi la bimba in spalla si fa fatica comunque.
Di norma su questo blog si fanno pubblicità solo a libri e a film, ma la struttura dove eravamo un po' la merita. Al di là della vista, il parco giochi e tutto quanto potete vedere sul sito, ho apprezzato un particolare che, quando si hanno bambini, diventa tutt'altro che secondario, l'acustica.
La struttura ha un'impostazione molto nord europea per la gestione degli infanti che potevano scorrazzare un po' ovunque ed erano invitati a fare attività, anche guidati, con i genitori e a dividerne gli spazi. Quindi sia nel ristorante che nell'area delle piscine c'era un gran via vai di bimbi, alcuni piangenti, alcuni giustamente esuberanti, eppure le voci non rimbombavano mai. Bastava che la propria pupattola non fosse in quel momento in versione urla e strilla per potersi isolare da tutto e da tutti.
Quanto alla pupattola, ha iniziato a zampettare in autonomia sul prato, è stata deliziata dalle caprette dell'albergo, affascinata dalle paperette (che però non si lasciavano tocchicciare), ha sopportato di scendere a valle per un saluto all'antenato Otzi (con mamma archeologa dovrà farsene una ragione) e sopratutto ha dato soddisfazione a tutti i teorici dell'autosvezzamento. Ha assaggiato di tutto, dando la propria approvazione quasi a tutto, ma in special modo alla polenta, ai formaggi e a ogni genere di frutta e verdura. Certo, non è ancora propriamente civilizzata e, per la gioia del personale, il cucchiaio diventa rapidamente posata, strumento musicale, catapulta e arma da lancio...
Abbiamo anche sviluppato alcune dipendenze: per la palla, l'altalena e le canzoncine dello zecchino d'oro da far cantare ossessivamente a mamma per tutte le cinque ore di viaggio da e per l'Alto Adige (e fossi almeno intonata, come ha osservato il Nik...).
Tutti e tre, però, siamo riusciti a riposarci e a ritemprarci, che al ritorno ci attendeva l'allestimento della nuova ala della casa, finalmente pronta. Per almeno dieci anni non voglio più avere a che fare con muratori e similia, ma adesso, per la prima volta da anni, tutti i nostri libri, spalmati ora su due stanze, hanno una loro casa, un alloggio sensato che dividono con i loro famigliari più prossimi.
Ma di questo e delle sorprese che la sistemazione dei libri ha portato riparleremo...
Dunque
RispondiEliminaBENTORNATA
ma chi le dice ste cavolate del "mai più" sentite pure io riguardo il matrimonio, gente che tenta di buttare addosso agli altri le proprie frustrazioni.
La struttura sembra meravigliosa davvero e di sicuro ve la sarete passata alla grande con la pupattola e in relax.
E nel tuo blog apprezzo anche questi post diversi dai libri ma comunque molto tuoi.
Un bacio di ben tornata attendo aggiornamenti su ogni fronte e buona continuazione di estate.
Alcune cose inevitabilmente cambiano, ma non è detto che debbano farlo in peggio. Ad esempio la classica vacanza al mare con i bambini a noi sembra più un girone infernale, ma basta prendere atto del fatto che non è obbligatoria e che ci sono delle alternative.
EliminaAbbraccione!
RispondiElimina:)
RispondiEliminaBellissima vacanza, e tutto l'Alto Adige è splendido. Quando ho fame di verde è lì che mi dirigo. Dal tuo post si legge la serenità della vacanza meritata. Un bacio alla pupottola!
RispondiEliminaHelgaldo
Molto bello e molto a misura di bimbo!
EliminaLuoghi davvero belli, altro che. Sono contento che ve la siete goduta e anche che ora il blog riparte ;-)
RispondiEliminaAdesso, pian pianino, si riparte!
EliminaSì, alla faccia di quelli che quando hai un figlio ti rinfacciano tutto quello che (secondo loro) non potrai più fare!
RispondiEliminaOvvio, non sono le vacanze in cui scali i monti o vai per locali fino alle due di notte, ma questo non significa che non siano piacevoli, rilassanti e soprattutto da ricordare :)
Esatto. È chiaro che alcune cose non le puoi fare, ma non è che non ci siano alternative.
EliminaC'è sempre qualcuno che la dice, 'sta cosa delle belle vacanze perdute, ma non mi ci sono riconosciuta affatto, anche con l'aiuto di mio figlio, che era veramente un bambino comodo da gestire. Bentornata! :)
RispondiEliminaGrazie! Immagino che dipenda da cosa si vuol fare. Come scrivevo sopra la tipica vacanza al mare con i bimbi a me sembra un girone infernale, ma ci sono delle alternative più che valide. E sì, anche la pupattola ama viaggiare e fare nuove esperienze, cosa che ci semplifica assai la vita.
EliminaHo letto prima l'ultimo post, e solo in seconda battuta questo, quindi ti ho già salutata. ;)
RispondiEliminaBella la pupattola! :)