Dal mio punto di vista c'è una sola cosa positiva nel tornare ad alzarsi (troppo) presto al mattino.
Quando la sveglia suona (troppo) presto, sono ancora in piena fase onirica e quindi mi ricordo i sogni. Con fatica. Devo sempre fare uno sforzo di memoria e di concentrazione e spesso comunque non vengo a capo di tutto, ma ne vale comunuqe la pena.
Adesso, non vi immaginate una svolta mistica. Io non cerco l'illuminazione nei miei sogni. Il mio inconscio lo sa e quando proprio deve darmi un messaggio lo fa senza immagini criptiche da interpretare. Quelle due o tre volte che ne ho avuto bisogno ho sognato un tizio che mi diceva paro paro quello che dovevo sapere. Suppongo, giacché si è trattato di informazioni giuste, che il mio inconscio le avesse già elaborate e abbia trovato una strategia a prova di scettico per farle avere alla mia parte cosciente. È capitato, quindi, ma raramente e io non cerco verità dai sogni. O, almeno, non quella verità.
I miei sogni sono sempre, meravigliosamente, narrativi.
A volte sono sogni, come dire, "metaonirici", sogno una storia che so che non mi appartiene, come se fosse un film o un sogno altrui, come se la mia coscienza sapesse di stare sognando.
Sono in generale bei sogni, anche quando si tratta di storie inquietanti, perché so di esserne spettatrice. Da uno di questi sogni, particolarmente articolato e ben ricordato, ho tratto il mio unico racconto genuinamente horror (lo tengo sempre nel cassetto per chissà quale occasione, ma magari conviene che lo posti sul blog).
Martedì notte ho avuto uno di questi sogni. La trama era complicata e non sono riuscita a ricostruirla del tutto, ma c'era almeno un viaggio nel tempo. Nel pezzo di cui mi ricordo si era nel settecento e c'erano due cicisbei tutti cipria e parrucche stratificate che dovevano darsi alla carriera militare. All'inizio sbeffeggiati dalle truppe per i loro modi riuscivano poi a farsi valere, nonostante nastrini e belletti. Tutto sommato anche ricordandone solo un pezzetto potrebbe uscirne un racconto.
Qualche tempo fa, invece, il mio inconscio mi ha fatto davvero un regalo, realizzando un sogno che solo in sogno poteva realizzarsi.
Io sono di quei nerd che non solo hanno letto Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, ma sanno districarsi tra le genealogie elfiche, hanno un'idea ben precisa della successione dei re di Numenor. La Terra di Mezzo è il mondo in cui ho vissuto almeno metà adolescenza, in alcuni momenti più reale ai miei occhi di quello che mi circondava. Una parte di me ancora passeggia per il Verdecammino. Eppure, per varie ragioni, negli ultimi anni ho potuto dedicare a queste letture molto amate solo dei pensieri distratti e non prendo in mano quei libri da secoli.
Ma eccomi in sogno catapultata nella campagna inglese degli anni '50 o della fine anni '40. Come spesso accade in sogno tutto mi era assolutamente famigliare. Dovevo trovarmi dalle parti di Dover e avevo affittato una casa per passarci l'estate con figlia e nipotino (suppongo il marito al lavoro).
Al ritorno da una passeggiata troviamo un grosso cagnone nero nel giardino e poco dopo ecco arrivare il proprietario, con pipa e cappello, che si scusa per l'irruzione: il professor Tolkien in persona.
Il mio io cosciente lo riconosce subito, perché è paro paro alle foto più famose, l'io del sogno fa la conoscenza con un professore universitario che sta passando l'estate nella casa accanto. Vedendo i libri iniziamo a chiacchierare. Seguono quindi passeggiate sulle scogliere con io e il professor Tolkien a discutere di libri e figlia e nipotino a giocare con il cane.
Al risveglio la cosa che più mi ha colpito è quanto il mio sogno fosse radicato nell'ambientazione, poiché ricordo che io e Tolkien abbiamo parlato solo di libri editi prima degli anni '50 e in particolare di Joyce, della Woolf e di Hemingway e del suo amore per la letteratura inglese antica, imparagonabile con quella contemporanea. Ricordo che mi disse che il suo romanzo (immagino Il Signore degli Anelli) avrebbe potuto essere amato o odiato, ma che pochi avrebbero capito la sua ricerca stilistica (eh, già, io per prima, avendolo letto solo in traduzione) con la riproposizione di alcuni stilemi dell'epoca applicati alla modernità.
Mi sono svegliata del tutto malvolentieri da questo sogno, ma felicissima di essermelo ricordato.
Grande delusione quando mi sono informata con la massima esperta di Tolkien che io conosca (ci ha fatto anche la tesi di laurea) e ho scoperto che il professore non ha mai avuto una grossa cagnona nera. Quindi non ho davvero incontrato lo spirito di Tolkien (il sogno era talmente dettagliato che per un poco il dubbio l'ho avuto), ma era solo una proiezione del mio inconscio. È stata comunque una delle esperienze oniriche e letterarie più particolari che mi sia mai capitata.
Del reso meglio chiacchierare con il proprio idolo letterario in sogno che non farlo mai.
Almeno, quando il lunedì e il mercoledì sera punto la sveglia per l'alzataccia del mattino dopo (che non è neppure così antelucana, sono io che sono un modello obsoleto e ho bisogno di dormire tanto), spero almeno di svegliarmi al mattino con il ricordo di un incontro straordinario.
A voi è mai capitata una cosa del genere?
PS: la foto non ha nulla a che vedere con i miei sogni letterari, ma dimostra come Orlando Calibano Nerone si stia infine adattando. Ieri sera è finalmente salito sul divano a farsi coccolare anche da me.
A volte sono sogni, come dire, "metaonirici", sogno una storia che so che non mi appartiene, come se fosse un film o un sogno altrui, come se la mia coscienza sapesse di stare sognando.
Sono in generale bei sogni, anche quando si tratta di storie inquietanti, perché so di esserne spettatrice. Da uno di questi sogni, particolarmente articolato e ben ricordato, ho tratto il mio unico racconto genuinamente horror (lo tengo sempre nel cassetto per chissà quale occasione, ma magari conviene che lo posti sul blog).
Martedì notte ho avuto uno di questi sogni. La trama era complicata e non sono riuscita a ricostruirla del tutto, ma c'era almeno un viaggio nel tempo. Nel pezzo di cui mi ricordo si era nel settecento e c'erano due cicisbei tutti cipria e parrucche stratificate che dovevano darsi alla carriera militare. All'inizio sbeffeggiati dalle truppe per i loro modi riuscivano poi a farsi valere, nonostante nastrini e belletti. Tutto sommato anche ricordandone solo un pezzetto potrebbe uscirne un racconto.
Qualche tempo fa, invece, il mio inconscio mi ha fatto davvero un regalo, realizzando un sogno che solo in sogno poteva realizzarsi.
Io sono di quei nerd che non solo hanno letto Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, ma sanno districarsi tra le genealogie elfiche, hanno un'idea ben precisa della successione dei re di Numenor. La Terra di Mezzo è il mondo in cui ho vissuto almeno metà adolescenza, in alcuni momenti più reale ai miei occhi di quello che mi circondava. Una parte di me ancora passeggia per il Verdecammino. Eppure, per varie ragioni, negli ultimi anni ho potuto dedicare a queste letture molto amate solo dei pensieri distratti e non prendo in mano quei libri da secoli.
Ma eccomi in sogno catapultata nella campagna inglese degli anni '50 o della fine anni '40. Come spesso accade in sogno tutto mi era assolutamente famigliare. Dovevo trovarmi dalle parti di Dover e avevo affittato una casa per passarci l'estate con figlia e nipotino (suppongo il marito al lavoro).
Al ritorno da una passeggiata troviamo un grosso cagnone nero nel giardino e poco dopo ecco arrivare il proprietario, con pipa e cappello, che si scusa per l'irruzione: il professor Tolkien in persona.
Il mio io cosciente lo riconosce subito, perché è paro paro alle foto più famose, l'io del sogno fa la conoscenza con un professore universitario che sta passando l'estate nella casa accanto. Vedendo i libri iniziamo a chiacchierare. Seguono quindi passeggiate sulle scogliere con io e il professor Tolkien a discutere di libri e figlia e nipotino a giocare con il cane.
Al risveglio la cosa che più mi ha colpito è quanto il mio sogno fosse radicato nell'ambientazione, poiché ricordo che io e Tolkien abbiamo parlato solo di libri editi prima degli anni '50 e in particolare di Joyce, della Woolf e di Hemingway e del suo amore per la letteratura inglese antica, imparagonabile con quella contemporanea. Ricordo che mi disse che il suo romanzo (immagino Il Signore degli Anelli) avrebbe potuto essere amato o odiato, ma che pochi avrebbero capito la sua ricerca stilistica (eh, già, io per prima, avendolo letto solo in traduzione) con la riproposizione di alcuni stilemi dell'epoca applicati alla modernità.
Mi sono svegliata del tutto malvolentieri da questo sogno, ma felicissima di essermelo ricordato.
Grande delusione quando mi sono informata con la massima esperta di Tolkien che io conosca (ci ha fatto anche la tesi di laurea) e ho scoperto che il professore non ha mai avuto una grossa cagnona nera. Quindi non ho davvero incontrato lo spirito di Tolkien (il sogno era talmente dettagliato che per un poco il dubbio l'ho avuto), ma era solo una proiezione del mio inconscio. È stata comunque una delle esperienze oniriche e letterarie più particolari che mi sia mai capitata.
Del reso meglio chiacchierare con il proprio idolo letterario in sogno che non farlo mai.
Almeno, quando il lunedì e il mercoledì sera punto la sveglia per l'alzataccia del mattino dopo (che non è neppure così antelucana, sono io che sono un modello obsoleto e ho bisogno di dormire tanto), spero almeno di svegliarmi al mattino con il ricordo di un incontro straordinario.
A voi è mai capitata una cosa del genere?
PS: la foto non ha nulla a che vedere con i miei sogni letterari, ma dimostra come Orlando Calibano Nerone si stia infine adattando. Ieri sera è finalmente salito sul divano a farsi coccolare anche da me.
Mi sembra di immaginare la sensazione del sogno. Bellissimo anche solo a leggerlo.
RispondiElimina"Certo che sta accadendo nell tua mente [...], ma perché mai questo dovrebbe significare che non sia reale?"
Questa notte io ho sognato di rubare una grossa somma e il Nik di acquistare una casa costosa sul lago... A volte nella mente non basta...
EliminaContinuo il pensiero di Dario, se me lo permette... Albus Silente a Harry Potter nell’ultimo libro della saga del maghetto più famoso del mondo.
RispondiEliminaI sogni, a volte, sono davvero rigeneranti.
sinforosa
=)
EliminaChe bel sogno... lo prenoterei volentieri, se fosse possibile. Speriamo. :)
RispondiEliminaÈ stato un bel sogno. Peccato non ricordarlo al 100%
EliminaUn bellissimo sogno, anche a me piacerebbe sognare il mio autore preferito per farci una chiacchierata. Di solito fatico a ricordare i sogni, qualche volta però mi capita di fare dei sogni articolati che mi restano impressi...
RispondiEliminaDiciamo che il ricordarsi i sogni è l'effetto collaterale dell'essere svegliati spesso di soprassalto. Cerchiamo di vedere il meglio da ogni cosa.
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