Dopo una serie di disavventure librarie (libro perso nei meandri della casa o libro che proprio non si è voluto far leggere), sono tornata a frequentare il gruppo di lettura.
Non potevo mancare, dato che il libro l'avevo proposto io ormai tre anni fa.
Si tratta di una delle opere meno note di Jane Austen, edito postumo.
La caratteristica che lo differenzia dalle altre opere dell'autrice è che si tratta di una parodia dei romanzi gotici e sentimentali per cui allora stravedevano le ragazzine. La protagonista, l'ingenua Catherine, legge solo questo genere di romanzi, li cita di continuo, ragiona sulle sue esperienze solo in relazione alle vicende delle sue eroine e, in fin dei conti, si crede immersa in una storia simile.
Questa evidente vena parodistica, che non ha come uniche vittime quei romanzetti, ma anche il mondo dell'editoria e, perché no, la Austen stessa, rende ancora più chiaro il meccanismo alla base del suo romanzo.
Sotto le (deliziose) storie d'amore, i romanzi della Austen sono anche ciniche analisi del funzionamento della società dell'epoca. Le ragazze devono frequentare balli e luoghi di villeggiatura come Bath al fine di essere notate da aspiranti mariti e sembrano girare con il cartellino del prezzo attaccato, poiché vengono giudicate principalmente in base alla loro dote. Se non possono recarsi in questi luoghi insieme alla famiglia, qualcun altro provvederà a portarle, come si porta una merce al mercato. Allo stesso modo i genitori indirizzano i figli machi verso i partiti migliori (sia mai che si facciano incantare da un bello sguardo e perdano di vista la dote...), in un pratico sistema di compravendita. In questo romanzo, punteggiato, più di altri, dai commenti dell'autrice, che arrivano dove la perspicacia della protagonista non può giungere, l'aspetto di analisi dei meccanismi sociali è per certi versi più evidente e lo sguardo su di esso più venato d'amarezza.
Spesso le eroine di Jane Austen, perfettamente consapevoli di come gira il mondo, riescono non a scardinare il sistema, ma a sfruttarne gli stessi meccanismi per raggiungere i loro scopi attraverso l'intelligenza e il buon senso. Catherine, povera cara, è una ragazza di cuore, ma del tutto priva di acume, con una testolina nutrita solo a romanzetti gotici e affidata a una coppia benintenzionata quanto superficiale.
Mi ha ricordato moltissimo alcune mie alunne (senza riferimento ad alunne attuali), nutrite solo a reality, convinte che quanto vedono sullo schermo sia il metro con cui devono giudicare la realtà. Perché quello che colpisce è questo, c'è molto, in questo romanzo che rimane valido ancora oggi. Il giovanotto che non fa che vantarsi del proprio calesse è tale e quale a tanti giovani interessati solo al modello di cellulare o di moto o di suv posseduto. E, di tanto in tanto, l'ironia dell'autrice sfocia in qualcosa di più amaro, come quando afferma che le donne, per avere successo, devono apparire sciocche e ignoranti.
Rimane comunque quella sorta di apertura a una felicità possibile che è propria delle Austen. Catherine è osservata con benevolenza nelle sue peripezie e se le persone non cambieranno mai del tutto, ma possono migliorare, aprire gli occhi, capire qualcosa del mondo senza esserne incattivite.
Al gruppo di lettura pascolano, tra gatti e (ottimi) sorbetti, lettori molto più raffinati di me. Così ho scoperto, tra le altre cose, che tutti i riferimenti ai romanzi gotici presenti sono stati ritenuti a lungo frutto della fantasia dell'autrice poiché di quelle opere si era persa traccia. Si è poi scoperto che no, si tratta di romanzi reali, alcuni di sicuro presenti in casa Austen e sono stati recuperati e ri editi come i "gotici austeniani". Questo, suppongo, significa che le opere lette e stra lette dalle ragazzine come Catherine finiscono rapidamente dimenticate, le Abbazie di Northanger, anche se non baciate da particolare fortuna all'uscita, sopravvivono ai secoli. Immagino sia valido allora come oggi.
Sono, in effetti, particolarmente interessanti tutti i riferimenti al mondo dell'editoria, così simile al nostro. Un mondo interessato solo a ciò che vende, nella fattispecie, quindi, romanzetti gotici, in cui un romanzo di valore può essere opzionato da un editore e mai edito e mai pagato. Vi ricorda qualcosa?
Sono, in effetti, particolarmente interessanti tutti i riferimenti al mondo dell'editoria, così simile al nostro. Un mondo interessato solo a ciò che vende, nella fattispecie, quindi, romanzetti gotici, in cui un romanzo di valore può essere opzionato da un editore e mai edito e mai pagato. Vi ricorda qualcosa?
In conclusione l'Abbazia di Northanger è un romanzo piacevole e intelligente e che, tuttavia, potrebbe deludere chi associa il nome di Jane Austen solo a romantiche storie d'amore. Questa è una garbata e divertita parodia, che gioca con affetto con una protagonista che vorrebbe essere l'eroina che non sarà mai, ma anche con le velleità autoriali dell'autrice. Infine, più che in altri romanzi, è evidente l'opera di analisi e scomposizione dei meccanismi della società patriarcale del tempo, vivisezionata dall'acuto sguardo di una donna.
Consigliatissimo, dunque, sia a chi della Austen ha già letto le opere più famose, sia a chi associa il nome solo a storie romantiche a cui non si avvicinerebbe mai.
Consigliatissimo, dunque, sia a chi della Austen ha già letto le opere più famose, sia a chi associa il nome solo a storie romantiche a cui non si avvicinerebbe mai.
"Stupidi umani, che avete bisogno di specchiarmi nei libri per guardare il mondo, smettetela con le chiacchiere e onoratemi come merito!" |
Ho un vago ricordo, Bath sì c'erano i balli a Bath. L' ho letto nel mio periodo Austen ed è interessante leggere ora la tua analisi perché di sicuro lo ricordo come il meno tipico e per certi versi o certi lettori quindi il meno riuscito. Ma posso dire quanto è spettacolare mansfield park? Il migliore in assoluto.
RispondiEliminaCredo che ognuno abbia il proprio preferito. Certo che se questo è il "meno riuscito" la maggior parte degli autori, quelli famosi e riconosciuti intendo, dovrebbe sotterrarsi per la vergogna...
EliminaConcordo con entrambe le tue affermazioni.
EliminaAvete pensato di abbinarci anche Malombra di Fogazzaro? Una delle immagini iniziali sembra proprio presa di peso dall'abbazia di Northanger (una nota trovata in un mobile) e, come nell'abbazia darà colore a tutto il romanzo,anche se un colore assai differente. Fogazzaro a mio avviso usa il romanzo gotico come un'avvisaglia della psicoanalisi, con risultati notevoli! Avrei proprio voglia di proporre l'uno o l'altro al mio gruppo di lettura e analizzarlo a partire da quello non scelto.
RispondiEliminaCiao, devo ammettere che l'associazione con Fogazzaro proprio non mi sarebbe mai venuta in mente! Ti ringrazio molto per il tuo commento. Non riprendo in mano Fogazzaro dai tempi del liceo e il mio ricordo è sicuramente viziato dalle paturnie di quell'età. Devo recuperarlo.
Eliminaallegro e leggero in effetti non è, però letto senza pregiudizio è davvero un ottimo scrittore, ad alto tasso di modernità, per la sua epoca.
EliminaDa amante di Jane Austen, L'Abbazia di Northanger mi è piaciuto da morire proprio per la vena ironica che lo pervade, per lo stile talvolta pungente, per il fatto di essere parodia estremamente attuale di un certo tipo di persona e di mondo. Come giustamente sottolinei tu, si possono fare molti parallelismi col mondo di oggi. In questo e in Persuasione, due opere forse "minori" ho trovato più che nelle altre l'estrema modernità di Jane Austen.
RispondiEliminaPensavo di aver letto tutto della Austen, ma al gruppo mi sono accorta che Persuasione mi manca. Credo lo recupererò quest'estate e poi farò sapere!
EliminaHo letto L'Abbazia di Northanger secoli fa, e non mi era rimasto molto impresso a dire il vero... forse nemmeno mi era piaciuto per la vena parodistica accentuata. Probabilmente ora lo rileggerei con occhi più consapevoli!
RispondiEliminaQuello che dici sulla somiglianza tra certi comportamenti fatui del giorno d'oggi mi trova del tutto d'accordo. Per quanto riguarda le ragazze da marito, e la ricerca di un buon partito, purtroppo all'epoca il matrimonio era l'unico modo per non morire di fame, non essendo destinate a ereditare nulla come figlie femmine.
Certo, all'epoca il matrimonio era l'unica possibilità di sussistenza per una donna. La Austen ne è ben consapevole e non mette mai davvero in discussione il meccanismo (come potrebbe, a meno di non ribaltare la società?)ma si insidua negli ingranaggi.
EliminaIl gatto della foto sembra molto saggio ;-) Non ho letto nulla di Jane Austen ma ho visto i film tratti dai suoi libri, come non condividere la sua visione della società che mi sembra più attuale che mai...
RispondiEliminaPer quanto io sia di quelle che si guardano qualsiasi cosa sia tratto da Jan Austen, penso che i film, per lo più, saltino a pié pari proprio la parte di analisi della società. In particolare "Orgoglio e Pregiudizio" diventa un po' la classica storia d'amore di una ragazza povera che fa innamorare di sé il ricco di turno fino al lieto fine, quando invece il romanzo ha dei passi di lucida freddezza che analizzano il funzionamento della società dle tempo. Insomma, ti consiglio vivamente la lettura delle opere.
EliminaPS: il gatto il foto è molto bello e molto fortunato (è stato adottato da un gattile, dopo che era stato trovato con due zampe rotte), sulla saggezza, tuttavia le sue padrone avrebbero da dire...
Il gatto della foto è bellissimo, e se non è molto saggio forse è solo perché manca di esperienza, come Catherine - che alla fine del romanzo è già molto meno sprovveduta, specie dopo avere visto le metamorfosi compiute da certe persone intorno a lei; del resto dalla sua ha anche un paio di ottimi genitori - probabilmente i migliori genitori del canone austeniano, affettuosi ma pieni di buon senso e pure simpatici e scarsamente inclini a fare la morale anche se predicano molto con l'esempio - e probabilmente anche i suoi genitori non sono nati imparati e hanno avuto anche loro i loro... ahem... "amici" più o meno interessati. Northanger Abbey è un gran bel romanzo, e se la Austen non avesse scritto quel che ha scritto dopo sarebbe ritenuto oggi un piccolo capolavoro, non il "romanzo minore" di Jane Austen - che poi ogni volta che lo rileggo mi rendo conto che non ha proprio niente di minore...
RispondiEliminaSe questo fosse lo standard di tutte le "opere minori" noi scribacchini potremmo tranquillamente seppellirci.
EliminaPS: scusa il ritardo nella risposta, sono in un turbine di follia scolastica