domenica 4 ottobre 2020

La scrittura tra un'emergenza e l'altra


 Scrivo dal Piemonte alluvionato.

Fortunatamente qui dove abito il conto dei danni si limita a parecchi rami caduti, raccolto dei cachi compromesso e una mattinata senza corrente. Ieri, però, quando è tornata la linea telefonica è stato tutto un rincorrere parenti e amici per assicurarsi che stessero bene. Tra frane, strade interrotte (se non sprofondate) e ponti crollati il miracolo è che qui in zona non ci siano stati morti. 

Le foto e i filmati del crollo del ponte sul Sesia credo che molti le abbiano viste al telegiornale. Qualche anno fa mio marito percorreva quella strada tutti i giorni per recarsi al lavoro e chiunque abiti da queste parti lo ha attraversato. Si tratta di una via di comunicazione vitale e, nell'anno della pandemia, quest'altro colpo all'economia della provincia non ci voleva proprio. Per altro ora si sta annuvolando tutto di nuovo, in nottata sono previste altre piogge. Per come si stanno mettendo le cose non mi sento di dare per scontato al 100% che domani la scuola sarà agibile. Stai a vedere che il primo giro di Didattica Integrata Digitale (o qualcosa del genere), come si chiama ora, ci tocca per qualcosa che nulla ha a che vedere con la pandemia (sempre che la rete informatica regga).

Insomma, va così. Si passa da un'emergenza all'altra ormai con una certa scioltezza. Ci si assicura di essere tutti interi, si vanno a controllare i danni e si prova ad andare avanti. Lo stato di allerta mentale è perenne e si cerca come si può di farlo vivere con relativa serenità ai più piccoli.

In questa situazione l'idea di caricare la scrittura di energie mentali, aspettative e ansie appare fin ridicola. Siamo nel mezzo di una pandemia mondiale, il lavoro scolastico è una sorta di percorso a ostacoli con regole in continuo mutamento (dove avrò messo il codice che da domani deve digitare sul pannello all'ingresso per accedere a scuola?), il cielo minaccia di caderci sulla testa e dovrei preoccuparmi per una pubblicazione in più o in meno? Non ce la posso fare.

Ho deciso quindi, per quanto possibile, di recuperare un rapporto ludico con la scrittura. Giocare per evadere, anche dal qui ed ora.

Quel poco di testa che mi rimane ho deciso di dedicarla al "non più YA". Al momento ci sono persone che me lo stanno leggendo e sulla base delle indicazioni proverò a sistemarlo. È una storia a cui tengo e se ci vorrà un anno in più prima di sottoporlo a una qualsiasi selezione, va bene così. Questo voglio che sia al massimo delle sue potenzialità.

Ho invece deciso di partecipare al concorso più folle che mi sia capitato sotto mano. Una casa editrice per altro seria cercava racconti ambientati in un universo parallelo in cui il fascisti si fossero alleati con gli alieni. Devo dire che mi è piaciuto moltissimo lavorarci. Mi è piaciuto uscire dai generi che sono abituata a frequentare e lavorare molto sull'atmosfera. Mi è piaciuto così tanto che vorrei replicare l'esperimento, senza fascisti di sicuro, senza alieni ancora non saprei. Ho anche un paio di idee sul dove destinare il racconto che ne uscirà, ma al momento l'importante è divertirsi. 

Sempre nell'ottica del divertimento e del disimpegno ho scritto quest'estate alcuni racconti steampunk. Non ho pensato a numero di battute o parametri editoriali. Le idee erano vecchissime, vengono da uno scambio di idee e immagini su wa con delle amiche. Mi erano state "assegnate" delle immagini per provare a imbastire una trama. Siccome nella mia testa le cose non sono mai semplici, ne è nato tutto un universo narrativo. Al momento esistono quattro racconti che compongono Preludi a L'assedio degli Angeli.

Ho deciso che la destinazione migliore per questi racconti, al momento, è il mio vecchio account di efpfanfic.

Il sito è vecchio, anche da un punto di vista grafico, ma è ancora molto vivo e mi è sembrato il posto migliore per giocare con la scrittura, far leggere (e leggere) racconti gratuitamente, senza dovermi troppo occupare dell'impaginazione e di tutto quello che comporterebbe il creare ebook.

Se qualcuno volesse inoltrarsi nella mia versione steampunk/soprannaturale del mondo vittoriano, potete accedere al sito, cliccando direttamente sul titolo del racconto in fondo al post.

Dal momento che il racconto non ha restrizioni particolari non è necessario creare un account, né tantomeno pagare un'iscrizione. Cercherò di caricare un nuovo capitolo ogni settimana.

Poiché un'immagine vale più di mille parole, l'atmosfera di questo primo racconto è più o meno questa:


Racconto di Fiorile

12 commenti:

  1. L'immagine è molto bella, esprime un'atmosfera quasi ipnotica.
    Vedere i danni dell'alluvione e il ponte crollato mi ha fatto male, non ci sono parole, spero con tutto il cuore che non ci siano ulteriori danni.
    Hai ragione a utilizzare la scrittura per la sua parte ludica.

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    1. Purtroppo si è aggiunta anche la notizia di un morto, trascinato via dal fiume. Speriamo che adesso i lavori di ripristino vengano fatti in fretta e con testa!
      PS: sono contenta che l'immagine ti sia piaciutia

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  2. Peggio del 94, che ricordo benissimo perché avevamo un matrimonio e mio zio dalla Val vigezzo era ib difficoltà ad arrivare, seppur meno colpita anche in Lombardia ci furono danni e il pranzo di nozze fu ridimensionato causa lago tracimato nel giardino. Terribile, la famiglia di mio cognato ha una casa a Limone, la splendida strada romana non c'è più. Ci mancava proprio. Scrittura e pubblicazioni devono solo portarci gioia ora, non è tempo per problemi, ne abbiamo già abbastanza.

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    1. Limone è stata devastata.
      Qui uno dei paesi da cui provengono i miei alunni ha avuto danni molto seri, adesso invece che 5 minuti, lo scuolabus che ne mette 20/25 perché la strada che portava alla scuola è chiusa.
      In queste condizioni lagnarsi per le pubblicazioni non è proprio pensabile, meglio provare a giocare, che magari qualcosa di buono esce comunque.

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  3. É giusto, impegnare la mente su un'attività alla quale si tiene molto (che sia la scrittura o quant'altro) è qualcosa che torna utile proprio nei momenti in cui cose ahimé molto più concrete come il covid-19 o le intemperie atmosferiche ci rammentano quanto sia precario ogni nostro progetto. Se uno ci pensasse con attenzione rischierebbe di impazzire perciò... meglio concentrarsi sulle cose che ci piace fare.

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    1. Assolutamente. La scrittura è una cosa che non potrei mai abbandonare adesso, perché, appunto, c'è sempre un guaio a cui pensare. Però dev'essere piacere e non stress!

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  4. Il racconto dei fascisti e degli alieni mi ha fatto ricordare il film "Fascisti su Marte" con Corrado Guzzanti. :) Mantenere il lato divertente e piacevole della scrittura è essenziale: io cerco di lavorare al meglio sulle pagine che sforno, ma nello stesso tempo spero di non prendermi mai troppo sul serio. I concorsi sono comunque un bello stimolo, al di là dei risultati!

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    1. Credo che lo spunto per il concorso venga proprio da Fascisti su Marte! A me i concorsi piacciono, perché mi danno vincoli precisi con cui giocare. E ovviamente cerco di scrivere al meglio, ma senza stress.

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  5. Quando si hanno i piccoli per casa non si può mai lasciarsi prendere dallo sconforto, cascasse il mondo bisogna stamparsi il sorriso in faccia!
    Spero che presto si appianino un po' le cose, povero Piemonte!

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    1. Sì, questa cosa ho scoperto che nella pratica può non essere facilissima. Per fortuna noi come famiglia non abbiamo avuto danni né tanto meno ci siamo trovati in pericolo, come invece è accaduto ad alcuni miei alunni, che mi hanno raccontato di piante divelte nel loro giardino!

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  6. La scrittura proprio questo è. Quella consolazione vivificante, quella fuga immaginaria in un dove che inventiamo.
    Stiamo vivendo un periodo davvero difficile. Posso solo pensare che non sarà mai difficile come quelli in cui si sono vissute guerre, che è la cosa peggiore che possa esistere...

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    1. Penso, spero, che siamo ancora lontanissimi da ciò che hanno vissuto i nostri nonni con la guerra. Abbiamo comode case calde, internet per comunicare, tante sicurezze di cui circondarci. Però i disagi e le preoccupazioni ci sono. Sopratutto se le strade si frantumano sotto i piedi (questa mattina altre frane e altre strade chiuse, un traffico mai visto sull'unica rimasta per raggiungere la scuola). La scrittura e la lettura devono essere vie di fuga.

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