lunedì 9 novembre 2020

Siamo ancora qui


 Siamo ancora qui, tutti quanti, il che è il meglio che possa chiedere dopo le ultime due settimane.
Quello che è capitato l'ho già raccontato su Fb, anche per dare informazioni a parenti e amici lontani.
I miei genitori si sono sentiti male, sono andata da loro, mia mamma faticava a respirare. Ho chiamato l'ambulanza e non ci voleva chissà quale intuizione per capire che era covid. Mia madre è stata ricoverata, mio padre aveva parametri di saturazione migliori ed è rimasto a casa. Io non sono più tornata a casa, non me la sentivo di mettere in pericolo marito, figlia e suoceri né di lasciare mio padre solo.
Siamo ancora qui.
Mia mamma è ancora ricoverata, ma sta meglio. Mio padre è senza sintomi ormai da qualche giorno. Io venerdì ho fatto il tampone rapido, che non il suo esito negativo mi ha permesso di tornare a casa.
Che dire? Siamo in piena zona rossa, ma non mi sono mai sentita così libera. Questo è stato un fine settimana di una bellezza abbagliante, con tutti i colori dell'autunno che fanno a gara per dispiegarsi sotto i miei occhi.



(Le foto sono tutte rigorosamente a Km0, dal giardino di casa o appena dietro, nel rispetto del pur nebuloso concetto di prossimità).

In questi giorni d'isolamento non ho avuto molto tempo per me. Ma qui si parla di libri e i libri (molti meno di quanto sarebbe lecito aspettarsi) mi sono venuti in soccorso anche in questo frangente. Ecco le mie letture.

Scheletri
Ogni volta che leggo Zerocalcare provo delle strane sensazioni.
Innanzi tutto come la pensi su parecchi argomenti credo sia palese, ma leggendo Zerocalcare al suo confronto mi sento Margaret Thatcher, una vecchia e inflessibile conservatrice. Non mi è del tutto chiaro come faccia a sentirmi tanto vicina a un tizio che andava a fare graffiti sul treni trovandosi nel mentre coinvolto in risse che potevano sfociare in accoltellamenti. Eppure niente, questo tizio e il suo armadillo immaginario mi parlano e continuo a pensare che sia la voce migliore della mia generazione .
Perché al di là delle esperienze e delle posizioni politiche nessuno come Zerocalcare racconta la disillusione e il senso di precarietà della mia generazione che più che crescere o invecchiare marcisce.
Questa volta Zero torna ai suoi anni dell'università, o meglio, agli anni in cui mentiva a sua madre dicendo di andare all'università, mentre invece passava tutta la mattinata sulla metrò. Da qui parte uno strano racconto che ha un suo precario ma in qualche modo solido equilibrio. Zero in metrò incontra un ragazzino che viene da una situazione di totale degrado e che tuttavia ha sete di cultura ed è proprio questo incontro che in qualche modo riesce a sbloccarlo. Ma questa non è una fiaba, né una storia di riscatto. Il degrado e la violenza sono palpabili. La violenza, sopratutto, mi ha fatto impressione, perché è concreta, reale, quella di un'Italia disperata che vive a fianco a me e spesso mi sfiora e che quasi sempre non riconosco (o non voglio riconoscere). Si piomba poi a questo presente precario di pandemia e incertezza. Con quella sensazione che sì, vent'anni sono passati, siamo cambiati e quasi non ce ne siamo accorti, non lo vogliamo ammettere, fino a che la vita non ce lo sbatte in faccia.
Zerocalcare ha un successo che non mi spiego del tutto. Ogni volta che lo leggo penso che sia troppo duro, troppo antagonista per piacere davvero. Ma forse è proprio una questione di talento. Ogni volta che leggo Zerocalcare penso che quella sia una storia di cui avevo bisogno. E, probabilmente, siamo in tanti a pensarlo.

Il signore di Storn

Ci sono momenti in cui anche i libri volutamente insulsi si rivelano buoni compagni.
Rimasta isolata a casa dei miei, ho preso possesso delle vecchie stanze di mia nonna, inutilizzate da anni. Avevo a disposizione la biblioteca filosofica di mio nonno, ma di affrontare Sant'Agostino non me la sono sentita. Dopo qualche giorno ho trovato in un armadio dei miei libri, messi alla rinfusa. Credo che mio padre a un certo punto abbia avuto bisogno di spazio e non se la sia sentita di buttarli. La maggior parte erano testi greci e latini dei tempi dell'università, ma c'erano anche alcuni romanzi dei miei ultimi anni di liceo. Io ho una buona memoria per ciò che leggo e quindi ci ho messo un po' per trovarne uno di cui non ricordassi neppure a grandi linee la trama.
Marion Zimmer Bradley è oggi un'autrice controversa. Suo marito è stato condannato per pedofilia e dopo la morte della scrittrice anche su di lei sono emerse delle ombre. Tutto questo a fine anni '90 non era noto. Di certo nei suoi romanzi a metà tra fantasy e fantascienza c'era una sessualità piuttosto libera e in alcuni casi il punto di forza della narrazione era proprio l'ambiguità morale di certi personaggi. Inutile dire che erano anche queste caratteristiche che me li hanno fatti divorare quando avevo 16/17 anni (alcuni, devo dire, li considero tutt'ora dei buoni romanzi). Anche all'epoca in cui uscirono alcuni di questi romanzi portarono con loro una bella scia di polemiche. Ecco, il sottotitolo di questo potrebbe essere "devo pagare la rata del mutuo e non voglio rogne". Raramente ho letto un romanzo (non sono della Zimmer Bradley) tanta innocuo. C'è una pulzella in pericolo che però sa cavarsela da sola (però se arriva l'eroe è meglio). C'è un veggente cieco, che però trova anche lui l'amore. C'è un eroe virile che però è anche sensibile, salverà la pulzella, però la rispetterà per le sue qualità. I personaggi sono equamente divisi tra maschi e femmine e quote minoranze. Il cattivo è solo uno ed è proprio cattivo, di lui non si salva niente, stupra e uccide ed è pure stupido, tutti gli altri sono bravissime persone.
Queste caratteristiche mi hanno fatto molto ridere (più che altro perché ho ben in mente gli altri romanzi della saga) e devo dire che proprio per la sua assoluto prevedibilità ho assai apprezzato questo libro scaccia pensieri. Persino le descrizioni sembravano fatte al risparmio, ma è andata bene così. Il romanzo parrebbe essere stato acquistato da me nel 1998. Devo averlo letto e dimenticato. Probabilmente lo dimenticherò di nuovo. Non è certo il libro che vi consiglio della Saga di Darkover (non so neppure se è ancora reperibile). Però se volete una lettura scaccia pensieri e senza pretese devo dire che è perfetto.


Per chi invece vuole leggere qualcosa di mio ecco Racconto di Fiorile – Capitolo quarto

19 commenti:

  1. Siete ancora qui in effetti è un grande lieto fine. Bentornata!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie. Mia madre è ancora ricoverata, mio padre ancora non è ufficialmente guarito, quindi non siamo ancora al finale. Ma per il momento va bene così

      Elimina
  2. Ho seguito su Fb tutta la vicenda, immagino quanto sia stata dura. Anche questa, paradossalmente, andrà a unirsi alle esperienze significative. Una domanda: il tampone rapido per il ritorno a scuola dove te lo hanno fatto? A domicilio? Mia sorella ha vissuto un'esperienza ai limiti dell'impossibile e si trova a Reggio Emilia. Ha avuto il covid, mamma che vive con lei è stata totalmente isolata nella sua camera da letto. Sono stati venti giorni d'inferno. Al momento della richiesta del tampone, hanno risposto dalla Asl che non sarebbero andati a domicilio. A te come è andata quanto a ciò?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono andata io all'hot spot drive in (qui li chiamano così) che mi hanno indicato. Tempo di attesa pre tampone ragionevole (circa 40 minuti) e una mezzoretta per avere il risultato. Se non mi avesse chiamato la ASL sarei andata privatamente, qui alcune cliniche fanno quelli rapidi. Per il molecolare mi dicono che è un delirio, so di gente ammalata con sintomi tipici da più di dieci giorni che non l'ha ancora fatto. Mio padre andrà domani (nello stesso posto dove sono andata io), ma non saprei dire perché hanno chiamato noi e altri no.

      Elimina
    2. I miei lo hanno fatto a domicilio perché mia mamma è disabile con problemi di mobilità. Comunque il loro tampone risale ormai a due settimane fa e più quando il sistema ancora reggeva.

      Elimina
  3. Auguri di pronta e completa guarigione ai tuoi, e speriamo davvero che arrivi presto questo benedetto vaccino a salvarci dall'incubo che ci sta tormentando da quasi un anno.

    RispondiElimina
  4. Che sollievo sapere che sei a casa e che puoi goderti l'autunno tutt'intorno.

    RispondiElimina
  5. Bentornata, ho seguito tutto su facebook e sono felice che tu possa goderti la tua casa e i tuoi cari, immagino la gioia della tua bimba.
    Non ho mai letto Zero Calcare ma mi hai incuriosito!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie. Zerocalcare a me piace molto, perché sembra uno dei pochi in grado di raccontare la mia generazione, te lo consiglio.

      Elimina
  6. Benritrovata, che sollievo! Anche qui praticamente il covid ci cammina accanto: colleghi di mio marito, compagni di scuola di mio figlio, ogni giorno sempre nuove vittime e noi che incrociamo le dita. Per ora, il mio unico pensiero è per i miei genitori lontani. Brutta esperienza la tua, felicissima per il lieto fine. 🤗

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è ancora del tutto finita (papà è ancora positivo, mamma ancora in ospedale), diciamo che siamo autorizzati a un po' di ottimismo. Il covid qui ci assedia. Speriamo di tenere il fortino senza troppi danni

      Elimina
  7. Ho letto tutto il Darkover di M.Z. Bradley, e alcuni me li conservo con gran cura. QUELLO, effettivamente, è una grandiosa risciacquatura di piatti dopo un pranzo in bianco da convalescenti, e sì che il punto di partenza era pure di quelli molto invitanti.
    Incrocio le dita per tutto il resto. Il tuo silenzio prolungato sul blog mi stava preoccupando, ma pensavo fosse dovuto a semplice stress 😳
    L'autunno quest'anno è davvero molto bello - sarà che visto dalla finestra fa sempre un effetto pittorico davvero notevole, sembra di abitare in un quadro...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Darkover è stato importante per la mia crescita e ancora ritengo che "La signora delle tempeste", "L'erede di Hastur" e "L'esilio di Sharra" siano dei bellissimi romanzi, con personaggi molto sfaccettati e interrogativi etici non banali. Questa è veramente ridicolo, magari è stato scritto da un assistente, uno stagista, non saprei dire. Direi che "risciacquatura di piatti dopo un pranzo in bianco da convalescenti" è la definizione perfetta. Eppure era proprio ciò che mi serviva...

      Elimina
    2. E allora vuol dire che perfino questo ha avuto un suo perché ☺️ Oltre a quelli che citi a me piacquero molto anche i tre con Joelle e la Torre proibita. E pensa che ho anche le antologie di fan fiction curate dalla stessa MZB e pubblicate dalla Nord. Come dici tu, i temi non erano banali (e gli svolgimenti nemmeno!)

      Elimina
  8. Grande, siete in ripresa. Anche con la "risciacquatura di piatti", non è cosa da poco. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Speriamo di uscirne. È ancora lunga, ma teniamo duro

      Elimina
  9. Ho letto dell'odissea innanzitutto su Fb, sono contenta di sapere che sta andando meglio. Purtroppo siamo in un autentico mare in tempesta, ogni giorno apprendo di amici che hanno preso la malattia... seppure in forma lieve. Questo virus è contagiosissimo.
    Anch'io sto facendo delle foto degli alberi: mi sento monotona, ma mi piacciono molto i colori e oggi bisogna apprezzare queste "visioni" che ci vengono regalate.
    Ho letto qualche fumetto in rete di Zerocalcare, mi ricordo uno sul finale del Trono di Spade che mi fece ribaltare dal ridere. Di Zimmer Bradley lessi il romanzo "Le nebbie di Avalon".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diciamo che lo Zerocalcare del blog è molto più leggero di quello di questo libro (e in generale delle sue pubblicazioni lunghe). Si sorride, si ride anche, ma arrivano anche le mazzate. Anch'io ho letto Le nebbie di Avalon, ma di questa autrice preferisco la saga di Darkover.
      PS: e meno male che ci sono le piante. Non so come potrei farcela in città.

      Elimina