giovedì 16 dicembre 2021

Il presepe di casa Tenar

 


Ispirata da un post di Murasaki e colpita dallo spirito natalizio, vi porto alla scoperta del mio presepe di famiglia.

 A dire che siamo particolarmente religiosi mentirei. Mi sono accorta adesso che è all'ultimo anno che mia figlia sta frequentando un asilo aconfessionale, in cui l'ora di religione non è prevista. Immagino ce l'abbiano detto, da qualche parte, anni fa, ma io l'ho realizzato solo quando abbiamo confrontato il numero di maestre dell'asilo con quelle che ci saranno alla primaria. Insomma, qui va così. Per fortuna volenterose amiche insegnanti di religione si stanno facendo carico di spiegare a mia figlia almeno i fondamentali. Però il presepe a casa mia si è sempre fatto. Da sempre. Con sempre le stesse statuine.

La leggenda vuole che esse giungano dirette dall'infanzia di mio nonno, un tempo lontano in cui la famiglia era ricca, prima della bancarotta. Quel tempo coincide all'incirca con la prima guerra mondiale. Non so se sono davvero centenarie, le mie statuine, ma vecchie sono vecchie e i segni degli anni li portano tutti.


Il bue e l'asinello devono appoggiarsi a qualcuno o qualcosa perché sono zoppi. Ogni generazione ha lasciato orgogliosamente il suo segno nel presepe. Ad esempio il mio è l'orecchio mancante dell'asinello. Quello di mia mamma il corno sbeccato del bue. Immagino che generazioni di gatti spieghino perché nessun quadrupede è più tale. La capretta è quasi senza muso e un gruppo di pecorelle sfoggia collari ortopedici in nastro adesivo bellico. Si tratta di pecorelle fornite di mantello in lana vera, ormai di un color grigio stratificato. Un domani le potremo usare per studiare la diversa composizione della polvere nei secoli. Così come le torri sono ormai bene storico. Sono fatte infatti di torsoli di mais mummificati. Un giorno ne estrarremo il DNA come in Jurassic Park e scopriremo che appartengono a specie ormai estinte.


È vecchio il nostro presepe, ma non si tocca. Perché di presepi così non ne fanno più. Nel senso che ora il politicamente corretto lo impedirebbe. I re magi, ad esempio, hanno i cammellieri. Che sono giovani schiavetti piacenti, ovviamente neri. Non risparmiano neppure comportamenti che ora le varie associazioni animaliste disapproverebbero. Perché una delle caratteristiche più particolari del mio presepe è la scarsa collaborazione dei cammelli. Uno si impunta e deve essere condotto avanti a forza.


L'altro ha proprio dichiarato sciopero. Di andare dietro una stella per andare a cercare un bambinello non ne ha proprio voglia. Si è seduto e non c'è verso di farlo avanzare di un passo...


Del presepe, poi, si può ammirare tutta la sua accuratezza storica. Ad esempio la famosa stufa in ghisa romana per le tipiche caldarroste palestinesi.


Sulla freschezza del pesci del pescivendolo di Nazareth non mi sento di indagare, ma da che ho raggiunto l'età della ragione mi interrogo sul nobile settecentesco.


Dove avrà parcheggiato la macchina del tempo? Sarà venuto dalla Francia di Luigi XVI per consegnare il suo vaso? Del resto il suo compare più giovane sembra indossare quasi un capellino frigio e un rivoluzionario davvero non so cosa ci possa fare nel presepe. Si potrebbe obiettare che il berretto frigio viene originariamente dalla Frigia, appunto, che sta da qualche parte verso la Persia in una non meglio precisata antichità. Sarebbe quasi più accurato di un re magio. Ma, vi assicuro, il resto dell'abbigliamento fa terribilmente barricata parigina in tempo di rivoluzione. Cosa ci facciano nel presepe rimane il mistero più affascinante.

Nonostante un'inevitabile drastica diminuzione delle statuine dai tempi di mio nonno, il presepe continua ad occupare il suo posto, sulla ribaltina di un mobile almeno coevo. Probabilmente verso gli anni '60, quando era bambina mia mamma è stato rimpinguato con una notevole fornitura di oche e galline. Il pollaio da allora occupa circa un terzo del totale. E ogni anno, nonostante le sue assurdità storiche e la condizione sempre più precaria dei suoi abitanti, rinnova la sua magia anche agli occhi delle nuove generazioni.


Voi ce l'avete il presepe?

Quali sono le sue stranezze?


Se invece avete voglia di una storia non proprio natalizia, L'assedio degli angeli continua.

18 commenti:

  1. Ciao Tenar, lieto di poterti rileggere con un po' di calma!
    A casa nostra il presepe è quello della playmobil, che praticamente è quello del calendario dell'avvento dell'anno scorso! XD Quello bello invece con tutte le statuine in terracotta, a cui si sono aggiunte altre statuine in plastica è rimasto a casa dei miei, ma è da molti anni ormai che non lo facciamo più ed è un grande peccato, ricordo ancora con nostalgia la gioia di prepararlo assieme a mia nonna e a mia sorella, e allora lì sentivi davvero che era Natale! Il nostro problema con la costruzione del presepe non era tanto la rottura delle statuine, anche se un paio credo di averle rotte anch'io, quanto invece il fatto che alcune di queste, tra cui Maria e Giuseppe, venivano puntualmente perse nel trasbordo da e per lo scatolone che le conteneva! Che bei ricordi comunque! Un abbraccio ed un salutoa voi ed ai vostri cari!

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    1. Un abbraccio anche a te e alla tua famiglia! Mi pare di capire da Fb che i virus vi perseguitino un po'. Tenete duro!

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  2. Grazie per questo post!
    Non faccio il presepe, ma adoro quelli ricchi, un po' creativi, datati, vintage, con pezzi quasi stonati, come il centurione di Asterix nel presepe di amici stupendo e direi abbastanza allineato con l'epoca, o il fortino - davvero trash - di un altro conoscente. Ricordo con grande tenerezza l'anno in cui mia sorella volle a tutti i costi fare il presepe e iniziò a mettere da parte i soldi per comprare almeno i fondamentali, mio papà le fece una capanna di legno e lei disse qualcosa circa i regali, tipo che non ne avrebbe fatti, abbiamo sempre fatto i regali - piccole cose eh - coi nostri soldi messi da parte dalle mancette - perchè doveva comprare il presepe, il giorno in cui andò in cartoleria, e insomma alla fine i miei la rimborsarono. Ma di quelle statuette non è rimasto nulla, troppi traslochi.

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    1. Che bella la storia del presepe di tua sorella! Ai bambini fare il presepe piace sempre tantissimo.

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  3. Che ridere! Non so perché, ma l’idea è sempre stata quella di metterci chiunque nel presepe: noi avevamo porcellini e vabbè, ancora ancora, ma anche lepri e canguri, provenienti direttamente dall’universo degli animali, con cui i miei figli amavano giocare. E un anno ho lottato per non fare mettere la tigre: non per altro, ma era grande quanto la capanna. Lì,non c’è l’ho fatta e mi sono impuntata. Tutto questo accadeva una decina di anni fa, poi i miei figli hanno perso interesse per il presepe e io non l’ho più fatto. Adesso esibisco presepi di feltro, rappresentativi: ne ho diversi sparsi in salone.

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    1. Che belli che devono essere i tuoi presepi in feltro!

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  4. Adorabile! Io non ho mai fatto un presepe, non è mai stata una tradizione di famiglia :) Da quello che ricordo dovremmo avere una capanna con le 3 figure principali ma niente di più

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    1. Noi lo abbiamo ereditato. Quello che ho preso con mio marito è assai più giovane, ma, grazie al nostro amore per i gatti, abbiamo già dovuto restaurare tre volte la pecorella. Dubito che arriverà fino a i nostri nipoti...

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  5. Il tuo presepe mi sembra bellissimo, fai bene a tenertelo stretto, é un pezzo di storia e tradizione della tua famiglia. Io non ho il presepe, i miei facevano un piccolo albero con sotto un mini presepe composto da Giuseppe, Maria, il bambino, il bue e l’asinello (non so dove siano finiti), forse sono ancora a casa dei miei in Puglia da qualche parte, ma mia sorella non fa più l’albero da molti anni, ci accontentiamo di quello a casa di mia nipote che ha i bambini

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    1. Le decorazioni natalizie hanno un senso di essere molto più forte se ci sono i bambini. Fare l'albero è gioia pura!

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  6. BAH.E' la terza volta che provo a commentare, e blogspot si mangia il commento; finirà che ti mando il commento in mail! Comunque grazie di aver condiviso con noi questo pezzo di storia vissuta, con tutte le sue stratificazioni e i suoi aggiornamenti ^_^

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    1. Anche a me nei giorni scorsi blogspot ha mangiato dei commenti: golosone!
      :)

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  7. Quand'ero piccola mio papà, ateo fino al midollo ma devoto alla figliolanza, lavorava settimane insieme a me per preparare il presepe: costruivamo la montagna con il cartone, con tanto di grotta e falò per i pastori - una lucina dell'albero avvolta in carta di caramella rossa-, e facevamo spedizioni nel bosco per raccogliere il muschio (sì, è illegale, ma allora si badava meno a queste cose). Un presepe decisamente alpino.
    Ora io e mio marito ci limitiamo a un piccolissimo presepe di rappresentanza.
    In compenso mio figlio ha fatto il presepe a scuola e la maestra ne ha approfittato per introdurre il discorso della nascita. Risultato: da giorni lui se ne va in giro annunciando a tutti di avere "la pancia pienissima. Un piccolo Gugù (il suo pinguino di peluche) sta per nascere". È arrivato ad abbordare una vecchietta che usciva dal cimitero con la frase, terribilmente equivoca, "Gugù è appena uscito dai miei pantaloni".
    Lo spirito del Natale...

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    1. Sai che con un'amica abbiamo discusso a lungo sull'effettiva illegalità nella nostra giovinezza di raccogliere il muschio nel bosco? Perché tutti noi sapevamo che era vietatissimo, eppure lo facevamo lo stesso. Non siamo riuscite a risalire a una norma né nazionale né regionale (almeno per gli anni '80, quando eravamo bimbe). Mi è rimasto il sospetto che se la siano inventati i grandi, per dare un gusto in più, quello di proibito, al nostro presepe.

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    2. Dici? Se fosse così, la mia fedina penale verrebbe ripulita! :-)
      A questo punto la grande domanda è: e il vischio??

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    3. Da queste parti non so, non l'ho mai visto. Ma di per sé è una pianta parassita e in certe zone della Francia mi è sembrato invasivo...

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  8. Anche noi abbiamo statuine del presepe che risalgono a decenni fa, se non di più. Sono bellissime, soprattutto se confrontate alle moderne statuine in plastica fatte con lo stampo. L'orecchio dell'asino, però, è una vera maledizione! Il mio se lo è visto sostituire con uno di cartoncino. Con qualche zoppo, nell'insieme il presepe è sano, e soprattutto strapieno di pecore, come piace a noi. (Il muschio io lo rimetto dove lo avevo trovato, una volta passate le feste. Quello riesce a stare anni senz'acqua e poi ripartire come niente fosse appena piove.)

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    1. Il nostro si è svuotato nel tempo e alcune statuine sono davvero mal messe, ma, appunto, sostituirle con quelle di plastica fatte in serie è impossibile

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