martedì 17 settembre 2013

Un anno da quasi scrittrice


Non è oggi il compleanno del blog, che è nato ufficialmente il 27 settembre 2012, ma oggi ho un attimo di tempo per guardarmi indietro a com'ero un anno fa.
Dal punto di vista della scrittura era tutto uguale e tutto diverso.
Tutto diverso. Avevo pubblicato un paio di racconti, non mi sentivo in grado di dare un contributo significato al mio genere d'elezione, il fantasy, e avevo voglia e paura di affrontare quello che è e rimane il mio secondo genere preferito, il giallo. Avevo un romanzo finito nel cassetto, inviato a case editrici che sembravano non dare segni di vita e un altro in fase avanzata di stesura. Opere scritte per pura passione, con poca speranza di vedere su carta.
Tutto uguale. Avevo ricevuto la notizia di essere in finale a due concorsi importanti per racconti gialli, GialloStresa e GialloMensa. Esattamente come oggi, in cui sono in finale a GialloStresa 2013 e a GialloLuna.
In mezzo c'è stata la pubblicazione di 6 racconti (Briscola su Delitti d'Acqua Dolce, Come foglie nel vento su Giallo Mondadori 3069, La recluta muta e Ulisse e la Tartaruga su Il carnevale dell'uomo cervo, Come carte nel camino su Storie di Confine e Avventura a Parigi sulla Shelrock Magazine) e del romanzo LA ROCCIA NEL CUORE. Il romanzo che un anno fa stavo terminando è arrivato in finale al Tedeschi e magari un giorno vedrà la luce e un altro è già sostanzialmente concluso.
Girarsi indietro fa quasi paura. È passato solo un anno? Come può essere cambiato così tanto e così poco?
Non so trarre un bilancio, anche perché se quest'anno è stato eccezionale dal punto di vista della scrittura, per molti altri versi è stato piuttosto duro e a livello emotivo non riesco a districare le vicende editoriali da quelle personali.
Di sicuro ho sfatato alcuni miti, tra cui i 7 nemici dello scrittore di cui parla Anima di Carta proprio oggi nel suo blog (link a lato "amici di penna e di pixel"). Pubblicare in modo serio (e non a pagamento) è possibile.
Tutti e sei i racconti che ho pubblicato sono giunti all'editore tramite concorso.
Partecipare a un concorso di narrativa è un po' sparare nel buio. Non sarò mai abbastanza grata a Alberto Panicucci di RiLL di avermi riassunto così la situazione, quando per la prima volta in vita mia sono arrivata in finale a un concorso nazionale per racconti:
"Complimenti, su oltre 200 racconti, il tuo è in finale. In finale ci sono 10 racconti, uno solo vince e quattro vengono pubblicati. Ha 9 possibilità su 10 di non vincere e 6 su 10 di non essere pubblicata"
Brutale, sincero e efficace. Arrivare in finale a un concorso è un miracolo. Vincerlo è un miracolo ancora più raro e vi assicuro che se ci si rimane male a vedere il proprio racconto sparire nel mucchio, è anche peggio sapersi nei 10 o nei 5, sentirsi così vicini e poi non farcela. In questo momento sono anche in giuria in un concorso per romanzi. Ho quasi finito la lettura. Cinque romanzi scritti dannatamente bene che si sono distinti su oltre 1000 (giuro, oltre mille). Mi piange il cuore a pensare che uno solo può vincere. Penso agli altri quattro, quali che siano, all'amore e all'impegno che gli autori hanno messo in quelle parole, a come adesso si sentono vicini, quasi a toccare il loro sogno...
Eppure questo mi insegna che arrivare con un testo in finale vuol dire che quella storia è stata amata. È stata scelta tra tante, qualcuno l'ha promossa, ci ha creduto. Il suo lavoro, suscitare emozioni, è riuscito.
Se dovessi dare un consiglio da un punto di vista puramente personale, non potrei che consigliare di partecipare ai concorsi dei periodici Mondadori. Da assoluta, perfetta sconosciuta, ho partecipato a tre concorsi per racconti e a uno per romanzo. Due racconti su tre e il romanzo sono arrivati in finale. Il terzo racconto ha ottenuto una menzione e è stato pubblicato in Delitto d'acqua dolce. Per quanto riguarda i racconti, i tre che ho mandato appartengono alle tre diverse linee narrative che seguo (Padre Marco, Antica Roma e Sherlock Holmes) e quindi tutti i miei protagonisti se la sono cavata bene. Non ho alcuna conoscenza "altolocata" e se adesso associo qualche nome a qualche faccia è solo perché qualcuno ha creduto in me.
Stesso discorso vale per la casa editrice. Io ho solo inviato il manoscritto, seguendo le indicazioni trovate sul sito internet, mi sono venuti a cercare, abbiamo lavorato sulle bozze, abbiamo discusso titolo e copertina, mi è stato proposto un contratto regolare, la promozione continua a distanza di mesi e mi sento trattata da principessa.
E tutto questo per dire cosa?
Io sono insicura, timida e mi demoralizzo facilmente.
Un anno fa lo ero ancora di più, ma sono stata aiutata a credere nei miei sogni.
Non so se riuscirò a pubblicare altri romanzi o altri racconti, ma non smetterò di provarci, perché questi sogni possono essere realizzati.
Ho scoperto che ci sono persone al mondo che credono nel talento, che se si innamorano delle tue storie fanno di tutto perché altre persone le conoscano, con gratuità e passione. Se le ho incontrate io da Briga Novarese, 3000 abitanti...
E poi il sogno, la creatività e quindi nel mio caso la scrittura è ciò che ci può salvare.
In quest'anno ho cercato di trasformare in storie tutto ciò che di negativo mi capitava.
Moltissime delle mie storie nascono dalla rabbia. LA ROCCIA NEL CUORE è una reazione a chi dice "La cultura non si mangia", il racconto che sarà edito in Delitti di Lago è una rivalsa contro un programma televisivo e un personaggio che non sopporto (odio condiviso, un amico scrittore l'ha fatto mangiare dagli zombi...). Oppure ho scritto per realizzare dei miei desideri. Volevo ballare il valzer con Sherlock Holmes, volevo fare un viaggio nell'antica Roma.
Quest'anno ho imparato che se pubblicare è possibile, quando si scrive bisogna dimenticarsi la pubblicazione. Scrivendo con calcolo non nascono buone storie. Scrivo quello che in quel momento vorrei leggere, oppure compio viaggi interiori che sento di dover fare.
Dopo un anno da quasi scrittrice io voglio illudermi.
Voglio credere che le buone storie siano forgiate dalla passione e che abbiano la forza per essere lette.
Sono stufa di essere razionale e concreta.
E se sono un'illusa che importa?
Del resto, cos'ho da perdere?

12 commenti:

  1. antonella, non mi citare così impunemente! ^___^ e come si dice a roma: DAJE!!! alberto

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    1. Ti ho grassettato perché è una delle cose più utili che mi sia mai stata detta. A tutti gli aspiranti scrittori auguro di incontrare un Panicucci, davvero.

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    2. allora ti rendo pan per focaccia.
      auguro a tutti di "sentire" quel che ho provato io leggendo La recluta muta (struggimento assoluto), e Ulisse e la tartaruga (sollazzo intellettuale assoluto, con inattesa riflessione finale seria, e quindi annesso touchè, non si scherza solo, sa'?). e indovina chi li ha scritti?

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  2. Bellissimo questo post, le tue riflessioni e la tua storia sono incoraggianti e una vera boccata d'aria fresca per tutti quelli che scrivono. Ti auguro ogni bene per il futuro e di conservare sempre entusiasmo e passione!
    ... e grazie per avermi citata :)

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    1. Fai dei post sempre molto belli che danno tantissimi spunti di riflessione

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  3. bellissimo post, successo meritatissimo, è una strada lunga, faticosa me tutta da percorrere, i brocchi si fermano al primo punto di ristoro. Baci
    Sandra

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    1. A volte, come dicevi tu in un tuo post, è anche una questione di informazioni sbagliate. Ti convincono che tutti gli esordienti pagano in qualche modo e per questo è importante ribadire in modo forte e chiaro che non è così. Magari si sta anni con un romanzo in un cassetto, ma l'editoria seria esiste e prima o poi si accorgerà di noi (si spera)

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    2. NON E' COSI' sì ribadiamolo con forza cara Antonella. Basta con le bufale e la fuffa, puntiamo a un'editoria migliore e consapevole, sì può fare, tu ne sei la prova, e un po' anch'io!! : )

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  4. Sì, io, te, anche Sergio, di cui ho messo il link, e tanti altri siamo testimoni che quello della scrittura è un mondo duro, ma la serietà e l'onestà esistono!

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  5. Bello leggere di queste cose, vedere l'umiltà e la passione; e se c'è il talento (come nel tuo caso), i risultati devono arrivare. Ciao!

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    1. Ciao, Carlo,
      benvenuto sul blog! Grazie per il commento (e speriamo che i risultati arrivino a tutti coloro che lo meritano!)

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