lunedì 24 febbraio 2014

Scrittevolezze - La maledizione dell'eroe porta sfiga


Sto recuperando, a pezzi e bocconi, la prima stagione della serie tv The Following.
Ad attirarmi è stato lo scoprire che si tratta di una serie thriller a vocazione metaletteraria. Vi è, infatti, uno scrittore serial killer che, con l'aiuto dei suoi seguaci (i following del titolo), allestisce una sorta di trama allo scopo di torturare psicologicamente la sua nemesi, l'agente (ormai ex) dell'FBI che l'ha catturato, Ryan Hardy.
Non è ancora il momento di recensire la serie. Dopo pochi episodi mi è però chiara una cosa, il protagonista, Ryan Hardy, appartiene di diritto alla schiera degli eroi porta sfiga.

Costruire un eroe porta sfiga è facile. Basta mettere quella che è tutto sommato una brava persona e iniziare a fargli capitare intorno tutta una serie di disgrazie e vedere come reagisce. Il buon Ryan, scopriamo nei primi episodi, è orfano, ha un fratello morto nell'attentato dell'11 settembre e tutte le persone a cui si affeziona tendono a fare una brutta fine.

Quanto è vecchio l'archetipo dell'eroe porta sfiga?
È antico.
Il primo che mi viene in mente è Edipo.
Edipo è un bravo ragazzo, intelligente e sensibile. Quando un oracolo gli rivela che il suo destino è ammazzare suo padre e sposare sua madre, decide di andarsene di casa, per non correre il rischio di compiere una simile empietà, ignorando di essere stato adottato. Poco dopo, in una banale rissa, si trova per caso a uccidere un uomo che, ovviamente, è suo padre, ma Edipo non lo sa. Il ragazzo prosegue il suo viaggio e incontra la Sfinge che sta tormentando la città di Tebe. Edipo è sveglio e ben intenzionato e sconfigge con l'arguzia la Sfinge. I Tebani gli offrono la corona e la mano della regina vedova, che ovviamente è sua madre, ma Edipo non lo sa.
L'uomo a questo punto fa di tutto per governare bene Tebe, ma in città scoppia la peste. La causa? L'empietà (involontaria) di Edipo. Quando la verità viene a galla la moglie/madre di Edipo, sconvolta si uccide. Edipo si acceca, ma questo non basta ad evitare che i suoi due figli maschi si ammazzino a vicenda e che una delle figlie femmine, Antigone, finisca così male da meritarsi una tragedia tutta sua. Tutto questo avviene nonostante il fatto che Edipo sia un personaggio ben intenzionato, la disgrazia, tuttavia lo avvolge come un mantello. Inoltre, come ogni eroe porta sfiga che si rispetti, Edipo sopravvive, sempre più segnato nel corpo e nella mente, fino a che la rovina non raggiunge il suo culmine.

C'è un'altra caratteristica, tuttavia, che accomuna Edipo a Ryan Hardy di The Following. Si tratta in entrambi i casi di eroi porta sfiga usati con consapevolezza. L'Edipo di Sofocle è una tragedia tutta giocata sul confitto volontà/destino. Edipo cerca l'empio che ha portato la rovina sulla sua città, fino a capire che il colpevole è lui stesso, nonostante abbia fatto tutto per cercare di sfuggire al suo fato e comportarsi nel migliore dei modi. Ryan Hardy, senza volerlo paragonare a un eroe greco (che Apollo e Dioniso protettori del teatro mi perdonino), fin dall'inizio dice "chi mi è vicino muore" e si sente vittima di una maledizione.

Il problema nasce quando "la maledizione dell'eroe porta sfiga" viene usata come espediente narrativo a buon mercato, generando effetti paradossali fino alla comicità involontaria.
Tutti abbiamo riso della Signora in Giallo, che ovunque andasse inciampava in un omicidio. Negli anni '90 seguivo il telefilm E.R., ambientato in un pronto soccorso dove accadeva ogni sorta di disgrazia e quasi tutti i medici che ci lavoravano finivano, prima o poi, per fare una pessima fine, tanto da far pensare che quell'ospedale fosse il luogo più maledetto d'America. Mi viene in mente anche l'uomo ragno, che già è orfano, lo zio viene ammazzato dal criminale che lui ha lasciato andare, zia e donna dei suoi sogni vengono più volte rapite senza un motivo particolare, il migliore amico si trasforma in un super criminale e via così. 
Insomma, volendo si può mandare avanti una trama a suon di disgrazie, ma bisogna farlo in modo consapevole, in caso contrario si rischia di scadere nell'inverosimile.

A voi vengono in mente altri "eroi porta sfiga"? Ne avete mai usati?

12 commenti:

  1. In Cime tempestose ce n'è uno ma non sfighe importanti, un po' un Paperino della situazione, preso in giro bonariamente dagli amici che comunque gli vogliono molto bene. BACI Sandra

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    1. Un Paperino tenerone ci sta sempre bene e poi con un po' d'ironia si può stemperare tutto. Nelle storie dove l'eroe porta sfiga è usato in modo imbarazzante di solito di ironia non c'è neppure un'ombra

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    2. ho scritto Cime invece di Cene. Son veramente cotta! Sandra

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  2. Guts, protagonista di Berserk, è un (anti)eroe porta sfiga.
    Allo stato attuale della storia, con grande forza di volontà, ha dato una svolta meno nichilista alla sua vita ma al lettore si lascia intendere che qualcosa di brutto è sempre in agguato.

    Moz-

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  3. Harry Potter, per dirne uno. E il mio preferito in assoluto di tutta la letteratura mondiale, Turin Turambar!

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    1. Harry in effetti un po' di sfiga la porta, ma non è neppure abbastanza per far morire i suoi migliori amici, Peter Parker lo batte di diverse lunghezze. Su Turin niente da dire, elfi, uomini e nani tremavano al suo arrivo.

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  4. Nel nostro piccolo, io ne ho involontariamente giocata una...

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  5. Da fan di Ravenloft io mi gioco Van Richten, hanno distrutto la sua famiglia (ha dovuto uccidere il figlio ormai vampirizzato) poi, da avventuriero ha visto un sacco di compagni ed eroi morire rimanendo talvolta l'unico sopravvissuto!

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    1. Non ho letto i romanzi, ma dalla descrizione è proprio un esemplare tipico!

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  6. J è sfigata, più che porta sfiga. Un vero eroe porta sfiga rimane illeso mentre intorno a lui tutti muoiono come mosche

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    1. è esattamente quello che mi ha rinfacciato QUALCUNO: attorno a lei le persone muoiono come mosche e nessuno le trova nulla da dire! (sono vivi solo perché li ho "scaricati!")

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