mercoledì 26 marzo 2014

A che punto è la nebbia?


Questo blog è – anche – il diario di una scribacchina, che una volta era un'aspirante scrittrice e adesso è ... Esordiente? ... Emergente? ... Aspirante a una più alta Aspirazione? 
Di certo mi sento una che naviga a vista in questo mare nebbioso in cui ho scelto di inoltrarmi. Con consapevole incoscienza ho preso la via dell'editoria tradizionale, perché sono insicura e vecchia dentro e, sopratutto, perché ho bisogno di un editor che soccorra la mia dislessia e ho il talento grafico di un cieco a cui abbiamo amputato le mani.

Di certo c'è che scrivo tanto, forse troppo. Non so stare senza scrivere e (in contemporanea) pensare a nuove storie e quindi i progetti si affastellano, uno sopra a l'altro col rischio paradossale di non completarne nessuno o di doverne gestire troppi tutti insieme.
Se dovessi prendere bussola e sestante e tentare non dico di tracciare una rotta, ma almeno di scoprire a che punto io stia nella nebbia, cosa salterebbe fuori?

La roccia nel cuore
Sta bene, è, in effetti, la mia roccia. Ha un anno dall'uscita ho dati parziali sulle vendite ma alcune certezze. Almeno in alcune librerie ha venduto parecchio, andando ben oltre il giro di amici/parenti su cui ogni esordiente all'inizio conta. Ci sono librerie in cui da un anno è tra i "consigliati", in bella vista, in un punto di passaggio. In una di queste ho ringraziato la libraia che mi ha risposto che non è stato fatto per fare un piacere, ma perché il libro è continuamente richiesto.
Si tratta ovviamente di un successo puramente locale. Altrove in Italia il libro è ordinabile, ma ovviamente non esposto e chi non sa già della sua esistenza è difficile che lo possa scoprire.
Le vendite in sé, poi mi interessano poco. Di certo non diventerà ricca. 
Ma è piaciuto e questo per me è importante.

Apocrifo sherlockiano
Mi è stato detto che fino a che un libro non è in stampa tutto può andare storto e quindi rimango col fiato sospeso. A contratto firmato e arrivati al secondo o terzo passaggio di editing, credo, però, che l'editore ci tenga almeno quanto me a vederlo in libreria. Attendiamo ottobre, con le dita incrociate.

Thriller storico
Continua a essere il mio figlioletto zoppo e quindi, per certi versi, più amato. Talmente eccentrico nel contesto di ciò che scrivo abitualmente che un'eventuale pubblicazione mi causerebbe anche qualche problema, dato che si rivolge, probabilmente e inconsciamente, oltre che incoscientemente (evviva l'avverbio in -mente!) a un pubblico diverso. Eppure non possa fare a meno di sperare... Ha superato la prima lettura in una casa editrice che mi piace un sacco a cui avevo già "fatto il filo" in passato, che ha, però, una editor bravissima, ma che è il terrore degli scrittori (di certo il mio). Sono già stata a questo punto della nebbia, ma non so se questa volta mi attenda un porto o ancora scogli.

Una storia piena di struzzi
L'ho finito nelle vacanze di Natale e ho fatto il contrario di ciò che tutti consigliano e sono andata contro ogni basilare regola di buon senso. Ovvero l'ho inviato a un'agente (previ contatti pregressi) così com'era con una richiesta di grazia per i refusi. Invito chiunque sia alla lettura a non imitarmi. L'incoscienza, del resto, si nasconde nei recessi del mio animo di timida. L'incoscienza a volte serve, perché è rimbalzato subito sulle scrivanie degli editori. Qualcuno ha detto no, qualcuno ha detto ni, qualcuno l'ha spedito a seconda o terza lettura. Spero e incrocio le dita. Le secche sono in agguato, ma spero tanto di trovare una rotta.

Una storia piena di streghe
Questa è nuova, così nuova che non è neanche pensata è "in pensando". Sono quattro pagine di appunti e 400 anni di stregoneria, per ora. È un personaggio che ha il nome di un vento. Sono suggestioni e scorci di trama e tuttavia è ufficialmente nato come progetto. Così embrionale che è ancora prematuro anche impugnare il sestante per capirne la posizione.

E poi scrivo per scrivere. Senza alcuna ansia di pubblicazione ho ripreso in mano la mia ambientazione fantasy. Appena ho scartato anche l'ipotesi di metterla su internet sotto pseudonimo, sono venute le idee. E, incredibile, ho trovato tanto più divertente scriverle quanto più ero consapevole che sarebbero rimaste nel mio computer. Ho deciso che non devo mai più dimenticarmi di scrivere solo per divertimento, concedendomi qualche trama bislacca, qualche conflitto insoluto, qualche personaggio non presentato al meglio. E che importa se non arriveranno mai a una qualsiasi pubblicazione. Le parole e i gesti dei miei personaggi fluiranno in altre storie, cambieranno nomi e contesti, ma di certo non mi abbandoneranno. Né mai penserò a loro come inutili.

E voi a che punto siete della nebbia?

13 commenti:

  1. Quella delle streghe mi attira. Il personaggio si chiama... Alisea?Provo a indovinare.

    Moz-

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  2. Frollini a colazione, uscito da quasi 4 anni, venduto bene, è ancora al 6^ posto su oltre 200 titoli della casa editrice, con la quale purtroppo ho un pessimo rapporto, e mi fermo qui, temendo una querela (senza fondamento, ma l'Italia è il paese delle querele). Cene tempestose, contratto firmato a settembre, continui rimandi, ora la data presunta è in stampa 10 aprile, inizio a provare una sorta di disagio, Ragione e pentimento, in lettura da un editore BIG incrocio tutto perchè sarebbe il colpo della vita, Un figlio da lontano, il mio editore si sta mentalizzando (parole sue) penso che domani lo porti alla fiera dell'editoria per l'infanzia a Bologna. In scrittura circa 50 pagine già scritte Mi chiamo Natallia e vado in Italia (una mamma in prestito) sono soddisfatta ma temo venga un po' corto e con un impianto, non è un romanzo, forse difficile, a meno che qualcuno si innamori di Natallia ecco. Tanta nebbia anche dalle mie parti, ma sono messa decisamente meglio di un anno fa, per cui sono soddisfatta. Comunque non dimentico mai, ho almeno cerco di non dimenticare, che la cosa bella di scrivere è scrivere, tutto il resto è contorno o appunto nebbia. Un bacione Sandra

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    1. Nebbia in diradazione, direi! In bocca al lupo per il BIG, immagino che emozione!

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  3. errata corrige Un figlio da lontano non è il mio editore che si mentalizza, bensì la mia agente. E poi ho almeno è o almeno. Scusa Antonella diamo la colpa alla convalescenza che ha mandato in malattia anche l'ortografia e la ragione. bacio Sandra

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  4. Oltre a quello che hai detto, ci sono anche le "trame" non scritte, ma giocate... ;-)

    P.S: Nei tempi morti (ma morti-morti), pensa al libretto di cui parlavamo settimana scorsa...

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    1. Non sono molto brava a scrivere quel tipo di storia, per fare queste cose meravigliose, che piacciono a tutte le età, serve più talento di quanto ne abbia io, temo. Perché non ti cimenti tu? O Manu? O Elena? O magari potremmo provare un lavoro di squadra (in estate)?

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  5. E già, perché se non ci riesci tu, secondo te ci riesco io... (che poi non ho nemmeno il tempo di leggere, figurati di scrivere una roba del genere!)
    In estate, comunque, possiamo sperimentare quello che vuoi.

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    1. Secondo me la tua scrittura si presta di più della mia. Hai più sottigliezza stilistica

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  6. Ok. A ferragosto festival della cannabis e della scrittura....

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    1. XD

      (non intendevo quel tipo di sperimentazioni... e poi io non ho mai provato la cannabis, non so mica che effetto mi fa! Magari si rivela dannosa per la scrittura, che ne sai! Del resto, come hai già sottolineato una volta "a certe persone non serve nemmeno fare uso di sostanze strane...")

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    2. Neppure io intendevo quello! Non sono già abbastanza folle così?

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