lunedì 24 marzo 2014

Scrittevolezze - Locale e globale


È arrivata la primavera e sono fioriti anche i miei tulipani casalinghi.
Ieri è terminato il ciclo di incontri sulla scrittura e la lettura. Non il finale che avrei preferito, dato che ero in una di quelle giornate che a noi donne capitano a cadenza più o meno mensile in cui ci vogliono due antidolorifici e tre caffè per rendermi quasi umana. Un grazie quindi a tutti i presenti, per il sostegno e l'attenzione!

Tra i concetti che non sono sicura di essere riuscita a esporre in modo chiaro come lo era nella mia mente, c'è quello che io ritengo uno dei più grandi paradossi della scrittura e che così si potrebbe riassumere:
Un testo è tanto più fruibile a livello globale quanto più è radicano in una particolare ambientazione.
Nell'ultimo post ci eravamo lasciati parlando di Cuore di Tenebra e avevamo detto che la vicenda di Cuore di Tenebra può essere trasportata altrove nel tempo e nella storia. Lo fa lo stesso protagonista, all'inizio del romanzo, immaginando un altro se stesso in epoca romana e verrà fatto con Apocalypse Now. Eppure non potremmo immaginare Cuore di Tenebra senza il Congo nel quale si ambienta, ma anche la forza dello stesso Apocalypse Now è al 60% il Vietnam.
Abbiamo cioè un paradosso: una storia che deve la maggior parte del proprio fascino all'ambientazione viene percepita come universale e quindi riproducibile altrove.

Pensiamo anche alle opere più stravolte della storia della letteratura, quelle di Shakespeare. Tutti noi abbiamo visto Romeo e Giulietta spostato altrove, in mille altrovi a dire il vero, e anche l'Amleto è stato spostato qua e là senza che la vicenda perdesse forza. Pensiamo però di invertire le ambientazioni. Potremmo pensare ai nostri giovani, focosi e incoscienti amanti tra le nebbie di Danimarca? O i dubbi di Amleto esposti non in un cimitero, ma su un balcone della bella Verona?
Andiamo ancora più a fondo nel problema. Shakespeare scriveva in Inghilterra e aveva, presumiamo, un'idea dei luoghi in cui avrebbe ambientato le sue storie mediata dalla letteratura e dai racconti di viaggio. Quanto l'idea dell'Italia rinascimentale, con le sue corti, le sue faide, la sua fama di terra abitata da gente passionale ha influito sulla genesi di Romeo e Giulietta? Quanto la storia sarebbe stata diversa se i suoi due amanti divisi fossero stati, che so una greca di antica nobiltà e un rampollo figlio dei conquistatori ottomani? Romeo e Giulietta sarebbe stata la stessa storia se fosse stata immaginata ad Atene o l'ambientazione avrebbe influito sulla scrittura?
E se Amleto, principe di Danimarca fosse stato invece Delfino di Francia? Quante scene sarebbero state diverse se ambientate a Parigi, con un principe cittadino che poteva andare a esporre i propri dubbi ai dottori della Sorbona?
Eppure, Amleto o Romeo e Giulietta funzionano benissimo anche al di fuori dal loro contesto geostorico.

I paradossi sono così, funzionano anche se poi, smontandoli, non sappiamo perché funzionino.
È un fatto, tuttavia, che considerando l'ambientazione un mero sfondo intercambiabile non si ottengano buone storie. 
Le buone storie sono profondamente radicate nella propria ambientazione, al punto che l'ambientazione stessa ne modifica la struttura. E tuttavia le buone storie, per quanto siano legate alla propria ambientazione, sono universali, immediatamente percepite come tali e infinitamente reinterpretabili.
Si sa che non bisogna necessariamente essere una donna francese dell'800 per essere Madame Bovary, ma Flaubert non avrebbe potuto scrivere Madame Bovary senza pensarla in quel contesto...

5 commenti:

  1. Su Kultura, qui a lato, intanto, una mia recensione più approfondita di True Detective

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  2. Non ci avevo mai pensato, ma ora che approfondisco il tema grazie a te, caspita è proprio così. Giulietta e Romeo così veronesi eppure, be' trasportabili ovunque. Le mie storie sono sempre molto milanesi, perchè amo parlare di ciò che ho in tasca, chissà se funzionerebbero anche a Roma? Lo lascio dire ai lettori. Bacione
    ps. un giorno critico in una data importante ci sta sempre nella vita, a volte abbondano.

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    1. Direi che le tue storie più milanesi sono e meglio è!
      Le attendo a presto in libreria, eh!

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  3. Vero, verissimo, Tenar! La forza di una storia sta nel rendere universali personaggi e ambientazioni. E' uno dei segreti per rendere eterna un'opera ;)

    Moz-

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