mercoledì 5 marzo 2014

Visioni - Wolf children


Di questi tempi abbonda la "paranormal romance", storie d'amore con improbabili creature fantastiche, vampiri, lupi mannari e chi più ne ha più ne metta. Ok. Ma cosa succede dopo? Cosa succede se dopo una di queste storie d'amore, mettiamo, con l'ultimo esponente dei lupi mutaformi giapponesi, una normalissima ragazza universitaria si trova sola con due bambini/cuccioli?
Wolf Children sta tutto il questa premessa.
È una storia semplicissima che non fa che portare avanti questo: "e se...?"
Ecco dunque una ragazza universitaria che si trova, dopo un'intensa storia d'amore, sola con due pargonetti che hanno la brutta abitudine di cambiare aspetto all'improvviso da bimbi a lupacchiotti, con un comportamento che è la somma delle loro due nature. Oltre ai soliti problemi, i soldi, le notti in bianco, i sogni archiviati, ce ne sono di tutti inediti. Se stanno male hanno bisogno il medico o il veterinario? Come convincere i vicini che non si sta tenendo in casa nessun animale? Come evitare che rosicchino tutto? Forse è meglio cambiare aria, abbandonare la città per cercare un posto isolato, dove i bambini possano crescere per quello che sono realmente. Già, ma cosa sono? E fino a che punto è giusto indirizzarli verso una maggiore umanità?
In una storia di questo genere la carta vincente può essere solo un misto di ingenuità e raffinatezza, che poi è proprio la chiave del film.
Ingenuo è lo sguardo di questa giovane madre, convinta nonostante tutto che studiare basti per cavarsela nella vita. È lo sguardo del regista, che non mette in scena grandi drammi, ma i piccoli problemi quotidiani, il crescere e l'educare, così difficile anche senza avere dei bimbi lupo. Sontuosa è l'animazione. Alla prima esperienza di lungometraggio nipponico esterno allo studio Ghibli, mi sento di promuovere in toto il film. Wolf Children dà il meglio di sé, in quanto ad animazione, nei paesaggi, nel confronto città/montagna e nelle spettacolari soggettive delle corse dei due cuccioli. I personaggi principali, sopratutto nella loro forma animale, risultato meno convincenti, ma questo è cercare il pelo nell'uovo.
In generale la pellicola deve moltissimo a Totoro, ma nel senso migliore del termine. Come nel lungometraggio del maestro sono i piccoli gesti, le sfumature a fare la storia e saper narrare con i silenzi è da sempre la caratteristica che più apprezzo nel cinema.
Infine tutt'altro che banale è il racconto di una scelta educativa, quella di lasciare ai ragazzi il compito di scegliere cosa vogliono essere, senza imporre limiti, ma rimanendo ad aspettarli con la porta aperta, anche quando, palesemente, non si possono condividere le loro scelte. E mi sembra che questo valga per tutti i genitori del mondo, anche se i loro figli non hanno la coda!

Voto: 8+

PS: se siete di cuore tenero il rischio lacrimuccia è alto.

11 commenti:

  1. C'è il fumetto in edicola: il primo numero l'ho visto proprio ieri!!

    Moz-

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    1. Sì, credo però che il manga sia stato fatto dopo il film sull'onda del suo successo e che quindi poco aggiunga. Ci butterò comunque un occhio

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  2. Storia molto interessante.
    Dobbiamo quindi aspettarci storie di bambini vampiro, bambini ragno e bambini mummia?

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    1. Se la qualità è questa potrei quasi sopportarli...

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    2. Bambini mummia la vedo dura...

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    3. Non porre limiti all'improbabilità di certe trame. E poi vuoi mettere la storia d'amore con l'imperatore mummia di 4000 anni? Il fascino dell'uomo maturo...

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    4. Siamo molto oltre il maturo, siamo alla decomposizione! Avrebbe dei problemini seri a riprodursi. Già il vampiro secondo me bara...

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    5. ehm... vampiro/bara... non l'ho fatto apposta...

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  3. Lo guarderò! Grazie di averne parlato!

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    1. Io l'ho trovato molto delicato e commuovente e mi piace l'idea che il vero eroe sia la mamma normalissima alle prese con l'educazione dei figli!

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