sabato 12 aprile 2014

Scrittevolezze - Scrivere gialli


Dato che il nuovo arrivato il famiglia, il coniglietto Totoro è ancora troppo timido per farsi fotografare e il fiore invece non poteva scappare, oggi parliamo di gialli.

Premessa necessaria.
Non sono così sicura di saperlo scrivere, un giallo. LA ROCCIA NEL CUORE è stato rifiutato da un editore specializzato perché "non del tutto un giallo" e scelto da Interlinea perché "non del tutto un giallo". Poi però vado alle presentazioni e mi sento dire "proprio un giallo classico!" e quindi sono un po' confusa. Non ero del tutto convinta che fosse un giallo il racconto pubblicato su Giallo Mondadori, mentre quelli che trovate il DELITTI D'ACQUA DOLCE e in GIALLO LAGO almeno a me sembrano più gialli. Continuo ad essere in dubbio, quindi, sul fatto se io sappia o no scrivere un giallo, ma so che mi piace e so cosa ci dovrebbe essere in un buon giallo.

PERCHÈ MI PIACCIONO I GIALLI
Perché costruiscono subito un punto tra autore e lettore, un gioco che occupa alla pari due giocatori. Lo scrittore pone un enigma, che il lettore deve risolvere. Il lettore è soddisfatto se lo risolve appena una riga prima che l'autore gli proponga la soluzione. Se questa arriva a pagina 10 entrambi perdono. Se questa non convince del tutto il lettore, di nuovo entrambi perdono. L'autore di gialli scrive per lettori intelligenti, per un pubblico di cui, ci si augura, fa parte e quindi l'incontro è alla pari.
In più l'autore può usare il gioco come ponte per portare il lettore dentro una storia che da solo non avrebbe cercato. Facendoci andare a caccia di un assassino di monaci, U. Eco ci ha raccontato tutta la storia delle eresie medioevali!

COSA DEVE ESSERCI IN UN BUON GIALLO?

- Un buon delitto
I giallisti, almeno sulla carta, sono tutti degli assassini. 
Non so se valga per tutti ma io, almeno, scrivendo un racconto giallo parto dal delitto. Chi ha ucciso (o derubato, o tentato di uccidere) chi e come. 
Il delitto deve essere plausibile. Ricordiamoci che il lettore di gialli è tutt'altro che uno sprovveduto, è intelligente e acculturato. Se in un serial televisivo la velocità non ci permette di cavillare e qualche implausibilità è più scusabile, sulla carta no. 
Quindi la prima regola, secondo me, è che il delitto sia un buon delitto. Se c'è un veleno che sia davvero un veleno, se c'è un colpo mortale che sia effettivamente possibile infliggerlo con quel risultato e così via.
Se questa parte vi crea raccapriccio, coraggio, ci sono tanti altri generi letterari che vi aspettano, forse il giallo non fa per voi. E, in ogni caso, rassicuratevi, da che scrivo gialli non sento aumentati i miei istinti omicidi. Al massimo sono meno sprovveduta su un'eventuale (improbabile) messa in atto...

- Documentarsi sempre e comunque
Proprio per i motivi di cui sopra, non si può essere approssimativi. Il delitto richiede precisione e accuratezza. Sul mio comodino c'è La gestione della scena del crimine, ho la mail di un medico legale, ho un farmacista a portata di mano e mercoledì sono stata felicissima di incontrare una vera criminologa. Stessa accuratezza va riservata alle procedure mediche, scientifiche e di indagine.
Ricordate che anche poliziotti e carabinieri leggono i gialli e non amano che il loro lavoro sia descritto in modo maldestro.

- Non sono una detective story, ma anche la storia di un detective
Rubo la frase agli sceneggiatori di SHERLOCK per esprimere un concetto solo in apparenza banale. Una storia è sempre la storia di qualcuno. Quel qualcuno difficilmente è la vittima, solo di riflesso il colpevole, molto spesso è chi indaga. Chi indaga non può essere interessante solo perché indaga. Deve essere un personaggio di cui il lettore si innamora, di cui il lettore seguirebbe volentieri le vicende ben oltre l'indagine. Come tutti i protagonisti, deve starvi a cuore. 
Però deve anche indagare.
Deve essere quindi un membro delle forze dell'ordine o un privato cittadino che, per un qualche motivo (ricordate la parola chiave? Per un qualche motivo plausibile) si improvvisa detective.
Attenzione: abbiamo visto ormai mille mila detective, ispettori, commissari, vice questori aggiunti, marescialli, ma anche preti investigatori, professori investigatori, studenti investigatori, musicisti, filosofi, taxisti... Quindi il nostro deve essere speciale e distinguersi da tutti gli altri.

- Non sempre il delinquente muore o viene arrestato
Però nel giallo, al contrario che nel Thriller o nel Noir al lettere va comunque data una spiegazione. La fatica del lettore deve essere premiata con la verità. Il nostro detective può essere sconfitto, ucciso, ingannato, non importa, ma il lettore deve comunque venire a sapere chi era il colpevole. È una questione di rispetto nei suoi confronti. Così come è rispetto creare una partita leale in cui al lettore vengano forniti tutti gli indizi per risolvere l'enigma.

- Un linguaggio semplice, ma non banale
Parliamoci chiaro, un giallo si legge in treno, sotto l'ombrellone, in sala d'aspetto. Nessuno si aspetta grande letteratura. Questo non vuol dire che la scrittura debba essere sciatta, anzi. Qui la parola chiave è scorrevolezza. Deve essere un scrittura che non affatichi e che invogli ad andare aventi. La ricerca stilistica è quindi la benvenuta, purché non sia fine a se stessa. Il lettore legge per trovare l'assassino, non per applaudire a un virtuosismo stilistico dell'autore. Se però l'autore scrive bene, con uno stile riconoscibile, il lettore sarà anche più contento. Ricordiamo sempre che il lettore di gialli è un lettore colto e non gli piace essere maltrattato dalla prosa.

- Contaminiamo senza paura
Il giallo è il genere che più si presta a contaminazioni. Secondo me, ad esempio, la saga di Harry Potter ha principalmente la struttura del giallo. È un giallo Il nome della Rosa. Ma sono gialli, secondo alcuni, anche certe tragedie di Sofocle, come l'Edipo Re e l'Aiace. 
Il giallo c'è sempre quando c'è un mistero da risolvere. Intorno ci può essere tutto quello che volete e che sapete metterci.

Qualche giallo che mi è davvero piaciuto
(tralasciando per una volta, il mio amato Sherlock Holmes)

Milioni di Milioni - Marco Malvaldi
Semplicemente delizioso

Fred Vargas per me è un mito e tre indagini di Adamsberg sono meglio di una

Dritto al cuore - Elisabetta Bucciarelli
Il titolo dice già tutto quello che penso sul romanzo

Una serie medioevale che mi ha traghettato dall'infanzia all'età adulta, ma che rileggo sempre con piacere.


4 commenti:

  1. Va be' ma allora mi istighi per forza a tirare in ballo ancora una volta il N. 1 assoluto: Ellery Queen che lanciava addirittura la sfida al lettore! Un altro bravissimo che ho conosciuto di persona (dovrei farci un post) è Jeffery Deaver, e poi ci sono tutte quelle sfumature di differenze tra giallo, thriller, noir, comunque un buon giallo resta un buon giallo, anche se magari il genere può risultare non purissimo o contaminato. Faletti non è tra questi!

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    1. Ammetto di aver letto un solo romanzo di Ellery Queen e di averne un ricordo un po' sfumato invece Il collezionista di ossa mi è piaciuto un sacco, meno i seguiti. Faletti non l'ha mai letto

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  2. Volevo quasi chiedertelo quando hai parlato del tuo racconto a Golasecca, se avessi mai letto i gialli della serie di fratello Cadfael, anche io li ho letto quasi tutti da giovane sotto l' ombrellone !

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    1. Cadfael è apparso nella biblioteca del paese che facevo terza media e la serie mi ha fatto compagnia fino all'università. Tra i gialli storici mi sono piaciute parecchio anche Le indagini del principe Meren, ambientate in Egitto e archeologicamente molto attendibili (l'editore è sempre TEA)

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