giovedì 12 giugno 2014

All'autore non domandare...


Prendo spunto dal simpaticissimo post di Grazia per raccontare anch'io di quelle frasi che proprio a noi autori non vanno giù. Eh, sì, siamo una categoria un po' spinosa e per questo oggi va ancora il fiore del cactus (anche perché in famiglia siamo molto fieri di questa fioritura eccezionale – 13 fiori durati un solo giorno!).

Io sono un'esordiente fortunata, il mio romanzo (di cui esiste solo il cartaceo) è ben distribuito e presente in libreria (se non ne hanno una copia basta ordinarlo) e quindi vince tra le frasi più irritanti:

Dove lo compro il tuo libro? 
Dal salumiere? Provato in profumeria?

Ne seguono poi altre:

Mi vendi una copia del tuo libro?
Ti sembro una libraria? O direttamente una libreria?

Mi regali una copia del tuo libro?
Se sei un amico o un parente stretto l'hai già ricevuta (scrivere risolve alla grande i regali di Natale). Se non appartieni a nessuna delle due categorie e non è per un'iniziativa benefica/l'organizzazione di una presentazione perché dovrei farlo? 

Hai pubblicato, quindi conoscevi per forza qualcuno (chi conoscevi?/me lo presenti?)
Perché se dico che ho seguito le indicazioni del sito dell'editore/del concorso letterario non mi crede nessuno?

Quanto hai pagato per pubblicare?
Interessante è anche il grande fraintendimento
– Com'era il contratto per il romanzo?
– 500€ d'anticipo e 20 copie più i diritti.
– beh, è andata bene, ho sentito di gente che ha speso molto di più.
– No, questo lo dà l'editore a me, non il contrario.
– ...

Poi ci sono le affermazioni:

Però non hai fatto l'e-book? il digitale è il futuro!
A cui segue la mia domanda:
– Tu leggi e-book?
– Non ancora (oppure: solo gratuiti, oppure: non mi piace leggere)
NdA: per il prossimo comunque ci attrezziamo.

Quindi adesso sei ricca!
Certo! Non hai visto la villa invisibile che mi sono comprata?

E di nuovo domande:

Scrivi gialli perché ti piace il genere?
Certo che no! Ho scelto un genere che detesto per il solo gusto di dare fastidio al prossimo...
Scrivi gialli perché li leggi anche?
Certo che no! Infatti anche i miei spero che vengano comprati solo per aggiustare tavoli che traballano e accendere i falò...
Perché non scrivi romance, che adesso vende tanto?
Leggendo i miei gialli con tutti quei morti devi essere stato colpito dal mio romanticismo e già immagini che capolavoro uscirebbe se scrivessi un rosa...
(Che poi ogni tanto, declinato al fantastico, ci tento pure, di solito generando nei lettori/valutatori grandi discussioni...)

Quindi scrivere e pubblicare è facile!
Due anni di master e dieci di tentativi ti dicono niente? 

Devo ammettere che invece parlare di quello che ho scritto, sto scrivendo, vorrei scrivere mi piace al punto che temo le domande perché temo di stordire l'interlocutore con le risposte. Inoltre so di avere amiche che scrivono benissimo e mi tocca stalkerarle per leggere qualcosa di loro (sì, Elena, Lele, Manu, sto proprio parlando di voi).

C'è però una cosa che davvero detesto:
Visto che scrivi, la relazione/il verbale/il biglietto d'auguri/il contratto d'affitto (sì, papà, ti voglio bene, ma sto parlando di te)/la lettera per l'avvocato (sì, papà, sto parlando sempre di te)/la mail rognosa /qualsiasi altra cosa la scrivi tu, vero?
A tutti a questo punto vorrei ricordare una cosa:
Non sono una scrittrice, sono una che si diverte a scrivere (principalmente) gialli. Ammazzo la gente (su carta) a livello semi professionale.
Fate un po' voi.

25 commenti:

  1. L'ultima frase l'ho sentita tante volte. Dove lavoravo prima mandavo 200 email al giorno (anche in inglese e francese) i colleghi facevano la fila.

    Nel commento a Grazia ho già riportato le domande che mi fanno saltare i nervi. Vedo se me ne spuntano altre e ritorno. Sono sicura che se ci provo arrivano ;)

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    1. Mio papà si arrabbia proprio quando provo a spiegargli che un'archeologa con la passione della narrativa non sa da che parte iniziarlo un contratto...

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  2. Sì, ma che gente incontri!???! A me hanno chiesto meno della metà di quelle robe lì. Nessuno ti chiede quando esce il prossimo libro? Come se per scrivere un romanzo, un buon romanzo anzi, impiegassimo il tempo di un amen....
    Però anche a me chiedono di mettere giù lettere o correggerne...

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    1. Sì, del prossimo mi chiedono, ma la cosa mi fa piacere (vuol dire che hanno letto e apprezzato!). Invece queste domande vanno forte, anche su social/blog/forum.
      A te nessuno chiede se sei diventato ricco? O il libro in regalo (anche se ti ha conosciuto 30 secondi prima)? O (con genuina curiosità) se davvero ti piacciono i gialli?
      Autore fortunato...

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  3. Irritanti parecchio le domande che ti fanno!
    Qualcosa sul "perché non scrivi romance" è capitato anche a me, con qualche variante. Nel senso che c'è chi pretende proprio di dirmi il tema del romanzo o quello che devo metterci dentro. Grazie mille per il consiglio, so sbagliare anche da sola :)
    E non so se ti è capitato che ti chiedessero: "Visto che scrivi, mi correggi questo?". Dove "questo" può stare per molte cose, anche lunghe centinaia di pagine...

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    1. Una volta mi è stato portato il manoscritto di un poema epico ambientato in un liceo! A parte quello, però, no, anzi le amiche scriventi vanno inseguite e pregate (bravissime, tra l'altro). A una ragazza che conosco, però, è stata recapitata un'autobiografia in svariati quaderni scritti tutti a mano...

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    2. poema epico-scolastico e autobiografia manoscritta!?!
      XD

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    3. Giuro! L'autobiografia è arrivata alla mia compagna di master dalla portiera del suo palazzo. Pare avesse avuto in effetti una vita piena di disgrazie e quindi sperava che la mia compagna mettesse il tutto in una forma adatta alla pubblicazione...

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  4. sì ho un deja vu con la tua lista. Invida per le 20 copie che Interlinea dà gratuitamente., sono tantissime. La domanda più irritante è stata: "ma mica dovremo comprarlo? Non hai previsto una copia per ogni membro del gruppo?!" Con 5 copie omaggio del primo romanzo non andai molto lontana coi regali, e ora con il secondo le copie omaggio sono state addirittura solo 3 per cui altro che regalarle. Anche a me tocca scrivere di tutto, dall'avviso per la raccolta differenziata, alla mail delle collega che sollecita i pagamenti. A volte è davvero dura, altre non ci faccio caso e mi godo la parte bella, che ovviamente esiste. Bacione Sandra

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  5. Giuro che son morto dalle risate! :D

    Moz-

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  6. Beh, questo post va visto con simpatia, come quelli che pubblicano le chiavi di ricerca più folli con cui la gente ha raggiunto il post (io vengo trovata solo attraverso ricerche serissime). Ovvio che la parte bella prevale!

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    1. Cara, il breve periodo in cui ti davo della "mistress" anziché della "master" non ti dico con che tipo di ricerche arrivavano sul mio blog!

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    2. Beh, la cosa si può sfruttare. In una delle mie poche fanfiction ho messo la parola "sesso" nel titolo. Triplo delle visualizzazioni rispetto alle altre (in nessuno dei testi ci sono cose sconce), i vecchi metodi funzionano sempre...

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    3. Che bello, devo provare! Cosa ne dici di "Sesso e scrittura"? Solo che poi dovrei scrivere qualcosa sul'argomento... ehm...

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  7. La domanda sul perché uno non si è fatto fare l'e-book dalla casa editrice (o non l'ha fatto se autopubblica) va per la maggiore... un po' come quando sei fidanzata e ti chiedono: "Ma quando ti sposi?" o dopo sposata ti chiedono" Quand'è che fai il primo figlio?" e dopo il primo figlio? "Ma quand'è che fai il secondo?" e via discorrendo. Per ritornare sul pezzo, oltretutto, il mercato dell'e-book in Italia stenta a decollare. Del resto non stupisce, non si leggono i libri di carta, figuriamoci quelli impalpabili.

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    1. Che, poi, per molte cose l'autore propone e la casa editrice dispone (giustamente, dato che il marketing è affar loro) eppure si ha un po' l'idea che l'autore si occupi di tutto...

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    2. In effetti quello di cui si sente la mancanza, se ci si autopubblica, è proprio l'apparato promozionale di una casa editrice (che sia seria, beninteso). Non per niente ci sono gli addetti al marketing, che è un'attività che richiede tempo, risorse e fatica.

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  8. Bello il fraintendimento sul contratto, dà anche quella sensazione di fiducia nelle tue capacità...
    A me più che la versione "mi correggeresti questo?" è capitata quella "posso darti da leggere il mio romanzo, così mi dici cosa ne pensi?" Per una volta nella mia vita questa l'ho subito imbroccata giusta: no, mi dispiace, non ne ho il tempo. (Di solito sono più il tipo che dice di sì e poi ci ripensa.) Non riesco a immaginare una cosa più sgradevole di leggere il manoscritto e dovermi poi destreggiare per dire la verità senza ferire i sentimenti dell'autore. Non posso proprio farcela!
    P.S. Grazie per il llink al mio articolo!
    P.S.2: Di allergici ai gatti ce n'è un altra qui... :(

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    1. Sì, c'è un po' in giro l'idea che l'editoria a pagamento sia l'unica praticabile per i signori nessuno (in caso contrario come farebbe a vivere l'EAP?).
      Mi spiace per i gatti! Senza felini mi sa che non riuscirei a vivere (che poi il Persiano sia un felino è ancora tutto da dimostrare)

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  9. Tenar...
    anche tu mi hai fatto morire, da brava giallista hai armi affilate!

    Proposta: perché non mettiamo insieme tutte queste "perle" e scriviamo "Lo stupidario dello scrittore"?
    Sarebbe un successo garantito!

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    1. Sì, penso che si potrebbe fare. In ogni caso un post di questo tipo ogni tanto è liberatorio!

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    2. Sapevatelo! Su rieducational channel!

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  10. La supponenza della gente raggiunge luoghi e spazi inesplorati! Alcune sono però davvero esilaranti nella loro ingenuità: ma davvero scrivi gialli perché li leggi/ti piace il genere? Non l'avrei mai detto!
    Però cara, sappi che ti voglio molto bene e trovo affascinante sentirti parlare di quello che scrivi/vuoi scrivere/scriverai e ovviamente mi piace molto leggerti... ma i romance, no! Davvero, no!!!
    (deliziata di essere stalkerata ;))

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    1. Sappi, cara, che ho fatto attenta opera di spionaggio su ciò che tu e l'Alto Potenziale avete scritto in passato. Ricordo in particolare di tuo una cosetta su Caravaggio (ricordo bene?) che mi fa sospettare che un romanzo storico ti uscirebbe da dio.

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