mercoledì 9 luglio 2014

Fonti d'ispirazione: canzoni

Ecco la seconda puntata del post dedicato alle opere non letterarie che hanno cambiato il mio modo di vedere e di raccontare una storia. Qui trovate la prima puntata, dedicata al cinema.
Oggi musica!
Per vari motivi questo è sinonimo di cantautori italiani. Da non anglofona è ben difficile, infatti, che mi innamori di una canzone in inglese per il testo e che siano le parole in prima istanza a farmi scattare delle riflessioni.
Come per il cinema, quelle segnalate sono canzoni che ho amato, ma non necessariamente quelle che ho amato di più, diciamo quelle "ascoltate con l'orecchio del ladro".

DE ANDRÈ 
Non c'è bisogno che ve lo presenti, vero? Passiamo al furto.
La letteratura del passato (anche lontano) può parlare di attualità al presente
Ascoltando le canzoni di De André è impressionante notare quanta letteratura vi sia dentro, in particolare quanta poesia medioevale vi sia dentro. Eppure siamo tutti concordi nel dire che si è trattato di un autore impegnato, attento ai problemi del suo tempo. Non è questo un magnifico paradosso? La poesia medioevale non è esattamente la cosa più immediata e attuale che possa venire in mente. Di solito al solo nominarla fa venire il latte alle ginocchia. Invece Fabrizio De André vi nuotava letteralmente dentro. A volte si è limitato a cantare delle poesie messe in musica (S'i fossi foco di Cecco Angiolieri), a volte ha tradotto testi antichi per creare nuovi brani di sapore medioevaleggiante (Geordie). Tutti morimmo a stento, l'album di cui vedete la copertina, contiene La ballata degli impiccati, una stana operazione di riscrittura/attualizzazione/meditazione sulla base di una poesia di Francois Villon, autore francese del quattrocento che De André sentiva particolarmente suo.
Potete anche divertirvi a cercare i rimandi e le assonanze tra poesie medioevali e testi di canzoni che non hanno con loro un legame diretto. Echi di Jacopone da Todi emergono quasi a tradimento (Ottocento - Si chiamava Gesù).
La cosa che più mi colpisce è che, a differenza di quanto avviene con altri autori altrettanto colti, le canzoni di De André sono immediate. Il suo medioevo (come i suoi vangeli apocrifi o la sua versione dell'Antologia di Spoon River) parla direttamente al presente. La cultura viene presa e rielaborata per creare qualcosa che è tutt'altro che distante dall'attualità. Il citazionismo colto non ha spazio qui, c'è piuttosto un senso di comunanza rispetto a determinati autori che avevano (hanno) ancora tanto da dire.

FRANCESCO GUCCINI - AUTOGRILL

... Bella, d'una sua bellezza acerba, bionda senza averne l'aria
quasi triste, come i fiori e l'erba di scarpata ferroviaria

Guccini è forse il più narrativo dei cantautori italiani e pertanto mi ha insegnato un piccolo trucco stilistico.
La metafora è efficace quando è precisa
La metafora serve per far capire al lettore cosa intenda davvero lo scrittore, evocare una sensazione, un'atmosfera, un'emozione che non può davvero essere spiegato in modo lineare.
Questa metafora non è di una precisione chirurgica? Non abbiamo tutti immediatamente la sensazione di vederla, questa ragazza dietro al banco dell'autogrill, come un papavero aggrappato alla verticale della scarpata ferroviaria sotto un cielo plumbeo? 
Tutta la canzone è una perfetta descrizione d'atmosfera.

... Il silenzio era scalfito solo dalle mie chimere
che tracciavo con un dito dentro al cerchio del bicchiere.

Ho deciso di scrivere in un giorno d'autunno mentre, sotto la pioggia, mio padre mi accompagnava a Pisa, dove stavo iniziando il primo anno d'università. Ascoltavamo un cd di Guccini. Di colpo ho pensato che potevo farlo, se avessi imparato a usare le parole con questa stessa precisione.

Legata a questa canzone, c'è anche una dichiarazione di Guccini che dà proprio l'idea del lavoro che è necessario fare con le parole. Si ha un'immagine, un'idea in testa, ma poi bisogna tradurle in parole e queste devono essere poche ed efficaci. In un testo di canzone, ovviamente, le parole saranno meno, ma anche in narrativa, secondo me, l'economia paga.
Ecco il racconto dell'autore:
"... A un certo punto volevo dire: mi sono messo distrattamente a tamburellare su una scatola di latta di té su cui era disegnato un indiano. Non mi veniva..." (F. Guccini, Stagioni, Einaudi)
Il risultato:
... Ma per non gettarle in faccia qualche inutile cliché
picchiettavo un indù in latta di una scatola di tè...

Quali canzoni sono state per voi fonti d'ispirazione?

19 commenti:

  1. ... Tra l'altro leggevo tra i commenti alla Ballata degli Impiccati e alcuni ne sottolineavano le sonorità western e in effetti è così. A non conoscere La ballade di Villon e il suo complicato rapporto con la canzone, in effetti viene molto più in mente Sergio Leone che la Francia del 1400. Potere della letteratura?

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  2. Come tutto quello che proviene dalle attività creative, anche le canzoni hanno il loro bell’influsso. Quindi probabilmente lo hanno avuto anche per me, anche se non saprei dire in che modo. Sicuramente ci sono testi e ritmi che mi attraggono di più di altri.

    Senz’altro alcune assonanze con il Medioevo, come nel caso degli Alan Parson Project con “The turn of a friendly card” (But the game never ends when your whole world depends / On the turn of a friendly card / No, the game never ends when your whole world depends / On the turn of a friendly card). E, tanto per restare in tema di carte e destino, anch’io Guccini con “La Canzone dei Dodici Mesi” (O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita mia. / Diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale, / la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare.). Ma, di lui, mi è piaciuta moltissimo anche “La canzone della bambina portoghese”. E alcune ballate di Branduardi.

    A livello linguistico ni piace molto Battiato, per i rimandi colti, gli echi orientali e il modo di giocare che ha con le parole basandosi sul loro suono.

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    1. Battiato per me è una scoperta recente, anche se a tratti lo trovo un po' troppo elitario. Guccini e De André, invece, ho iniziato ad ascoltarli proprio mentre iniziamo a scrivere e quindi hanno, da questo punto di vista, un valore speciale. Le mie canzoni preferite sono rispettivamente Cyrano e Quando verranno a chiederti del nostro amore.
      Poi, nell'ascolto quotidiano, risuona spesso il rock e ogni tanto fa capolino anche la lirica, che vorrei conoscere meglio.

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    2. Fabrizio De André è un autentico poeta, di lui piace quasi tutto, anche le canzoni più irriverenti. Invece Guccini spesso lo trovo pesantuccio, sia per il ritmo che per il messaggio politico. Però ammetto di non essere mai andata a fondo con i suoi testi come hai fatto tu.

      Alcuni anni fa mi sono innamorata dell'opera lirica, e ho cominciato a collezionare dvd e cd, sia con opere complete che con romanze. La mia preferita rimane "Turandot" anche perché per una volta finisce bene!

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    3. Bella la Turandot, anche se io rimango una verdiana, Un ballo in maschera mi piace un sacco.
      Guccini in realtà io lo trovo molto autoironico e più moderato di quanto si pensi (più di De André, dal punto di vista strettamente politico, ma preferirei non addentrarmi in questi meandri)

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    4. Anch'io sono una verdiana, Turandot rappresenta un'eccezione perché mi piace molto per l'atmosfera fiabesca. Le mie preferite sono comunque Rigoletto, Trovatore e Traviata. Bello anche Un ballo in maschera, e a me piace moltissimo anche Otello.

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    5. Il Rigoletto mi piacerebbe vederlo. Andare all'opera, però, per vari motivi, anche logistici, è un po' un'impresa. Quand'ero studentessa, d'estate ogni tanto andavo alla Scala, sul Loggione, ma con le varie chiamate si perdeva la giornata intera (però ricordo un bellissimo Le nozze di figaro)

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  3. Una canzone per me fonte di ispirazione è Luci a San Siro, di Roberto Vecchioni. Aiuta a sentire Milano, il freddo dentro il cuore, il rimpianto per la gioventù perduta, tutte cose che ritornano, nei miei testi...

    Per descrivere una relazione complicata faccio riferimento a Narcotic, dei Liquido (il personaggio è un musicista e la suona) ma cito poi gli offsprings (I want you bad) e altri, anche stranieri :)

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    1. Sì, la musica è fantastica nel riportarci a un'atmosfera e a un ricordo!

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  4. Credo sia Goccia a Goccia dei Litfiba, che descrive ciò che amo raccontare io :)

    Moz-

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    1. I Litfiba non li conosco molto, però immagino che valga per tutti, cercare una canzone che racconti quello che vorremmo raccontare noi e cercare di rubarle l'atmosfera

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  5. Mi è piaciuto ripensare a Guccini. E' sempre stato un poeta, oltre che mio concittadino; per andare al mio liceo passavo davanti a casa sua. Più che canzoni italiane, però, ho sempre avuto canzoni in inglese a ronzarmi per la testa; ma solo raramente riesco a riviverle con una certa intensità, perché mi sento molto diversa. Le volte che ci riesco, però, sono esplosive... mi sentono da lontano, diciamo. ;)

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    1. In questo momento sto ascoltando alla radio uno speciale dei Led Zeppeling. Io però sono molto, come possiamo dire, "verbale". Le canzoni in inglese mi piacciono per il ritmo, l'atmosfera, per il significato generale. Su quelle italiane, però, posso soffermarmi un po' di più sul testo, che è poi la cosa che mi ritorna in fase di scrittura.

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  6. Quando ho iniziato a scrivere "seriamente", e cioè con l'intenzione di farmi leggere da qualcuno che non fossero i miei parenti, c'era un giochino che facevo: prendevo una canzone e immaginavo lo sviluppo di un'altra storia. Guarda caso ho sempre usato Guccini e De André per questi esperimenti. Così sono nati racconti brevi, 2000/3000 battute al massimo, sull'assassino de "Il pescatore" (la vicenda che l'aveva portato a incontrare il pescatore all'ombra dell'ultimo sole), oppure storia del macchinista ferroviere anarchico de "La locomotiva" che, ormai anziano, si trasferiva in via Paolo Fabbri ed era "Il pensionato" cantato da Guccini.
    Insomma, le canzoni, come qualsiasi altra forma d'arte (giuro che si può fare lo stesso gioco anche con un dipinto...) sono autentici pozzi d'ispirazione. In fin dei conti poco ormai si può inventare. Al massimo si riprende una cosa e la si stravolge, la si rielabora.

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    1. Bellissimo come esercizio! E la storia del macchinista che diventa il pensionato mi piacerebbe leggerla.
      PS: provato con gli apocrifi? Vuoi che ti mandi qualche considerazione in merito?

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  7. Oltre a tutto il resto, vogliamo dire qualcosa sulla voce di De André?

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  8. C'è da dire qualcosa, oltre al fatto che si potrebbe passare tutta la vita ad ascoltarla?

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  9. Sarebbe interessante la "descrizione" della voce fatta da uno scrittore...

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