martedì 6 gennaio 2015

Letture e visioni di Natale

Letture – Parole di Luce
B. Sanderson


Cosa cerco da un buon fantasy? Un'ambientazione che tenga desto il mio senso del meraviglioso, dei personaggi a cui affezionarmi, due o tre colpi di scena in grado di stupirmi e che il tutto non sappia di già visto.
Per quanto la ricetta sia semplice, non è così facile soddisfarmi. Ci riesce appieno Sanderson con questo secondo, monumentale volume delle cronache della Folgoluce.

In un mondo spazzato da continue tempeste, che ne determinano flora, fauna e società, inquietanti segnali parlano di un'imminente catastrofe.
Questa è la più grande differenza, credo, tra questo volume e tanti altri volumi intermedi di saghe pachidermiche. La minaccia qui non è vaga e lontana. La storia è scandita da un serrato conto alla rovescia che i personaggi trovano inciso negli appartamenti del principe Dalinar al termine di ogni tempeste. I giorni che mancano alla catastrofe sono pochi, anzi, pochissimi e questo costringe tutti a fare i conti con i propri obiettivi  e le proprie possibilità.
Per essere un volume tanto mastodontico, caratterizzato, secondo la moda del momento in campo fantasy dal moltiplicarsi dei punti di vista, Parole di luce è straordinariamente coeso. Se nel primo volume La via dei re ad ogni capitolo o quasi il lettore si trovava proiettato in uno scenario diverso, in questo tutte le trame convergono verso le Pianure Infrante e l'altoprincipe Dalinar. Kaladin, ormai ex schiavo, ne è diventato la guardia del corpo. La giovane nobile Shallan è promessa sposa al figlio dell'altoprincipe. Il misterioso assassino in bianco, invece, lo vuole uccidere e il campione dei nemici non può che cercare in Dalinar un interlocutore o un avversario designato.
Non ci sono momenti morti, quindi, in questa rocambolesca corsa contro il tempo, tra indizi poco chiari,  repentini cambi di prospettiva e misteriosi osservatori esterni che commentano gli eventi.
Se nel primo volume era stata criticata l'eccessiva perfezione di alcun personaggi e in particolare di Kaladin, che a neppure vent'anni sembrava un eroe impeccabile, in questo secondo volume emergono chiaroscuri e zone d'ombra. Tutti i personaggi più giovani, Kaladin, Shallan, Andolin sembrano finalmente dei ragazzi della loro età. Sbagliano, si arrabbiano, pretendono di saperla più lunga degli spiriti stessi, proprio come è giusto che sia.
Altra cosa che ho apprezzato è stato il finale. Se è vero che le domande aperte sono moltissime, per una volta, nonostante questo sia il volume due di non si sa quanti, il finale è un finale. Le trame aperte nel corso del volume trovano una loro conclusione e alla fine si ha l'impressione che ogni personaggio sia proprio dov'è giusto che sia. Come era stato detto all'inizio, uno di loro può salvare il mondo, uno di loro lo può distruggere e sono aperte le scommesse per capire chi farà una cosa e chi l'altra.

NOTA: ho letto il libro in digitale ed è stata una sofferenza. La trama si dipana non solo con la narrazione, ma anche attraverso i disegni di Shallan e i frontespizi dei capitoli. Questi ultimi mancano del tutto nell'edizione digitale e, alla luce dell'evoluzione della trama, sono tutt'altro che una decorazione accessoria. I disegni risultano invece sacrificati, con le scritte spesso incomprensibili. Nonostante il prezzo, questo è un libro che va letto in cartaceo

Visioni - American Sniper


Clint Eastwood mette subito in chiaro, sempre, quale sia il cuore dei suoi film. Questo è un film sul peso delle scelte.
Quello che vediamo è l'effetto che le scelte del cecchino Chris scavano nelle sua anima e di una scelta che non è sua.
Chris non sceglie il proprio ruolo, quello del cane da pastore, che protegge i suoi, gli viene inculcato dal padre, con una durezza che spezza invece il fratello minore, ma è sua, ogni volta, la scelta se premere o no il grilletto.
Nella guerra moderna i nemici a volte sono mostri da odiare, come il macellaio,  a volte sono bambini a cui è stata messa in mano una granata, donne dal volto spaventosamente giovane, civili che si sono trovati dalla parte sbagliata, altri cecchini infallibili, identici a Chris.
A ogni pallottola è l'anima di Chris che viene ferita, nonostante il suo aggrapparsi sincero a valori a cui davvero crede, scava un solco di insormontabile solitudine, nonostante combatta in una guerra in cui è possibile parlare al telefono con la moglie mentre si inquadra nell'obiettivo il bersaglio da abbattere.
Sull'asciuttezza precisione di Eastwood, che riesce a mettere in scena anime dolenti dove a qualsiasi altro verrebbe fuori solo un pippone retorico, non è il caso di spendere ulteriori parole.
Alla fine anche la sua è una scelta, quella di aderire agli ideali del protagonista, pur sapendo che forse hanno davvero ragione gli altri e questa guerra (in un territorio che non a caso viene definito il nuovo west, con tutte le implicazioni che il regista de Gli Spietati può mettere in questa semplice battuta) non è null'altro che un'inutile crociata. E le prime vittime sono proprio i soldati che vi prendono parte.



Da qui a fine mese devo dare tutti gli esami del mio Corso Abilitante a un ritmo di 2/3 alla settimana. Questo potrebbe rendermi assai poco comunicativa. Spero di riuscire ad aggiornare il blog, ma potrei non commentare qui o altrove.

7 commenti:

  1. Il romanzo non è affatto per me, non amo il fantasy. Però sono d'accordo sulla questione digitale vs cartaceo, io non leggo in digitale manco sotto tortura.
    Il film lo vedrò tra qualche giorno, per ora ho bissato con Salvatores. Spero Clint non mi deluda, ma dopotutto non l'ha mai fatto^^

    Moz-

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    1. No, Clint non delude. Sanderson, invece, potrebbe farti cambiare idea sul fantasy.
      Per il digitale, in generale io non mi trovo male. Poco peso, retroilluminazione che non affatica gli occhi. Ci sono libri, però, che proprio non si prestano, come questo.

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  2. Ho letto soltanto le prime righe del tuo post, Antonella, perché sto aspettando che mio figlio lasci il libro per metterci i denti. Lui lo sta divorando e frigge dalla voglia di condividere qualche brandello di storia, io lo zittisco. Non me lo lascio spoilerare, non questo.

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    1. Credo che la recensione sia spoiler free, faccio solo un riassunto della situazione iniziale. Poi quando lo hai finito, se hai voglia, possiamo condividere alcune teorie su come evolverà la storia e sulle cose che "suonano strane"...

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  3. Ho visto American Sniper e devo dire che non m'è piaciuto per niente il finale. Troppo frettoloso e poi davvero non sopporto i filmati di repertorio nei film.
    Non ero comunque sempre dalla parte di Chris: avrebbe potuto colpire il bambino a una gamba, non era necessario ucciderlo. Il bambino è una vittima, non un nemico. Non sa cosa sta facendo.
    Non dimentichiamoci poi che quella gente sta a casa sua e gli americani non possono passare per i buoni che non sono.

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    1. Il tema del film è la scelta e il peso che si porta dopo. Chris sceglie di colpire il bambino, se avesse scelto di non farlo ci sarebbero state comunque delle conseguenze (diverse, forse migliori, il film non lo dice) con cui fare i conti. Io personalmente non condivido i valori del protagonista, penso, come viene detto attraverso la lettura di una lettera di un caduto che questa guerra sia un'inutile crociata. Questo non mi impedisce di apprezzare un film che sviluppa con coerenza una tematica precisa e sceglie di guardare una storia da un'angolazione, quella di Chris, che certo non è la mia. Alla fine, come ho detto, mi sembra che anche dal film si evinca che le prime vittime della guerra sono i soldati stessi.
      Sulle immagini di repertorio sui titoli di coda non ho un'opinione. Il film in sé finisce con la porta che si chiude, mettere delle immagini di repertorio sui titoli di coda quando una storia viene tratta da eventi reali è più una consuetudine che altro, non trovo aggiunga o tolga niente.

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  4. Ho finalmente letto Parole di Luce, così ho potuto leggere il tuo post. Sono assolutamente d'accordo con ciò che hai detto. Ho amato molto La Via dei Re, senza trovarci difetti. Kaladin era già un eroe, ma nel suo resistere ai suoi poteri mi è sembrato frustrante, più che perfetto. Non so come faccia Sanderson a tenerti con il naso sulla pagina per 1300 pagine senza annoiarti, ma ci riesce alla grande! (Se vuoi, trovi il mio parere anche sulla pagina "Le mie letture" del mio blog.)

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