L'amore si vede dalle piccole cose.
Tutti, penso, sogniamo di essere amati e apprezzati proprio per le nostre caratteristiche più peculiari ed essere considerati interessanti e speciali in virtù delle nostre stranezze.
Mio marito questo l'ha capito benissimo, quando, come primo regalo mi ha fatto trovare un cazzuolino da archeologo. Per l'anniversario di matrimonio, quest'anno mi ha portato a vedere i megaliti di Aosta, in una breve fuga a due quanto mai gradita.
Non è che sia un'estate all'insegna del relax, questa, con l'ansia che sale ogni volte che inizia un telegiornale, con il concorso docenti e tante altre follie scolastiche che si allungano sotto l'afa e hanno tutta l'intenzione di voler venire con me anche in vacanza.
Quindi Aosta e i megaliti!
Ah, i megaliti!
I megaliti, sono, letteralmente, grosse pietre.
C'è stato un periodo, indicativamente tra il neolitico e l'età del ferro, in cui i nostri antenati andavano matti per le grosse pietre. Le allineavano, le univano, ne facevano circoli per onorare i morti e gli dei. Si sa pochissimo di quegli uomini e dei loro riti, ma il fascino dei megaliti lo conosce chiunque sia stato, o abbia solo visto in foto, i siti della Bretagna, di Stonehenge o del nord del Regno Unito
Megaliti alle Orcadi – Fascino |
Quello che di solito si ignora è che i nostri megaliti li abbiamo anche qua, spesso dietro casa. Un po' ovunque anche in Italia ci sono resti megalitici. Solo che nel migliore dei casi non sono valorizzati. Nel peggiore sono stati più o meno coscientemente distrutti. Intorno a dove abito ci sono pietre incise un po' ovunque nei boschi, ignorate dai più. Ci sono i resti di costruzioni piuttosto imponenti. La più impressionate è tutt'ora usata come recinzione degli orti in un paesino qui vicino (fino a che è usata in questo modo almeno non si rovina). Presumibilmente è quello che rimane di una fortificazione decisamente imponente di un'epoca non precisata né precisabile in assenza di scavi.
Quindi Aosta.
Nulla di speciale che ad Aosta, dunque, ci siano dei magaliti, che non sono neanche particolarmente grandi. La cosa che rende meravigliosa la visita al nuovo museo di Saint-Martin-de-Corléans è che il sito megalitico è stato studiato meravigliosamente e musealizzato in modo sensato, comprensibile e affascinante.
Quindi, in breve, appena fuori Aosta c'era un sito sacro già nel neolitico. La cosa più impressionante ritrovata (è impressionante sopratutto il fatto che sia stata ritrovata) sono i resti di un'antichissima aratura, probabilmente sacrale. Cioè si vedono i segni lasciati nel terreno da un aratro migliaia di anni fa! Lì intorno, poi, furono tirate su delle steli finemente incise di eroi o di dee e scavate delle fosse riempite di offerte.
Dea, eroina o sacerdotessa |
Altri pali, presumibilmente sacri, sono stati piantati nel terreno sopra a delle offerte.
Poi, qualcosa è cambiato. Le steli sono state decapitate, abbattute alle base e buttate giù con la faccia decorata contro il terreno. Il luogo, però, non ha perso la sua sacralità ed è stato usato come cimitero, cimitero presumibilmente speciale, con tombe a camera contenenti i membri insigni di un intero clan.
L'attenzione con cui questo sito è stato scavato e poi musealizzato apre una finestra su un mondo da cui siamo separati da migliaia di anni e da intere civiltà. Prima dei Romani, prima, probabilmente, anche dei Celti, abitavano ad Aosta persone basse e robuste, pacifiche (pochissimi armi nelle sepolture, nessun segno sulle ossa che faccia pensare a ferite di guerra), abituate a camminare in montagna. Offrivano agli dei i semi di quanto coltivavano e i crani dei loro animali migliori.
Erano in grado di trapanare il cranio e far sopravvivere chi si sottoponeva al trattamento (i resti sono davvero impressionanti), anche se non sappiamo se fosse un pratica medica o sciamanica.
Non sappiamo quale lingua parlassero, non sappiamo se l'abbattimento delle steli sia stato un cambiamento pacifico o se sia il segno di una conquista da parte di altre genti o di un altro clan. Eppure l'abilità degli archeologi, che hanno recuperato tracce minutissime, come frammenti di contenitori in corteccia di betulla, permette di sentirli vicini.
I museo, inaugurato da pochissimo, ha il raro dono della chiarezza. Si sviluppa intorno al sito, che è stato inglobato nella costruzione (io di solito preferisco i megaliti mantenuti all'aperto, ma immagino che la fragilità dei resti di aratura giustifichi pienamente la scelta). Ci si gira intorno e lo si guarda dall'alto, mentre le luci simulano il passaggio dal giorno alla notte. Tutto intorno i pannelli permettono di osservare, comprendere e spesso toccare le riproduzioni dei resti trovati. Finalmente un museo che non si limita a esporre, ma permette di capire il significato di un frammento trovato e racconta ciò che si può dedurre da quell'oggetto. Vari gradi di approfondimento permettono a tutti di trovare il percorso più congeniale, dal bambino all'archeologo.
Permette un raro incontro non tanto con i megaliti in sé (anche se le steli decorate sono magnifiche e ben valorizzate), quanto alla gente che li ha eretti.
Perché no, non sono stati gli alieni o i depositari di chissà quale sapienza scomparsa. Sono state persone basse e pacifiche, che soffrivano di ascessi ai denti e di artrosi in età avanzata.
Per saperne di più:
Area megalitica di Saint-Martin de Corléans
Corso Saint-Martin de Corléans
11100 AOSTA (AO)
- Telefono:(+39) 0165552420
- Fax:(+39) 0165552556
- E-mail:
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RispondiEliminaCredo di avere ancora in casa un libro, "Le pietre e il cielo", molto dettagliato sull'argomento e mi sembra ci fossero dentro anche i megaliti valdostani. Forse qualche ricerca archeologica nei recessi della mia abitazione un giorno lo disseppellirà. Forse.
RispondiEliminaI megaliti delle Orcadi sono conosciuti (se non ricordo male) come l'anello di Brodgar e sono (se non sbaglio) 27. La leggenda narra che fossero dei giganti che passassero la notte a danzare e a bere, ma l'alba li sorprese e furono pietrificati.
RispondiEliminaI megaliti delle Orcadi sono tanti, l'anello di Brodgar è solo uno dei monumenti, nel tardo neolitico erano meta di pellegrinaggi da tutta Europa (anche dal nord Africa). Se piacciono i megaliti, un viaggio alle Orcadi è d'obbligo.
EliminaBello questo post, e molto interessante questo popolo per certi versi sorprendente nella sua indole pacifica. Molto utili anche le indicazioni per organizzare una visita.
RispondiEliminaGrazie!
Vale assolutamente la pena, te lo assicuro (e poi ad Aosta si mangia bene e ci sono altre cose da vedere, come l'uomo meccanico di Manzetti)
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