Il bello di avere un blog è il frequentare altri blog. Così può capitare che è un pomeriggio d'estate e sei a casa ad aspettare che arrivi il tecnico per la lavastoviglie (che attendi più o meno come un messia, perché odi, profondamente, lavare i piatti). La mattina hai studiato perché devi fare l'orale del concorsone, altro che vacanze, e hai letto Svevo e Joyce (preferendo di gran lunga Svevo a Joyce, tra l'altro). È pomeriggio, quindi, e stai scrivendo. Ma hai il cervello a ricarica breve e ogni venti minuti massimo impone una pausa. Quindi vai su uno dei blog che segui, quello di Hel, e ci trovi questo post.
C'è uno spunto, o una sfida.
Bisognerebbe scrivere un romanzo d’amore intricatissimo, partendo da un’idea semplicissima: gli amanti vivono, tutto il resto è vita di coppia.
Io un romanzo d'amore non so scrivere. Però ci posso fare un mini racconto. Con i piatti da lavare, l'insoddisfazione, l'estate e un'idea da una puntata di telefilm della sera prima.
SOLO GLI AMANTI VIVONO
Gli amanti vivono. Tutto il resto è vita di coppia. I coniugi si lasciano vivere. È questo che volevi dire? Che noi non viviamo davvero, perché la banale accettazione dello status quo ci uccide? Perché finiamo per fare quello che tutti si aspettano che facciamo e dimentichiamo di fare ciò che vorremmo fare?
Ecco, Ernesto, neppure mi ascolti…
Un amante costringe al segreto e al sotterfugio e quindi a uscire dall’ordinario e tutto quello che è fuori dall’ordinario fa sentire vivi. Ci costringere a compiere delle scelte e ad assumere dei rischi. Gli amanti non si amano l’un l’altro, amano il fatto di essere amanti. Se non fossimo sposati, Ernesto, ti gireresti, mi guarderesti, mi presteresti attenzione. E ti sentiresti vivo al pensiero che sei qui, sotto la veranda con la tua amante e devi fare in modo si non essere scoperto. Dovresti darmi un motivo, continuamente, per farmi restare qua. Sarei una scelta e non un’abitudine.
Ernesto…
Dimmi qualcosa, alzati da quel dondolo, è così frustrante parlarti mentre mi dai le spalle…
Se io fossi la tua amante non importerebbe la mia età o la mia bellezza. Ameresti te stesso e l’essere qui di nascosto, non me. E forse anch’io riuscirei ad amare quest’orrenda baita dei tuoi dove ogni estate finiamo per venire. E il fatto che rimani la sera sotto la veranda, seduto sulla sedia a dondolo a guardare le vette, mentre io lavo i piatti. Forse, se fossimo amanti e avessi scelto di venire qui, mi sentirei viva e amerei anche lavare i piatti. Non vorrei essere altrove, magari qualcun altro, fantasticando e, pertanto, dimenticandomi di vivere. Forse non è neppure colpa nostra. Solo gli amanti vivono. E possono essere felici.
Ernesto…
Però adesso alzati, inizia a fare freddo…
Ernesto…
Ernesto…
Ernesto, cielo! Respira! Resiti! Dove caz... ho messo il cellulare… Chiamo il 118!
Non mi lasciare Ernesto!
Non posso vivere senza di te!
Un romanzo del genere esiste: si intitola "Le zèbre" ed è di uno scrittore francese, ebbe un certo successo a fine anni '80 ma poi è caduto nel dimenticatoio (anche se una casa editrice minore lo ha tradotto e pubblicato anche in Italia). Il protagonista è un tipo bizzarro che fa di tutto per trasformare il rapporto ormai "stanco" con sua moglie in qualcosa di più vivo, simile a un rapporto fra amanti.
RispondiEliminaAmmetto, mai sentito nominare... E ammetto anche che non è il tema che mi affascina di più...
EliminaPerò ti ringrazio molto per la segnalazione
Elimina:)
Bello davvero. Sandra
RispondiElimina:)
EliminaQuella che hai colto non era una sfida facile, ma anch'io l'avrei preferita al lavare i piatti...
RispondiEliminaTutto pur di non lavare i piatti!
EliminaFantastico, soprattutto il finale, gli amanti vivono, ma i mariti muoiono è solo allora capiamo di amarli.
RispondiEliminaBe', dai, non vale per tutti i mariti, spero. Il mio so di amarlo e lo preferisco vivo.
EliminaDevo imparare a mettere la virgola invece della congiunzione "e" che il correttore mi trasforma constantemente in verbo.
RispondiElimina:)
EliminaL'amante rappresenta il fascino del proibito e con lui/lei tutto diventa straordinario, pure lavare i piatti. La vera sfida è il matrimonio. Bella iniziativa e altrettanto bello il racconto.
RispondiElimina:)
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaBuffa la coincidenza tematica con l'estratto di Proust che ho pubblicato nel mio ultimo post nella stessa data di questo tuo. E' forse il caldo vento dell'estate l'ispiratore? ^_^
RispondiEliminaNo, è il vento del concorso a cattedra che mi costringe a studiare, almeno nel mio caso...
EliminaO cavolo!!! Questi mariti abituati a non rispondere! Va a finire che tirano le cuoia davvero ;)))
RispondiEliminaTenar ho trovato, letto e gradito nei gialli mondadori il tuo racconto "Aveva ragione Corto Maltese".