lunedì 4 dicembre 2017

Lo strano caso di Star Trek Discovery – visioni


La premessa necessaria a questo post è che sono stata cresciuta da mio padre a pane e Star Trek serie classica. Nelle estati della mia infanzia mio padre chiedeva una deroga alle draconiane restrizioni di mia madre sull'utilizzo della televisione per farmi vedere le avventure del capitano Kirk. Le serie successive le ho guardate a pezzi e bocconi, mentre ho visto più volte ciascuno dei film con il cast originale. Immagino che questo non basti a definirmi una trekker dura e pura, ma nell'eterna diatriba Star Wars vs Star Trek non ho dubbi su quale sia la mia squadra.

Mi trovo quindi immersa nello strano caso della serie Star Trek Discovery, serie Netflix di cui è disponibile la prima metà stagione. Strano caso perché in nove episodi la serie inanella una serie di caratteristiche che sembrano messe lì apposta per farla odiare, eppure, in realtà, ad ogni episodio coinvolge un pochino di più.
Sentendo gli amici appassionati e spulciando un po' in rete sembra che sia un'impressione condivisa. Si parte con un "ma che ca*** galattica!", si passa a un "però, diamogli una possibilità" a "vediamo dove vogliono andare a parare" fino a "quando escono i nuovi episodi?"

Ricapitoliamo tutto ciò che la farebbe cestinare immediatamente:

– La premessa su cui si basa il tutto è terrificante. L'universo intero avrebbe una sorta di micosi, o, meglio, una rete di micelio lo attraverserebbe. La nave spaziale Discovery ha un motore che funziona a spore (!) che le permette di teletrasportarsi ovunque voglia. 
NOTA: la serie è ambientata prima di quella classica, ma in seguito non abbiamo traccia di questa teoria né di una tale tecnologia

– Tutti i personaggi si distinguono per antipatia. Dopo un paio di episodi se ne ha la certezza, è una cosa studiata e voluta. Abbiamo la protagonista che a livello caratteriale unisce il peggio di umani e vulcaniani, il capitano "il fine giustifica il mezzo e i morti", lo scienziato per cui tutto va in secondo piano rispetto alla scienza, l'alieno con risentimento (per carità, giustificato) e la saputella imbranata. Dopo qualche altro episodio si inizia a notare che sono antipatici ma non monodimensionali. Il capitano Lorca, ad esempio, ha diverse sfumature di bastardaggine (solo io ho il sospetto che sapesse che la missione in cui era impegnata la sua ex era una trappola e che la cosa gli andasse assai bene?). Al momento l'unico metodo comprovato per migliorare il carattere è l'esperimento genetico clandestino .

– I klingon, specie aliena storica nell'universo di Star Trek, sembrano avere una grave malattia alla pelle. I klingon hanno in effetti più volte cambiato aspetto, ma così rettilei e glabri non erano mai stati. La cosa è troppo dissonante con le regole del gioco per non avere una spiegazione, ma è quanto meno disturbante.

– I primi episodi sembrano prendere a pugni lo spirito stesso di Star Trek, una serie che è sempre stata fondamentalmente ottimista, più speculativa che d'azione. Qui si parte con una cupa storia di guerra che lascia ben poco spazio alla speranza e dove viene ribadito che alcuni pregiudizi possono anche essere scomparsi, ma ci sarà sempre qualcuno considerato diverso e per tanto emarginato da un gruppo dominante.

L'impatto iniziale, quindi, è stato di guardare qualcosa di terribilmente fuori fuoco. Eppure, molte volte, guardando film, telefilm o leggendo libri ho avuto l'impressione di avere di fronte qualcosa che voleva a tutti costi funzionare, ma con evidenti errori di progettazione. Qui c'era qualcosa che evidentemente non voleva funzionare. E poi via, puntata dopo puntata, ecco tanti minuti aggiustamenti, spostamenti minimali di prospettiva che fanno sospettare che tutto sia voluto. Una sorta di grande scommessa con gli spettatori, dare loro quasi il contrario di quanto si aspettano per poi condurli lentamente nella storia.
Pian piano tanti tasselli tornano a posto. L'integrazione, è evidente, un tema della saga. Non ci viene presentato un futuro in cui è già in atto, ma uno in cui ciascun personaggio, per motivi che vanno dal risibile (russo e nessuno mi vuole come compagno di camera) al molto serio (ho causato accidentalmente una guerra) è un emarginato. I motivi "classici" per cui si viene emarginati oggi sono superati, ma non l'emarginazione in sé e tuttavia si lotta per superarla.
I personaggi sono antipatici, molto antipatici, volutamente antipatici, ma sono in evoluzione. Più che in altre serie. Per certi versi questi loro tratti di cinismo, disillusione, paura diventano le cose per cui li si percepisce vicini. Certo, dopo nove puntate non posso dire ancora di essermi affezionata a loro, ma inizio a trovarli interessanti.
Certo l'idea dell'universo percorso dal fungo gigante e quella del motore a spore continua a sembrarmi un'idiozia bella e buona e qualsiasi soluzione troveranno per giustificare la sua assenza nei tasselli narrativi successivi dubito che mi piacerà. Ma il tutto è, appunto, interessante, con la sensazione che qualcuno stia giocando volutamente con le aspettative del pubblico. È di più di quanto si possa dire per molti prodotti televisivi.

PICCOLA POSTILLA ULTRA NERD
I veri nerd ricorderanno che negli anni '90 girava un documento chiamato "Hai due mucche in..." in cui vi era tutta una casistica di avvenimenti che poteva capitare a qualcuno che avesse due mucche nei vari universi narrativi e ludici. Ricordo perfettamente quello che accadeva in Star Trek ... Hai due mucche, la Federazione le considera individui. Non puoi mungerle senza il loro consenso, non puoi macellarle se non ti attaccano per prime.
Ora, mi ha fatto sorridere e anche iniziare a rappacificarmi con la serie un episodio che sembra preso da questo vecchio ritrovato nerd. Hai un acaro gigante che ti serve per far funzionare la nave, ma il medico di bordo lo considera un individuo... Da qui una delle più importanti svolte di trama della serie...

Star Trek a parte, vi siete imbattuti in una storia che, pur partendo da pessime premesse ha saputo farvi ricredere? In che modo?

5 commenti:

  1. Io sono appassionatissima di una serie tv che guardo solo io, al punto che
    A la registrazione della seconda serie è stata interrotta
    B in Italia sono arrivati solo i dvd in inglese
    Si chiama FOREVER e grazie a Dio, pur essendomi persa un botto di puntate che non so come recuperare, ora lo stanno rifacendo la domenica sera e io la adoro di brutto. Si chiama FOREVER e la premessa fa abbastanza acqua: Henry Morgan è immortale, ma fermo all'età di 40/45 anni, per cui si trova nella ridicola situazione di avere il figlio (adottato tra l'altro per incasinare un po' le cose con la ricerca dei veri genitori ebrei morti in un campo di sterminio) più vecchio di lui. E' medico legale e in ogni puntata c'è un caso che lui, immischiandosi con la polizia, risolve alla grande. Ci sono spesso situazioni storiche pasticciate e imbarazzanti, a volte la faccenda temporale davvero non torna, però io non lo so, lo aspetto con una voglia paragonabile a poche altre serie tv. Naturalmente sono innamorata di lui, mentre Emanuele mette in ridicolo, a ragione, tutta la faccenda.

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  2. Ecco, ho pure scritto si chiama Forever 2 volte da tanto mi sono infervorata.
    Sandra

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    1. Bah, a volte delle cose ci piacciono nonostante dei limiti oggettivi ed è giusto così, ci sono certi romanzi a cui sono affezionata che guardati in modo oggettivo sono terrificanti.
      Nel caso di questa serie, invece, quelli che a priva vista sembrano difetti potrebbero rivelarsi addirittura punti di forza, il che è abbastanza insolito.

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  3. Io ho visto la serie classica, The Next Generation tutte e sette le stagioni e tutti i film. Posso dirmi un fan di Star Trek, ma mi piace anche Star Wars. Non ho mai capito quelli che devono scegliere fra l'una e l'altra. Se son belle tutte e due?
    Discovery l'ho atteso non curiosità. Al contrario di coloro che si definiscono puristi e tutto ciò che va fuori tema è uno scandalo, io credo che differenziare sia sempre la soluzione migliore. Ogni serie deve possedere la sua personalità. E Discovery a mio giudizio la possiede.
    Rispetto alle altre serie c'è più ritmo, le vecchie non possono più competere per acquisire i giovani d'oggi. Ma soprattutto io ci trovo più phatos. I personaggi sono maggiormente scanditi dalle passioni, cosa che li porta a eccedere, a sbagliare, ma che comunque proietta un'ottima tridimensionalità su di loro. E francamente non li ho trovati antipatici. Forse, e questa è una scelta narrativa abbastanza moderna, non li ho trovati forzatamente simpatici come spesso accade. Bravi e coraggiosi gli autori a dire: questi sono i personaggi, non abbiamo di farteli piacere per forza.
    Sul motore a spore, anch'io ho i miei bei dubbi. Però credo che vada presa con più leggerezza (e mi riferisco ai trekker della rete che stanno inorridendo di fronte a tale blasfemia scientifica), in fondo anche se poi non quadrasse con la linea temporale futura, poco importa.

    Invece da poco ho scoperto Stranger Things, e in meno di due settimane ho visto la prima e la seconda stagione. Colpa di Netflix che mette tutti gli episodi pronti lì e quando la serie ha i cliffanger giusti, è difficile resistere alla tentazione del vedere il prossimo episodio.
    Stranger Things uno l'ho trovato fantastico a livello di struttura narrativa. Come spesso accade con alcune serie tv, gli scrittori devono prendere appunti.
    Ma soprattutto, oltre che per la storia, Stranger Things l'ho trovata una calamita per me quarantenne. Genialata degli autori ambientarla negli anni '80. Istantaneamente, anche se in un contesto americano, si viene proiettati negli anni dell'infanzia/giovinezza. Le novità tecnologiche e i gadget che ci facevano impazzire all'epoca, una vera catarsi emotiva. O il richiamo ai film di quel tempo, gli horror, i romanzi con le atmosfere del primo Stephen King, o gli omaggi alla filmografia di Spielberg.

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    1. Vedo che tu sei tra quelli convinti subito! Discovery ci ha messo ben 5 puntate su 9 a convincermi a non lasciar perdere e adesso sono qui che fremo per conoscere il seguito. Come te penso che questi personaggi non saranno simpatici ma sono interessanti e tutto sommato penso che risolveranno anche il problema delle spore.
      Stranger Things, invece, l'ho trovata fantastica sin dal primo episodio.

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