Strana giornata quella di ieri.
Iniziata con un duplice prelievo. Prima di sangue e poi finanziario quando ho visto a quanto ammontava il ticket. Non sono svenuta per la siringa, ma ho rischiato sul secondo.
Telefonata per capire il destino del thriller ambientato nella Roma antica. Ho capito che non l'abbiamo capito, ma che le speranze ancora non sono morte.
Vado a scuola, ho dimenticato il portafoglio, non trovo il registro, però ho il cellulare e sul cellulare c'è una mail: la situazione del mio apocrifo sherlockiano è stata definita, abbiamo una data d'uscita: ottobre 2014.
Ora, i libri sono peggio dei gatti e non puoi nominarli finché non sono nel sacco o in libreria, ma posso dire che sono felicissima.
Perché la casa editrice che se ne occupa non sta cavalcando l'onda del rinnovato successo del personaggio, ma se n'è occupata con costanza e competenza, direi con amore, sin dalla sua nascita. Perché è una casa editrice di romanzi di genere che per la mia generazione è ed è stata fondamentale. Pubblica anche la Le Guin!
E poi c'è la storia. Io adoro questa storia, per mille motivi.
Perché non è sono una storia di Sherlock Holmes. È un romanzo storico a tutto tondo che racconta di un personaggio reale che pochissimi conoscono e a cui invece dovrebbero essere intitolate vie e piazze. Questa storia mi è caduta in mano come un dono, in una sera d'inverno e ho pensato subito che era un mio dovere morale scriverci su e farla conoscere. Poco dopo ho saputo che Sherlock Holmes aveva bisogno di nuovi casi e allora è stato naturale per me chiedere a lui di indagare su questa storia triste e meravigliosa e che, forse, insieme, saremmo riusciti a raccontarla.
Perché adoro Sherlock Holmes. Lo adoro in molte forme, ma l'originale, bipolare più che sociopatico, geniale, sarcastico e ottocentesco è il migliore.
Perché adoro il dottor J.H Watson che non è affatto il tontolone cicciottello con i baffi che alcuni ancora immaginano.
Perché volevo scrivere la storia della nascita di un'amicizia che non avesse a che fare con bambini o adolescenti e questa era un'occasione imperdibile per farlo.
Perché scrivere di Sherlock Holmes mi fa stare bene. La stesura di questa storia mi ha fatto compagnia lungo mesi difficili e mi ha aiutato a superarli e quindi provo grande gratitudine nei confronti di questa storia e spero davvero che come ha fatto star bene me possa far star bene anche i lettori.
La strada per la libreria è ancora lunga, ma spero davvero che vada tutto per il meglio.
Devo scappare.
Vi lascio con la rassegna stampa relativa all'antologia Il carnevale dell'uomo cervo che contiene due miei racconti.
Un grazie davvero a tutti coloro che hanno dedicato attenzione all'antologia e ai miei racconti in particolare. C'è anche chi mi vedrebbe bene come autrice di romance, cosa che mi ha fatto piacere, ma anche un po' sorridere, vista la mia predisposizione ad ammazzare gente (sulla carta). Sono felice, però, che anche il mio lato più dolce sia stato apprezzato
Complimentissimi!!!
RispondiEliminaCongratulazioni!
RispondiEliminaTe lo sei meritato!
Vi ringrazio entrambi. La strada verso la libreria è ancora lunga. E in libreria ci saranno (spero) gli esperti sherlockiani, di cui al momento ho una gran paura.
RispondiEliminaDavvero una fantastica sorpresa sotto l'albero!!! Congratulazioni di cuore, stai correndo incontro a un successo dopo l'altro. Sandra
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