mercoledì 25 marzo 2015

Vedi alla voce "scrittore"


In questi giorni sono in regime di "funzionamento ridotto". Dopo dieci giorni di febbricciattola ho deciso che forse il mio organismo mi stava lanciando un messaggio, quindi da lunedì ho deciso che a un certo punto, esauriti gli impegni fondamentali della giornata, se il divano mi chiama, posso anche annuire e assecondarlo.
Stavo quindi guardando una vecchia puntata di Castle in cui lui porta la detective nella sua villa vista mare per un fine settimana romantico. Caspita, ho pensato, ecco perché tutti vogliono fare gli scrittori! Viene quasi voglia anche a me!
Complice anche questo post di Chiara, ho ripensato a tutti i luoghi comuni su chi scrive e a cosa ne penso.

Lo scrittore è uomo. Se è donna scrive rosa. Se è una vecchia signora sola e un po' acida può anche scrivere gialli.
Credo che sia la cosa che in assoluto mi dà più fastidio. Quest'idea maschile della scrittura, almeno di certa scrittura. Ci sono generi percepiti come prettamente maschili. Fantascienza? Da uomini! (Con buona pace non solo della mia amata Le Guin, ma anche di tutte le Zimmer-Bradley, le McMaster Bujold e compagnia). Fantasy? Da uomini! Che vuole saperne una donna di spade e di battaglie? (Con buona pace delle signore di cui sopra, delle Robin Hobb, della signora Harry Potter e anche della nostra Aislinn...) E così via.
Le donne, nell'immaginario collettivo, devono scrivere solo rosa, possibilmente vestite di rosa in case che sembrano gigantesche bomboniere. E comunque, nell'immaginario collettivo, per rosa si intende il più becero Harmony. Al massimo Liala. Comunque non letteratura. Qualcosa che a livello culturale viene giusto prima dell'uncinetto.
Sia ringraziata La signora in giallo (ancor più di generazioni e generazioni di gialliste) per aver istillato il dubbio che anche una donna possa scrivere dei gialli. Però deve essere vecchia, sola e acida. Perché mai una donna giovane e felice dovrebbe pensare alla gente ammazzata? Se lo fa un uomo, però, è tutto normale...

Lo scrittore è un animale notturno che si nutre di caffè, superalcolici e sigarette.
Sarà... Ammetto che quando frequentavo il master a Torino e quando frequentavo un collettivo di autori ero io la bestia rara. In particolare alle riunioni del collettivo io mi addormentavo quando gli altri, verso le 23.00 entravano in fase creativa.
Personalmente diurna, scrivo quando ho tempo, che spesso vuol dire alla sera, ma se è anche al mattino, non solo mi adatto, ma ringrazio. 
Io e il caffè avremmo tranquillamente continuato ad ignorarci, se non fosse stato per quello che è considerato l'antitesi della creatività: il lavoro d'ufficio. Nella mia breve (ma bellissima, perché non era proprio un ufficio convenzionale) esperienza di lavoro d'ufficio ho scoperto l'importanza sociale del caffè, che poi mi sono portata dietro come abitudine. Se fosse stato per la scrittura io e la tazzina non ci saremmo mai incontrate!
Sui superalcolici non saprei dire cosa li associa alla scrittura. Se si esce la sera non sono certo io a dire di no a un bicchiere di qualcosa. Non è, però, che poi mi venga voglia di scrivere...
Non fumo.

Lo scrittore è un uomo tormentato, in preda ai suoi demoni interiori.
Immagino che per praticare una qualsiasi forma d'arte ci voglia un minimo di sensibilità. Tra essere sensibili ed essere tormentati, però, c'è una bella differenza. Il fatto che si una percentuale di scrittori con problemi vari (traumi, dipendenze...) non rende vero il sillogismo "tutti gli scrittori sono tormentati". O peggio "senza traumi non si può scrivere". Per un King o un Hemingway ci sono centinaia di autori dalla biografia incolore.
E se il trauma proprio si rendesse necessario per diventare Grandi Autori, che sia agli atti che io preferisco allora limitarmi ad essere mediocre.
Quanto ai miei demoni, mi sembrano piuttosto domestici. Ce n'è uno che sonnecchia sul divano in forma di gatto. Tutto sta, suppongo, nel saperci convivere.

Per scrivere ci vuole ispirazione.
Certo, e la luna in opposizione a Mercurio e i raggi di sole obliqui sulla scrivania di mogano. E dieci anni per scrivere un romanzo.
In mancanza di un tempo indefinito, dell'ispirazione preferisco andare a caccia attivamente, piuttosto che aspettare che sia lei a venire da me. 

Ogni opera è sempre autobiografica.
Infatti io inciampo in cadaveri ogni giorno... E in draghi, fantasmi e vampiri, per giustificare la mia produzione fantastica.
E, prima o poi avrei dovuto svelarlo, in realtà sono Sherlock Holmes (e ho... Ehm... Più di 160 anni...)

Non si può scrivere senza... La moleskine/il dato programma di scrittura/la penna di marca/il gadget indispensabile.
A intervalli regolari, nella corsa come nella scrittura, incappo nel guru. Quello che ha la GRANDE VERITÀ e non vede l'ora di elargirmela.
Ricordo una conversazione surreale, in anni ormai lontani, con un tizio conosciuto prima di una corsa che mi diceva come certi scalda muscoli allora di moda fossero indispensabili per determinate prestazioni. E regimi alimentari più o meno folli. Dove pensavo di andare senza? E poi il suo sguardo mentre lo superavo in allegria. Con l'idea che per correre bastassero un buon paio di scarpe, un buon allenamento e un'alimentazione sana mi ero intanto qualificata per gli italiani.
Per la scrittura è più o meno la stessa cosa. Ognuno ha le sue fisime e i suoi rituali. Anch'io ho i miei e non mi sento certo di giudicare quelli altrui. Basta che non si provi a impormeli.
"Ma come fai a scrivere senza..." è l'incipit ideale per fare uscire il peggio del mio carattere.

Scrivendo si diventa ricchissimi.
In potenza, certo, si potrebbe diventare ricchissimi. Come si può diventare ricchissimi producendo, che so, un formaggio di capra particolarmente apprezzato. Aprendo un locale che diventa di culto. Incidendo un disco di successo. Insomma, come lo si può diventare con qualsiasi attività: con molta bravura e ancora più fortuna.
Quindi, cari aspiranti scrittori, fate un favore a voi stessi e al mondo: se sentite di avere più attitudine per il formaggio di capra, dedicatevi a quello e non a un romanzo. Le probabilità che vi renda ricchi sono più o meno le stesse.

Per pubblicare in Italia bisogna essere raccomandati.
Nella terra dei contrasti, possono benissimo convivere due stereotipi in antitesi. 
Per quanto strano possa sembrare, per pubblicare basta scrivere una buona opera, seguire alla lettera le indicazioni per l'invio (a un editore, a un concorso, a un agente) e avere un po' di fortuna. Il problema è che avere due di queste tre condizioni non è poi così semplice.

Lo scrittore ama i gatti.
Per pura statistica, ci sarà ben uno stereotipo scrittoreo nel quale mi riconosca? A quanto pare sì. Gatti e scrittura.
Tutto sommato poteva andarmi peggio...

Quali sono gli stereotipi della scrittura che meno sopportate?
O, al contrario, ce n'è qualcuno nel quale vi riconoscete?

35 commenti:

  1. In realtà non ne sopporto nessuno, ma "per pubblicare in Italia bisogna essere raccomandati" è terribile e, spesso, è una giustificazione che l'autore inedito da a se stesso per non essere riuscito a trovare una casa editrice. Tra l'altro c'è anche la versione per scrittori già pubblicati: "per pubblicare con un grosso editore devi essere raccomandato/pagare". Nessuno di chi afferma questo può saperlo con certezza, ma molti si sentono in diritto di affermarlo. Trovo che sia un comportamento che rispecchia un po' lo spirito dei nostri giorni: non è mai colpa nostra ed è sempre colpa di un cattivissimo soggetto terzo.

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    1. Sì, appunto. Scrivendo si diventa ricchissimi. Se non ci riesco è perché vanno avanti solo i raccomandati...

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  2. Molte scrittrici hanno dimostrato che non esiste solo il rosa per loro, vedi la Rowling, per esempio.
    Io sono un animale diurno, come dico sempre, bevo caffè ma solo nel latte la mattina, non ho mai fumato e non bevo superalcolici. Ma non togliermi una birra ogni tanto :)
    La mia fase creativa si spegne intorno alle 19. A quel punto chiudo e leggo.
    La mia biografia è moltop incolore. Ognuno ha i suoi demoni, chi piccoli chi grandi.
    Sull'autobiografia ho scritto un post che uscirà fra qualche giorno.
    Quella della raccomandazione è storia vecchia. Per essere pubblicati bisogna aver scritto un buon libro.
    Sui gatti hanno ragione anche con me :D

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    1. A qualche stereotipo bisogna pur aderire, non fosse altro che per statistica! meglio i gatti che l'alcolismo! Anche se preferirei essere ricchissima, ovviamente.

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    2. Accidenti Daniele, proprio un pessimo curriculum come scrittore. Lavora molto sulle birre e sui gatti, a questo punto :)

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  3. Beh, mi pare che sia un'autrice e non un autore chi ha scritto Harry Potter! Quello del romanzo rosa affidato alle donne è un pregiudizio smentito anche dalla narrativa generica: ho letto storie bellissime scritte da donne che con il rosa avevano ben poco a che vedere (da Anna Maria Ortese a Ruta Sepetys, passando da Silvia Ballestra).
    I tuoi stereotipi sono tutti condivisibili, ma uno mi piace in particolar modo: scrivendo si diventa ricchissimi (seeeee!).
    Niente gatti nella mia vita, solo due "animaletti" che si aggirano pericolosamente per casa: i miei figli. Ma non so se esiste uno stereotipo che coniughi scrittura e famiglia! :)

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    1. Mi sa di no. Lo scrittore è uomo e sciupafemmine...

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  4. Ottimo post. Sul rosa ormai non spreco più energie, a quanto pare basta mettere insieme due sospiri e un bacio e trac il romanzetto (perché manco si eleva a romanzo) è servito che ci vorrà mai? I prossimi che criticano la scrittura rosa che provassero a pubblicare un romanzo rosa con un buon editore e poi ne riparliamo. Certo con questa svilente etichetta ai miei lavori molti lettori manco si avvicinano: me ne sto facendo una ragione. Basterebbe sostituire la parola rosa con commedia, il salto di qualità è immediato. No, mi spiace non amo i gatti, a meno che siano molto piccoli e in situazioni randagie per cui sto lì a rimirarli per ore. Sì al caffè, mi ci riconosco, ma alle 23 stacco tutto, 23.30 in casi estremi in cui sono proprio in un momento molto cruciale della scrittura/revisione. Naturalmente ai big non si arriva se non si è raccomandati, e ai non big ci si arriva pagando. Tutto ciò che sta nel mezzo non esiste. I diritti d'autore in fondo perché pretenderli? Dai, lo sai anche tu come vanno le cose... ti sei divertita a scrivere, basta così. E in ultima analisi: ma scrivi per te. Ohhhhmmmmm Bacio Sandra

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    1. Giusto, giusto... "scrivi per te!"
      Come no! Questa è bellissima.

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  5. Già, serve un sacco di pazienza!
    E sì, sul rosa è proprio irritante, considerato che si mette in calderone tutto quanto e si dà alla definizione un tono spregiativo. Rosa, in sé, non suona neanche male. Ma già sento chi dice "io faccio letteratura, non gialli", immagino il tono con cui pronunciano "Rosa".

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    1. Ok non facciamo letteratura :D ma non è che il termina narrativa faccia pietà, no non è letteratura è narrativa, dico spesso io, da lì il silenzio. Il tono è "non mi interessa" tipo "non mi attira mangiare cavallette." S.

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    2. A questo punto di solito scappano per paura di rimanere contagiati! Che poi si trovano a casa a scrivere della roba... Roba come la nostra... Un incubo!

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  6. Ahaha, però devi ammettere una cosa: le mattonate tipo Orgoglio e Pregiudizio, Jane Eyre ecc le possono scrivere SOLO le donne!! :)
    W i gatti :)

    Moz-

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    1. E hai beccato due dei miei libri preferiti, potrei uccidere solo per il tono vagamente derisorio che hai usato!
      Pensa che all'epoca NON potevano credere che fossero scritti da donne! Pamela è un mattonazzo ben peggiore, eppure è stato scritto da un uomo.

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  7. Mi hai fatta ridere un sacco!
    Una delle cose che percepisco di più, è che se sei donna certi generi sono tabù, se sei uomo passa tutto.
    Se sei donna, guardi The Walking Dead e poi scrivi horror, sei una schizzata. Per un uomo è tutto normale. Be', se sei donna sei strana forte anche per molto meno, ti basta essere appena fuori dagli schemi e sembri un'aliena.
    Il mio unico vizio è mangiarmi le unghie, e immagino che - qualora dovessi diventare famosa - dovrei pure inventarmi una biografia da thriller per sembrare più cool =/
    Sull'Ispirazione, così come i "Non puoi scrivere senza" trovano sempre il tempo che trovano. Credo che la scrittura sia questione di pancia, quindi sì al mettere in piazza i propri rituali (l'ho fatto anch'io) e fisime e metodi, ma poi credo che ognuno faccia per sé. Quando troverò 5 scrittori che fanno le cose nel medesimo modo, credo che potrebbe esserci Plutone in trigono con Urano... e poi lì sì che son guai!

    Sull'animale notturno e la gattara confermo: la sono anche io!
    Anche se la mia notte brava finisce a mezzanotte, l'una al massimo. Non riesco ad andare oltre. Invidio moltissimo chi si sveglia all'alba per scrivere e riesce a non morire dopo due ore!

    Be', a questo punto non mi resta che inventarmi una biografia.
    Che so, sono la donna che viene dal futuro. Sapete, ci sta un certo circolo di pietre e ci sono finita per errore... ah sì, non lo sapete? Nel futuro i dinosauri RITORNANO!

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    1. I dinosauri ritornano? Quando? Mio marito ha sempre desiderato un triceratopo! Devo organizzare il cortile per metterlo al posto del coniglio!

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    2. 2053, anno più anno meno. Salvo paradossi e qualche errore sulla Teoria delle Stringhe. Un triceratopo? Un po' impegnativo... non sarebbe meglio qualcosa di più piccolo? Certo, sarebbe un ottimo mezzo di locomozione. Vuoi mettere quando dovrai superare le auto di uomini che si sentono fortissimi sulle loro mentre ti guardano con aria impietosita quando tenti di superarli?

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  8. Io ho letto "Intervista col vampiro" e "Scelti dalle tenebre" di Anne Rice, e fanno venire davvero i brividi. Del resto il pregiudizio è duro a morire, le sorelle Bronte avevano dovuto usare uno pseudonimo maschile per pubblicare, altrimenti nessuno se le filava, e noi avremmo perso dei capolavori.

    Per quanto riguarda le suddivisioni in genere, è la solita vecchia diatriba sui generi cosiddetti a torto minori, come il rosa o l'horror. O un po' come lo stereotipo:l romanzo storico = mattone.

    Per quanto riguarda il caffè, cerco di limitarmi perché mi piace molto. Il rito della tazzina in ufficio è imperdibile, serve a socializzare! :-)

    Sono un'allodola, quindi rendo bene al mattino - peccato che però al mattino in genere io lavori e non possa scrivere - e ho un "calo de palpebra" verso il tardo pomeriggio. Ho un ultimo guizzo di vitalità alla sera, e cerco di tirare fino alle 11.00, poi crollo anche causa veneranda età.

    Voglio anch'io un gatto che mi passeggi sulla tastiera. Anzi, ne vorrei due!

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    1. Anch'io sono un'allodola e la mia creatività la regalo tutta al lavoro...
      E sì, gli stereotipi sui generi sono proprio duri a morire. Lo storico è pesante! Ma basta un bacetto e si trasforma per magia in un Harmony...

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    2. Niente allodole, io sono abituata a scrivere la sera e fatico moltissimo la mattina. Anzi, non riesco proprio... sono troppo intontita per riuscire. E poi, la mattina lavoro quindi meglio non mi vengano strani guizzi di attività creativa in quella fase della giornata.
      Sarà vero che è la fascia più produttiva dell'intero giorno?

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  9. Tutto pienamente condivisibile. I luoghi comuni spesso sbagliano, e quelli sugli scrittori non fanno eccezione.
    Io posso rientrare nel cliché uno: sono uomo e non scrivo né rosa né gialli, ma solo perché non mi piacciono; però posso precisare che a volte leggo romanzi classificati chick-lit e forse un giorno scriverò qualcosa del genere ;-P
    Mi sta bene anche che mi definiscano come un "tormentato", perché no, in fondo è il mio carattere; però garantisco che non ho mai toccato uno stupefacente in vita mia, e bevo alcolici una volta ogni morte di papa. Ho fatto ricorso a farmaci antidepressivi in alcuni momenti della mia vita, ma conosco altri che ne hanno avuto ugualmente bisogno pur senza essere scribacchini come il sottoscritto.
    I gatti mi piacciono, ma non ne ho mai avuti ;-P

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    1. Per rientrare nello stereotipo hai bisogno anche la villa con piscina e l'amante bella che cambia ogni settimana!
      E ovviamente dei darti all'alcol, se non che scrittore sei?

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  10. Tutti questi stereotipi mi fanno sorridere, ma l'unico che considero vero è che per scrivere ci vuole ispirazione. ;) Questo non significa che cada dal cielo. Se stiamo con le antenne alzate, siamo disposti ad accoglierla!

    Io ero un animale notturno ai tempi dell'università. Mi piaceva scrivere di notte, fino all'alba. Ora non me lo posso più permettere, sto invecchiando! Sigarette e caffè sempre, ma non riesco a bere alcool quando devo scrivere o fare reiki. Nemmeno una birra. :)

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    1. Io questa cosa dell'alcol con la scrittura non la capisco proprio. Non disdegno certo una birra in compagnia (preferisco il sidro), ma mi piace bere (con moderazione) in occasioni sociali, quando si va fuori con gli amici. Io, il sidro e la pagina bianca? Mi viene di sicuro l'abbiocco!

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  12. P.S. Amo i cani ma sono allergica ai gatti. E, per quanto riguarda i sapientoni che "la sanno e te la spiegano", avevo in programma un post per stasera. Ma forse scriverò un'altra cosa. Stamattina ho avuto l'ispirazione ;)

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    1. Ah, io invece ho la gatta allergica, pensa un po'!

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  13. I cliché che proponi tu sono tutti azzeccatissimi. Al massimo potrei aggiungere: leggere manuali di scrittura rovina la mia spontaneità. (Per inciso, anche ciò che si fa in bagno è spontaneo...)
    Il cliché che più detesto è quello dello scrittore tormentato, alcolizzato, drogato e caffeinomane, soprattutto perché fa pensare che il talento richieda queste cose. Se badi alla salute, insomma, sei uno scrittore mediocre. Magari longevo, ma mediocre. ;)

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    1. Certo, lo scrittore deve essere spontaneo, un talento puro. Però di solito non pensano lo stesso del loro cardiochirurgo!
      E fose il mito dello scrittore tormentato e alcolizzato è consolatorio "se avessi successo finirei per rovinarmi la vita, quindi meglio così"

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    2. Comunque, Bukowski è campato sino a 74 anni
      ;-P

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    3. Certo, l'ultima parola alla fine la mette la genetica. Mio nonno è morto quasi novantenne per una patologia che nulla aveva a che vedere con il bottiglione di vino che beveva ogni giorno (da notare che nessuno l'ha mai visto ubriaco) e dalle sigarette che aveva fumato fino quasi agli ottant'anni.

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  14. Ciao ho citato il tuo blog per il Liebster Award 2015 sul mio blog liberamentegiulia.blogspot.it

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  15. Non mi ritrovo in nessuno stereotipo, però conto di diventare una zitella acida che scrive gialli, in fondo, la Fletcher è sempre stata il mio mito :)

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    1. Secondo me i gialli vengono bene anche con un basso tasso di acidità!

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