Così adesso hai finito di scrivere il romanzo? Quand'è che esce?
Ecco, se c'è una domanda che deprime, ma deprime davvero una scribacchina, per altro già depressa dal mondo scolastico, è questa. Quand'è che esce? Perché alla fine della prima stesura, anche di una versione 1.5 come la mia, sarebbe bello credere di essere almeno a metà dell'opera.
Invece sono solo all'inizio...
Vediamo quello che mi aspetta.
PRIMA REVISIONE
Quella a cui sono arrivata in fondo non è propriamente una prima stesura, ma una stesura già ampiamente rimaneggiata. Proprio per questo ora urge una revisione seria e ponderata. Bisogna armarsi di pazienza, una bibita fredda, di un gatto che faccia le fusa perché:
– Sono l'imperatrice mondiale del refuso.
In questa specialità le olimpiadi le vinco di sicuro. La dislessia, certo, mi dà un certo vantaggio sulla concorrenza, ma sono primatista anche di incisi non chiusi, frasi un tempo autonome fuse tra loro con concordanze saltate, gestione farlocca dei tempi verbali.
La parola d'ordine qui è semplificare. Tagliare i periodi, farli più brevi. Fare in modo che il dio della grammatica faccia sì, magari, un po' di ginnastica nella tomba (che gli fa bene), ma non che voglia fulminarmi all'istante.
Che poi, sia chiaro, un 10% dei refusi sopravvive a questo controllo. Hanno più vite dei gatti, loro. Anche a questo bisogna rassegnarsi. Del resto questa è solo la PRIMA revisione.
– Anche l'orecchio vuole la sua parte.
Certe frasi sono più stonate di un canto di ubriachi. Iniziamo con le ripetizioni. Ci sono parole che butto giù nelle frasi perché sono "giuste". Una cosa del genere "il cane dormiva nella cuccia. Appoggiata alla cuccia c'era il sacchetto delle crocchette per il cane. Appena a qualche metro dalla cuccia stavano la ciotola dell'acqua, quella del cibo, insomma tutto ciò che poteva servire al cane". Ok, non scrivo proprio così, ma rendo l'idea. Cane e cuccia non sono sbagliati, le frasi sono grammaticalmente corrette, certo, ma che strazio. Si taglia, si modifica, si cercano sinonimi. Finché sono cani e cucce, va bene, è semplice, ma quando bisogna nominare più volte, che so io, "spettrometro di massa" andatemelo a cercare un sinonimo!
Poi ci sono quelle parole che sembrano aver fatto della cacofonia un'arte. Non sono i poveri e sempre maltrattati avverbi in -mente. Cazzuola. Vi sembra che abbia un bel suono "cazzuola"? Ci credete che ho dei capitoli pieni del termine "cazzuola"? (Per la serie e trovatemelo un sinonimo!)
Infine ci sono gli aggettivi indefinibili. Non quelli indefiniti, ma quelli tanto abusati da essere indefinibili. Bello/brutto/dolce/cattivo... Non c'è nulla di più anonimo in una storia di un bell'uomo dallo sguardo dolce. O di uno sguardo truce. O di quasi qualsiasi cosa si possa associare a sguardo...
– Il diavolo sta nei dettagli e si diverte a scompigliarli
Così, ad esempio, decidi che RD è single, si è installato dove vive da qualche mese e in salotto ha solo una poltrona, peccato che nel primo capitolo in cui il lettore gli entra in casa in salotto ci sia un divano.
Poi c'è il personaggi che chiami sempre o quasi per cognome, così spesso, che le due volte che ne specifichi anche il nome lo specifichi diverso (questo poi per me è un classico).
Chiaro che il personaggio che ha cambiato sesso (non ha fatto l'operazione nella storia, sono io che l'ho pensata donna, ma poi mi sono accorta che mi serviva uomo) debba ancora adattarsi alla nuova condizione e in alcune frasi ci sia ancora il femminile.
Poi ci sono le essenze ballerine. Non era un faggio? Perché adesso è un olmo? O era un acero? Il problema è dato dal punto precedente e non è che si possa sempre parlare di "pianta"...
– Rafforzare le immagini e le idee ricorrenti
Mi piace quando un'immagine, una frase, una suggestione torna più volte all'interno di una narrazione, magari arricchendosi di significati. A me risulta difficile lavorare bene su questo già in prima stesura, è più facile dopo inserire la giusta frase al giusto posto, per dare maggiore omogeneità al tutto.
IMPAGINARE
Finita la prima revisione si può impaginare.
Io lavoro di solito su file separati per capitoli, un file a capitolo, con varie versioni, una per ogni modifica sostanziale apportata. Poi bisogna unire tutto in un file unico. Evitando di mescolare le varie revisioni, ma mettendo di ogni capitolo la versione più aggiornata (perché io non sono per niente caotica e non faccio MAI confusione...). Mettere le interruzioni di pagina alla fine di ogni capitolo. Numerare le pagine (tantissime volte mi dimentico di farlo...). Dare al tutto una veste di leggibilità. Un carattere che non affatichi la vista (il mio preferito è il garamond), un'interlinea decente, una dimensione non lillipuzziana. Fare in modo, insomma, che la lettura, per chiunque dovrà cimentarcisi, non sia una tortura. So che sembra strano, ma pare che un sacco di aspiranti esordienti siano estremamente creativi sul fronte "impaginazione". Come se invece che nella prosa o nella trama la loro fantasia dovesse esprimersi lì. E no, non è una buona idea.
E anche dopo che avrò compiuto queste operazioni, ahimè, sarò solo all'inizio...
Voi come ve la cavate con queste fasi del lavoro?
Dio, sì, quanto è deprimento la domanda "quando esce?" anche a essere più avanti nella revisione, addirittura a lavoro finito. Parto dal fondo: impagina il marito, però lavoro su un file unico, abbastanza ordinato, di solito il classicissimo times new roman corpo 12. Le problematiche sono tante, ne ho vista una l'altro giorno: Cesare ha camicia e golf, qualche pagina dopo dice che avendo solo la camicia di sicuro avrà freddo. E il golf? Scomparso. Queste sono le sciatterie che proprio non possono essere lasciate. Come me la cavo? Di solito mi annoio e spero di sbrigarmela in fretta. Bacio Sandra
RispondiEliminaIo ho scritto in estate una storia ambientata a fine novembre. I personaggi giravano in maglioncino, al massimo con un impermeabile. Peccato che qui a fine novembre a volte nevichi pure... O corro ai ripari o me li trovo tutti con la polmonite!
EliminaE che sollievo sapere che non sono l'unica a trovare questa fase del lavoro di una noia abissale!
Non ci sono ancora arrivata, perché anche la prima stesura, quando ero ancora alle fasi iniziali, è stata maneggiata più volte. Considerando i tempi biblici, pensare che sia appena l'inizio del lavoro non mi conforta, anzi... forse sarebbe meglio appendere la tastiera al chiodo, ma non lo farò mai. ;)
RispondiEliminaL'importante, secondo me, è essere consapevoli del lavoro che serve. Quando ho iniziato, pensavo che finita la prima stesura il più fosse fatto. Il risultato era che mandavo in giro dei testi ancora perfettibili, con delle sciatterie inaccettabili da qualsiasi selezionatore. Non che la consapevolezza mi faccia amare di più questa parte di lavoro, ma almeno adesso so che è necessaria e la metto in conto.
EliminaTu se non altro hai già questa consapevolezza.
Mamma mia, quanto ti capisco. Ma mi sa che per il titolo di imperatrice del refuso facciamo a gara, io all'ennesima revisione continuo ancora a trovarne!
RispondiEliminaMi incuriosisce questa cosa che lavori su file separati, ognuno per ogni capitolo. Ha dei vantaggi o è un tuo modo di procedere?
È il mio modo di procedere. Così mando ai lettori beta pacchetti di 5 capitolo per volta. Però mi permette anche di trovare le cose con più facilità. Se un capitolo si ricollega a un altro posso tenere i due file aperti in contemporanea e evitare incongruenze. Sai, è difficile analizzare una cosa che si è sempre fatta. Però posso dire di trovarmi bene, tengo traccia di tutte le versioni capitolo per capitolo (al momento ho tre file per capitolo), così posso confrontarle e, se il caso, tornare a quella precedente. Non penso che lavorerò mai su un file unico.
EliminaMamma, quanto è vero quello che dici! Cose fuori posto, strafalcioni che nemmeno un analfabeta, sviste imperdonabili... un pozzo senza fondo! A me è capitato di cambiare nome a un personaggio più volte e a un certo punto mi sono trovata con quel personaggio chiamato nei vari punti del romanzo con tre nomi diversi: una confusione totale e poi vai con il trova/sostituisci! Ma la cosa fantastica è che il nome da modificare era "Mia" e mi sono ritrovata con tutti gli aggettivi possessivi improvvisamente sostituiti con il nome proprio corretto. Te lo immagini? Un disastro!
RispondiEliminaMi ricorderò di non chiamare mai un personaggio "Mia". Però mi sono trovata con due "Martina", che non è neppure il nome più comune del mondo...
EliminaBingo! Abbiamo una MIA in "Sul lago argentato" Sandra
EliminaLa revisione mi ha fatto sudare sette camice, mentre l'impaginazione la trovo più che altro divertente.
RispondiEliminaIn fase di stesura, ma anche per un buon numero di passaggi di revisione, mi piace lavorare non su file di capitoli ma su file di parti. Nel mio romanzo ho previsto una suddivisione in tre parti, che alla fine però potrebbero essere quattro, considerato che la prima parte ha una frattura abbastanza percettibile nella zona centrale. Di qua dalla frattura c'è l'anticamera della storia, di là siamo nella prima stanza.
Scrivo in Garamond e forse lo manterrò anche nell'impaginazione definitiva, sebbene nei lavori per gli editori mi sia capitato di usare altri caratteri dall'effetto assai gradevole, sopra a tutti l'Old Goudy.
Non ho in mente l'Old Goudy, oggi guardo com'è.
EliminaNon ti dico quanti refusi ho trovato io nel mio libro... eppure ero sicuro al 100% che non ci fossero, ma pare che si nascondano molto bene :D
RispondiEliminaLo trovi comodo lavorare con un file per capitolo? Non mi sembra una cattiva idea... ci vedo un po' di vantaggi:
- file più leggeri
- facilità per fare modifiche
- controllo più semplice della loro lungezza.
Mi sa che smonto il romanzo che sto scrivendo :D
Io ho sempre lavorato così, quindi non posso fare confronti con un altro metodo. So che spesso ho più file aperti perché devo controllare che il tutto sia coerente, posso modificare, cestinare o sdoppiare un capitolo con facilità, trovo le cose a colpo sicuro, senza scorrere tutto il romanzo. Anche per i lettori beta è più facile. Invece che dire "la parte centrale non mi ha convinto" possono arrivare a un più preciso " il capitolo x è più moscio degli altri". Poi ognuno ha il suo metodo. Io non penso di cambiare il mio.
EliminaQuanto hai ragione, la revisione è rognosa, ma pare che lo sia per tutti, anche per i grandi scrittori. Un po' d’incoraggiamento ci vuole. ;)
RispondiEliminaIo tra poco dovrò fare 4 revisioni per 4 romanzi, mi sto sottoponendo a una doccia di autostima quotidiana.
Sugli accessori di scena io mi salvo, uso il sistema cinematografico.
È noto che le scene in un film non si girano in modo sequenziale. Anche dopo giorni. C’è la segretaria di scena che annota tutto degli attori. Abiti, colletto slacciato della camicia, macchie, e ogni dettaglio. La mia segretaria di scena è una scheda excel dove annotare i particolari.
Sul montaggio del romanzo da file singoli e impaginazione, io per fortuna usando scrivener ho una gestione semplice. Quando si pubblica, su questo non saprei rispondere. ;)
4 romanzi??? Ma come hai fatto? Li hai scritti in contemporanea?
EliminaInnanzitutto sappi che sono felice che tu abbia terminato il tuo romanzo, e dato che mi pare di aver capito che è stato complesso da scrivere per te, mi auguro che ti dia parecchie soddisfazioni!
RispondiEliminaPer il resto posso solo sottoscrivere le tue parole. La revisione è un lavoro faticoso, forse perché più tecnico che di immaginazione e 'di cuore'.
La cosa che trovo più complicata da fare, quando correggo il tutto, è trattenermi dallo sconvolgere ogni cosa. Non riesco a rileggere senza cambiare nulla, fosse anche un virgola.
Indi per cui, in bocca al lupo!
Io invece ho sempre un po' di paura a modificare, temendo di fare di peggio rispetto alla prima vota, invece devo costringermi ad osare di più...
EliminaPS: crepi!
Ehm... giuro non volevo. :D
RispondiEliminaDiciamo che ho un vasto bacino di romanzi da scrivere. Progetto storie senza scriverle da 20 anni.
Ho scritto il primo romanzo per un anno. Poi l'ho mandato all'editor e la risposta della valutazione sarebbe durata un mese.
Mi son visto disoccupato. Una vacanza dallo scrivere nemmeno a parlarne. Così nell'attesa ho cominciato a strutturarmi due romanzi. Poi mi è venuta un'altra idea di romanzo, impellente. Avevo voglia di scriverli tutti e tre. So che queste cose non si fanno. Ma... mi son detto, in fondo chi se ne frega. In barba ai secchioni da manuale. Smetto quando voglio.
Invece ho trovato la mia dimensione. Quante volte si sbatte la testa su di un romanzo perché non si riesce a scrivere una parola. Quei giorni no, che proprio la storia non va giù. Con tre romanzi invece aperti puoi passare dall'uno all'altro a seconda dell'ispirazione del momento. Della voglia. Tre romanzi in corso, stili e generi diversi. Una palestra ottimale. Una bella sfida e io adoro le sfide.
C'è anche da dire che io andrò in self publishing. Nel self publishing è importante ai fini della promozione avere delle uscite certe, ravvicinate. Il trucco non è pubblicare e correre con l'ansia di scrivere il successivo.
Ne scrivo quattro per bene. Li revisiono, li tengo in caldo e poi comincio a pubblicare.
Qual è il bello d'essere arretrati? La maggior parte degli autori indie americani rimpiangono di non aver scritto più romanzi prima d'iniziare a pubblicare.
Noi italiani siamo indietro. Studiamo gli sbagli di chi è più avanti.
Meglio di così.
Ah sì. Quindi due sono già finiti. Negli altri due mi mancano 20 mila parole per ciascuno. Scrivendo 2 mila parole al giorno entro Settembre li completo. E poi, dura e inesorabile revisione.
Può sembrare difficile. Ma per me è infinitamente bello tutto ciò. ;)
Non sono sicura di invidiarti... Quattro romanzi aperti mi sembra un po' uno scenario da incubo e hai tutta la mia ammirazione per il riuscire a gestirli.
EliminaIo tendo a immergermi totalmente in una storia. Fatico anche a staccarmene per scrivere un racconto, quindi credo che la tua sia una strada per me non percorribile
Anch'io ho sentito di colori e font in fantasia. Se è un file, sono tutti salvi; se devono leggerlo su carta... auguri! Io ho iniziato in questo periodo la revisione dell'ultimo YA: lettura libera, lettura con appunti, e adesso sto correggendo ke incoerenze e i pasticci grossi. Dopo mi faccio un giro di revisione stilistica (lunga, quella!) e forse passo il romanzo a qualche lettore cavia. E' una bella avventura. :)
RispondiEliminaEcco, forse dovrei provare anch'io a concentrarmi prima sulle incoerenze e poi sull'aspetto stilistico. Invece tendo a fare un po' tutto insieme e forse non è la soluzione ottimale...
RispondiEliminaCome non ti invidio... mi immagino la revisione come un grosso cane nero rabbioso che sbava sul mio viso mentre dormo.
RispondiEliminaCazzuola è davvero un termine poco adatto... se non vuoi svegliare il lettore dal sogno narrativo... non puoi usare una paletta? Tanto per noi che non siamo archeologi una vale l'altra :P
No, non posso... Ci sarebbe il termine tecnico inglese, ma poi il lettore non capirebbe... Sig...
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