lunedì 18 gennaio 2016

Piovono Libri – Fahrenheit 451


Il libro in lettura questo mese al gruppo di lettura era il celeberrimo Fahrenheit 451, che ha dato origine a una discussione particolarmente interessante (nonché lunghissima, con ritorno a casa alle due di notte, orari che non mi si confanno più, infatti poi mi sono trascinata con la febbriciattola per tutto il fine settimana...).

Ma andiamo con ordine.


Fahrenheit 451 è un reportage sullo stato della società attuale un libro distropico scritto nel 1953.
Nella nostra in tale società i libri sono usciti dall'uso comune senza troppi drammi e, ad ogni buon conto, sono stati anche proibiti. Un apposito corpo di vigili del fuoco è preposto alla distruzione dei libri proibiti. I vigili del fuoco sono anche dotati di un drone "segugio" biomeccanico per l'eliminazione di individui recidivi o particolarmente molesti.
L'attuale questo stato di cose ha portato a una totale mancanza di educazione emotiva. Le persone non sanno più decodificare le proprie emozioni né elaborarle, con inevitabile picco di suicidi. Vivono storditi dai reality e dai social da immersivi programmi televisivi che creano delle relazioni fittizie. Sono inoltre poco in grado di capire l'attualità in cui viviamo vivono, al punto di votare un presidente per l'aspetto e di non essere consapevoli di un'imminente guerra. Inoltre "la realtà" è costantemente mostrata, dando l'impressione di essere perennemente connessi di averne un contatto diretto, quando invece si presta a facili manipolazioni.
Nel nostro  in questo contesto si inserisce la personale rivolta di Montag, vigile del fuoco che ha iniziato a occultare dei volumi.

La più macroscopica evidenza di questo romanzo è che sembra parlare dell'oggi. Quasi tutto il gruppo lo aveva già letto e, come ha fatto notare una lettrice, ogni volta che lo si prende in mano si "riconoscono" delle nuove cose. Io lo avevo letto nel 1999 e tutta la parte dell'inseguimento del segugio con stravolgimento finale da parte dei media mi era sembrata solo una parte d'azione in un libro di fantascienza. Oggi tutti abbiamo associato il segugio ai droni e trovato credibilissimo quello che accade (l'uccisione di un poveretto che passava lì per caso raccontata nei tg come quella del ricercato). Più andiamo avanti e più la società assomiglia a quella descritta nel 1953 da Bradbury.

Fa paura inoltre la descrizione di come i libri siano scomparsi. Non per imposizione, ma perché la gente "non aveva più tempo". Si accontentava di riassunti e poi di riassunti di riassunti. In una società in perenne corsa contro il tempo e dell'immediatezza, il libro, con i suoi tempi lenti e lo sforzo intellettivo, è di per se stesso un nemico.

Gli effetti devastanti che già oggi vediamo in atto sono proprio quelli da lui descritti. I libri allenano l'emotività. Rendono più consapevoli delle proprie emozioni, più pronti ad affrontarle. Quanti di noi sono come la moglie di Montag (un personaggio che mi messo una tristezza infinita), apparentemente felice, tutta concentrata su un ristretto gruppo di amiche e sulla "famiglia" televisiva, ma che la notte tenta il suicidio per un dolore poi subito negato e nascosto.
Quanti di noi sono come le amiche di lei, che votano in base all'estetica, poco preoccupate di una guerra in cui "muoiono solo i mariti delle altre".
Per quanti di noi la mancanza di una sofferenza fisica, il vivere in società sempre più levigata, in cui il diverso e il dissonante viene rimosso e nascosto alla vista, dà un benessere fasullo che non prepara al momento in cui il dolore, nonostante tutto ci raggiunge.

Tutti quanti noi siamo stati colpiti dalla figura di Beatty, il capo di Montag. Un uomo ai limiti della follia, che parla solo per citazioni letterarie (i nostri lettori più acuti hanno riconosciuto le fonti principalmente nella letteratura inglese di XVI e XVII secolo) che porta Montag al punto di rottura e poi poi si mette nelle condizioni di essere ucciso. Una di noi ha recuperato un'intervista all'autore, in cui Bradbury raccontava il passato di Beatty. Un uomo cresciuto in una famiglia di lettori che, a seguito di una serie di lutti, pensava di trovare nei libri le risposte. Ma i libri "sono tutti scritti da gente morta", non hanno salvato i loro autori e non danno risposte, sono inventate. Beatty è un deluso che diventa disperato, un distruttore che ha cercato una consolazioni impossibile, credendo, forse, che i libri potessero sostituire le persone.
Questo è un aspetto che ho molto amato. I libri non sono sacri in sé. Non hanno tutte le risposte. Sono indispensabili per "non parlare delle cose, ma del significato delle cose". 
I libri non ci rendono colti o migliori.
Ci rendono un po' più noi stessi. Un po' più consapevoli.
Hanno un'utilità pratica che non va idealizzata.
Gli uomini libro che Montag incontra alla fine non sono idealisti  fuori dal mondo. Sono persone pratiche, consapevoli che presto il paese cadrà nel caos della guerra e che allora, per la ricostruzione, ci sarà bisogno di loro.

Infine, lo stile, che non ricordavo quasi per nulla, è stato folgorante.
Tanti flash allucinati, che danno sensazioni immediate, ma rendono difficile, a volte, la visione d'insieme. Immagino che siano il riflesso dello stato mentale di Montag, insonne, disperato, arrivato al punto di rottura. Uno scrittura quasi psichedelica (temine assolutamente inadeguato, ma che rende l'idea).
Uno stile che non tutti hanno trovato di facilissima lettura, tanto che non a tutti il libro è piaciuto. A me ha colpito moltissimo, anche perché mi sono resa conto che faticherei a replicarlo anche come semplice esercizio. Una prosa straniante, che però ha una sua estetica netta e dipinge un mondo  asettico, in cui ognuno vive solo il proprio inferno.

Io avevo letto questo romanzo nel 1999, il primo romanzo acquistato al termine dell'esame di maturità. All'epoca mi era piaciuto, ma non alla follia. Forse, come dice la lettrice, alcune cose non le avevo ancora riconosciute. Forse all'epoca, fresca di maturità classica, vivevo in una piccola bolla elitaria dove il problema della non lettura non esisteva, in effetti non frequentavo nessuno che non leggesse o non si interessasse al mondo.
Oggi ritengo che sia uno dei libri che vada letto. Per vedere il riflesso della nostra realtà. Per capire quanto ancora possiamo peggiorare e dove andremo (inconsapevoli alla guerra, temo). 

Un libro da leggere, senza se e senza ma, per non parlare delle cose, ma del significato delle cose.

Qualcun altro l'ha letto? Cose ne pensa, del romanzo o dei suoi temi?

37 commenti:

  1. Bello il post con le "scancellature". ;)

    Il libro l'ho letto quando l'hai letto tu, forse anche prima: di tutte quelle chicche che racconti non ne ricordo neppure una, a parte qualche flash sul drone. Chissà dov'è finito, adesso. Il libro, non il drone. Credo proprio che dovrei ricomperarlo (in formato elettronico, naturalmente, per renderne più complicata la bruciatura).

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    1. L'autore (che è morto solo da poco) odiava i libri elettronici. Il mio era l'e-book della foto e sono stata ovviamente rimbrottata. Però sia io che mio marito avevamo le nostre copie cartacee, ma non le abbiamo ritrovate...
      Comunque sì, è da rileggere assolutamente.

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  2. L'ho letto ai tempi del liceo, saranno passati quindici anni e non l'ho mai riletto, tanto che me lo ricordo molto vagamante. Combinazione sto leggendo adesso uno degli ultimi libri pubblicati da Bradbury.

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  3. L'ho letto qualche anno fa ma mi apsettavo un po' di più.
    Ho trovato però davvero geniali alcune scene, ad esempio la caccia al fuggitivo "in diretta", una pratica che è diventata realtà negli USA dove certi canali trasmettono in diretta gli inseguimenti della polizia...

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    1. Guarda, letto adesso l'ho trovato molto più inteso e attuale di quanto lo ricordassi. Secondo me vale la pena di dargli una rilettura

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  4. Letto negli anni settanta, ma stranamente mi è rimasto molto più impresso il film che ne ha tratto Truffaut e che ho visto più o meno in contemporanea. Ce l'ho in libreria ed è molto che penso di rileggerlo, ma chissà se e quando accadrà.

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    1. Se pensi di rileggerlo, fallo! Quando l'ho letto la prima volta, anch'io avevo in testa il film, il romanzo, però, ha un finale diverso che, letto oggi, mi sembra molto più calzante.

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  5. Ma quanto mi piace questa tua descrizione con tanto di refusi cancellati che sono la prova evidente di quanto sia attuale il romanzo.
    L'ho acquistato pochi giorni fa, sarà una delle mie prossime letture, tornerò qui per confrontarmi con la tua visione.

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    1. Bene! Non vedo l'ora di leggere le tue considerazioni!

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  6. Letto uno o due anni fa, m'è piaciuto molto. Non lo ricordo così bene, ma sono nelle linee generali, forse non è uno stile che mi abbia colpito, però è un romanzo che si adatta bene alla nostra società.

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  7. La fantascienza non mi ha mai affascinato, ma considerando i richiami alla società odierna penso che potrei spezzare una lancia a favore di questo libro. ;)

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  8. @Daniele: più che un ben adattarsi...
    @ Chiara: la fantascienza sociale è forse il genere che nel novecento più a lavorato sulla sociologia, credo che ne potresti trovare infiniti spunti. Questo, poi, va letto.
    PS: non mi lascia rispondere ai vostri commenti, misteri di blogger...

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  9. L'ho letto un paio di anni fa e ricordo che mi aveva spaventata. Ora come ora, però, non lo ricordo nel dettaglio: urge una rilettura. Per caso, c'è anche qualche adattamento cinematografico che merita di essere visto?

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    1. L'adattamento cinematografico di Truffaut è molto famoso e merita assolutamente la visione. Il finale, però, è diverso e forse cambia un po' il significato generale dell'opera.

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    2. Mi è sembrato molto inadeguato. Per esempio, leggendo, mi immaginavo la Salamandra come un mezzo enorme e spaventoso, niente a che vedere con la carretta a pedali del film :-)

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    3. Grazie mille per il consiglio e le opinioni :D

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  10. Mentre leggevo la trama ho subito pensato che somigliasse molto alla nostra società quella descritta, leggendo oltre ho capito che potremmo arrivarci tranquillamente senza accorgercene. La mancanza di tempo di oggi è davvero il male più comune. Perfino i ragazzini sono pieni di impegni extra scolastici e non hanno più tempo di annoiarsi, cosa che io avevo e che ho sfruttato per leggere. Oggi rimpiango la noia della mia adolescenza. Ecco mi hai fatto venir voglia di leggere il libro.

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    1. Leggilo! E sì, fa impressione pensare che sia stato scritto nel 1953, tanto sembra ancorato alla nostra realtà.

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  11. Bello! Io l'ho letto anni e anni fa, dunque ne ho un ricordo un po' diluito, ma rammento in modo chiaro la sensazione che mi ha lasciato; ne avevo scritto persino qualcosa da qualche parte, in una delle mie agende raccogli pensieri. Non so se mi piacerebbe ancora: vale la pena riprovare! :)

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    1. Mi piacerebbe leggere le tue considerazioni!

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    2. Non dicevi che non ti piace la fantascienza? :-P

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    3. Vero, i miei gusti negli anni hanno preso una piega diversa, ma questo libro mi era piaciuto molto e oggi resta più che mai attuale.

      Antonella, cercherò quegli appunti, sono sicura di averli ancora.

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  12. Grandissimo, uno dei miei preferiti... però ho preferito sia 1984 che Il Mondo Nuovo :-)

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    1. Ecco, loro mi mancano (vergogna, profonda vergogna...)

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    2. Ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Orwell et Huxley et Bradbury :D

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    3. Io invece dei tre preferisco Farenheit. Più legato al mondo nostro di 1984 e lettterariamente più bello del mondo nuovo. Del mondo nuovo ho preferito il seguito, che in realtà è un saggio, offre notevoli spunti.

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    4. P.S. forse quello che di 1984 ha più riferimenti al mondo attuale è la neolingua, fateci caso.

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    5. Nemmeno lui poteva immaginare che i meme prendessero il posto della parola *_*

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  13. Quando lo lessi, ricordo, pensai che avrebbe dovuto diventare una lettura obbligatoria. Bradbury aveva ragione su tutto, purtroppo.

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    1. Tra l'altro Bradbury è morto solo pochi anni fa. Chissà cosa avrà pensato nel vedere la sua distropia del 1953 realizzarsi sempre più...

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  14. L'ho letto l'anno scorso e mi è piaciuto molto, per i temi e l'atmosfera, che non saprei descrivere. Mi ha emozionata e mi ha lasciato qualcosa che resta.

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  15. Ho letto questo libro qualche mese fa, mi è piaciuto moltissimo soprattutto per l'attualità delle tematiche.
    Il personaggio a cui mi sono affezionata di più è Clarisse. Mi è piaciuta molto più di Montag, degli uomini libro e di Beatty (che è un personaggio che ha il suo fascino) per la sua naturalezza.
    La moglie Montag, invece, ha fatto una tristezza infinita anche a me.

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    1. Beatty è un personaggio di estremo fascino, Montag, invece, alla fine è un uomo molto comune, non è certo un eroe o un essere eccezionale. Forse per quanto la sua storia è ancora più preziosa.

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