Buonasera, sono Tenar e già da tre settimane non scrivo nulla.
A volte me ne viene la tentazione, ma di solito a quel punto sono le undici di sera e la mia giornata ancora non è finita.
Mi sono rassegnata, fino alla data dello scritto del concorso non scriverò nulla e ancora fino alla fine di maggio dubito di avere tempo anche solo per una riga. Mi fa impressione. Persino l'anno scorso, col PAS, qualche racconto sono riuscita a metterlo giù e nel periodo di fuoco ancora precedente ho scritto Sherlock Holmes e il mistero dell'uomo meccanico.
Non è tanto una questione di tempo, o, meglio non solo, quanto di energie mentali e di focalizzazioni. Non riesco a focalizzarmi sulla scrittura.
Ho due racconti in mente, uno è già scritto per metà, si tratterebbe in pratica solo di buttare giù il resto. L'altro è in fase di pre produzione avanzata. È un giallo contemporaneo, ho le idee chiare sui personaggi, sul nucleo centrale della vicenda e sui principali snodi di trama. Solo che nel primo caso c'è una ragazza morta a coltellate e nel secondo si parla di pedofilia. Sopratutto nel secondo caso, in realtà ho voglia di confrontarmi con la tematica. Ho letto degli articoli interessanti a riguardo e vorrei coagulare i miei pensieri in forma narrativa. Ma tra una lite con un burocrate e un pomeriggio a studiare legislazione scolastica, con intermezzo di problemi didattici e adolescenti problematici non ce la faccio a rilassarmi con le coltellate o a trattare di pedofilia.
Ho voglia di leggerezza.
Alla sera spesso mi spiaggio direttamente nel letto e in un nano secondo già dormo. Ma ho il vago desiderio di una lettura leggera prima di toccare le lenzuola. Per il gruppo di lettura dovrei rileggere Uomini e topi e non ho voglia di piangere come una fontana sul finale, come ogni volta mi succede. Per una volta vorrei che i protagonisti se ne andassero insieme, ad aprire un allevamento di topi ballerini.
Se avessi tempo per scrivere, per una volta, non vorrei scrivere di morti.
Vorrei una storia brillante, con personaggi buffi, con una svolta tenera e un lieto fine. Ho cercato di iniziarne una, di scriverla almeno virtualmente, ma non sono approdata a nulla.
Mi manca il talento per il genere di cose che vorrei scrivere, una storia alla Sepulveda stile Gabbianella e il gatto, magari con un dodo, imbranato e inetto al volo, che si trova a covare un uovo di drago. Ma poi finisce che il draghetto nasce, si pappa papà dodo per cena, causando l'estinzione dell'intera specie.
Non so a cosa sia dovuto esattamente questo mio desiderio e questa contemporanea incapacità di tenerezza e leggerezza. Sono indaffarata e stanca, ma non triste o depressa. La primavera è splendida, per il momento non starnutisco neppure. È un periodo incasinato, ma privo di drammi. Oltre tutto i vari impegni si stanno incastrando in modo che sì, non ho un momento di respiro, ma sto riuscendo a fare tutto. Sarà che a scuola siamo in piena spiegazione della Seconda Guerra Mondiale, con tutto il suo contorno di sacrosante letture di testimonianze di sopravvissuti. Sarà che anche il materiale per il concorso non è che brilli per allegria. Sarà.
Vorrei che per una volta i miei personaggi smettessero di incaponirsi sui delitti da risolvere e andassero a bersi una birra tutti insieme. Sherlock Holmes con padre Marco e Alisea del romanzo che forse un giorno finirò. Mi piacerebbe vederli ballare insieme, Holmes e Alisea, lui alto alto e lei piccolina e poi spiarli uscire dal locale mentre parlano di gatti e di violini e non di ossa, io rimarrei con un Watson a cui per una volta non muore né il fratello né la moglie.
A voi capitano mai periodi così, in cui vorreste scrivere, ma non lo fate, anche perché vorreste altre storie rispetto a quelle che la vostra attitudine vi ha dato in sorte?
PS: e poi non è che queste giornate non mi riservino belle sorprese, anzi. Sono sicura che le ricorderò con affetto e con un sorriso. Ieri, ad esempio, tra una noia burocratica e l'altra, per scappare da un improvviso temporale, mi sono buttata in una libreria. Ho trovato nella sezione usati due vecchissime edizioni (del 1994!) di romanzi della mia amata Le Guin che non possedevo. E, tra i libri consigliati...
Il temporale di ieri ha sorpreso anche me ed è stato potente, ma ha regalato alla giornata di oggi un cielo come raramente se ne vedono a Milano. Fantastici i tuoi tesori in libreria, tuoi tuoi proprio. A voi capitano mai periodi così, in cui vorreste scrivere, ma non lo fate, anche perché vorreste altre storie rispetto a quelle che la vostra attitudine vi ha dato in sorte? No, in realtà non mi è mai successo, però ora ho bisogno di decomprimere tutte le tante storie che si sono rincorse negli ultimi mesi dentro e fuori di me. Ora è un po' il tempo del raccolto, anche se c'è da lavorare ancora tanto e tanto sulla promozione. Un bacione Sandra
RispondiEliminaSì, penso che per te sia arrivato un meritato momento del raccolto!
EliminaSe può consolarti io sto in una situazione simile. Anzi, sto seriamente valutando di "congelare" temporaneamente anche il blog perché sul piano scrittevole (e non solo ahimé) sto vivendo una fase di apatia profonda...
RispondiEliminaL'idea di congelare il blog mi mette una tristezza infinita. Mi ha tenuto compagnia in periodi assai peggiori di questo e mi sentirei di tradirlo...
EliminaPiù che lunghi periodi di "vorrei ma non posso" mi capitano singoli momenti o giornate, al massimo un weekend. Da quando ho ripreso a scrivere sono sempre stata molto costante, anche dopo il lavoro. Per un anno e mezzo, inoltre, non ho mancato un aggiornamento del blog. Adesso però capita sempre più spesso di tornare a casa la sera e accorgermi di non avere alcuna voglia di rimettermi al pc dopo averci passato otto ore. Se invece mi sento ispirata, non sempre capita di aver voglia di scrivere ciò che avevo programmato: ieri per esempio avrei dovuto rispettare l'aggiornamento del blog, ma mi sentivo propensa a lavorare un po' sul romanzo: così ho fatto.
RispondiEliminaE nel weekend, se prima trascorrevo intere giornate davanti allo schermo senza muovermi da casa, ora sento la necessità di trascorrere del tempo all'aria aperta, magari con un libro, come ho fatto domenica scorsa: sole spaccapietre, spiaggia ancora deserta, solo io e mio marito, con due panini e il kindle. Sono meno costante, quindi. Ma paradossalmente i risultati sono migliori. Quando rileggo i miei testi mi rendo conto che non si percepisce, come in altri casi, uno sforzo sovraumano, ma c'è spontaneità. :)
L'aria aperta per me è essenziale. Per questo amo il paese dove lavoro, che mi obbliga a quasi un km dal parcheggio alla scuola. A volte, quando piove, mi viene da imprecare, ma la verità è che lo trovo un valore aggiunto.
EliminaQuanto al tuo romanzo, sono sicura che dei ritmi più rilassati lo abbiano fatto procedere anche meglio di quanto facesse prima!
Anche io a volte parcheggio lontano apposta per camminare un po', e una delle cose che meno tollero della mia routine è il tempo che trascorro al chiuso. Adesso che arriva la bella stagione ne approfitto: io mi ricarico con il sole e con il mare, anche passivo (nel senso che mi basta starci vicino, ma se nuoto è il top!) :-D
EliminaSono in pieno 'periodo così'! La primavera é bellissima, il sole splende, e tutte le mie storie sono una tragedia. O quasi. Ho giusto un paio di racconti in testa che se non faccio scemenze dovrebbero finir bene. Potrei provare...
RispondiEliminaEcco, sì, il sole splende e tutte le mie storie sono una tragedia! E io non ce la faccio a reggerle, non ora e non qui, almeno.
EliminaLa Primavera sarà una bella stagione, ma porta anche tanta stanchezza. Anche io fatico molto in questo periodo a scrivere e mi sento parecchio apatica sotto molti fronti. Auguriamoci che questa fase passi presto! Temo che non si possa fare altro :)
RispondiEliminaDevo dire che sono abbastanza frenetica in questi giorni, con tutto quello che sto tentando di fare. Ma la scrittura no. Sento che sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso. A questo punto non vedo altra scelta che metterla per un po' in pausa...
EliminaSto per scrivere un post smielato ma... è come se la tua malinconia fosse quella di tutti. Racconti di te eppure sembra che tu stia raccontando il mondo. Di quella strana sensazione che ti assale in primavera e che ti fa dondolare in attesa di afferrare ciò che vuoi. Non tutti saprebbero farlo. Che sia voluto o no, è bello. :)
RispondiEliminaNon so. Di solito la primavera mi porta energia (e allergia) e voglia di fare. Di solito le mie storie nascono in primavera. In questa primavera, invece, le storie non vogliono sbocciare. Intanto coltivo altre cose, bagno con cura le mie aiuole e spero che qualcosa prima o poi spunti.
EliminaA me capita, nemmeno troppo di rado, di avere "periodi così": anche adesso, per esempio. Per me non dipende però dal tipo di storie - per ora non ho bisogno di cambiarle, mi sento a mio agio con quello che faccio. E' una questione in primis di stato di salute: visto che sto male spesso, questo è un bel problema. Soprattutto però è legato al mio umore: quando è negativo riesco con più difficoltà a scrivere, rispetto a quando sono sereno. E visto che in certi periodi sono sempre di cattivo umore, ne consegue che ci sono momenti della mia vita in cui scrivo molto poco. In ogni caso, penso che non ci sia nulla di così drammatico. Secondo me, si può tranquillamente aspettare che che passi, o almeno lo è per me, che non vivo la mia condizione particolarmente male :) .
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, spero che passerà a breve, quando riprenderò a respirare, mi tornerà anche voglia di scrivere le mie storie. Però è una situazione insolita.
EliminaPS: mi piace che tu stia spesso male!
La mia situazione è diversa perché non sento nessuna apatia, però qualcosa mi sta succedendo comunque. Se prima sentivo che il blog mi toglieva spazio alla scrittura "vera" e un po' me ne dolevo, ora la sensazione si è quasi rovesciata e a volte mi sembra di sacrificare alla scrittura spazi che potrei invece dedicare al blog.
RispondiEliminaQuesto mi succede perché mi rendo sempre più conto che ciò che fino a poco tempo fa credevo avrei potuto trasmettere solo con la scrittura (vera), sento ora di riuscire a trasmetterlo altrettanto bene, se non addirittura meglio, con gli articoli del blog. La grande "scoperta" è stata, in questo senso, constatare che la saggistica può essere personalizzata altrettanto bene della narrativa e se mi chiedessero adesso di decidere la priorità tra blog e scrittura, non sarebbe più facile come prima...
la divulgazione è una grande forza e penso che ci sia un gran bisogno di cultura trasmessa in modo consapevole e competente!
EliminaNon rinunciare all'idea del "Dodo e l'uovo di drago che lo mangiò", io lo leggerei molto volentieri.
RispondiEliminaSe proprio non vuoi estinguere il dodo, sarai felice di sapere che so per certo, tramite fonti segrete e irrivelabili, che i draghi sono intolleranti alle penne, sia quelle al pomodoro sia quelle aviarie.
PS: Irrivelabili non so se è una parola italiana.
PPS: Forza e coraggio, presto potrai tornare a scrivere di coltelli e pedofili! Che allegria...