Niente da fare. Il cervello continua a essere in modalità letargo. Ogni tanto lo sento russare. Di solito in quel momento sto cercando di spiegare o dire qualcosa di sensato in una qualche riunione, con il risultato di avere l'impressione di nuotare nella melassa.
Non ho voglia, però, di lasciar languire il blog e dalla profondità dei miei archivi riemerge un racconto di quando invece le connessioni neuronali funzionavano.
PEMMICAN
Il pemmican ha il sapore del canto delle donne e il calore di un'estate di vittoria.
Mentre cuoce la carne, lenta, sul fuoco,
mentre lento lievita il pane,
mentre i miei figli inseguono i cani
e il mio uomo a cavallo li guarda,
io cucio una veste.
Molti punti per molti giorni
Molti giorni di sonno e di cibo
Molti giorni di guerra e di caccia
Che il tempo consuma.
Sento il sapore delle grida di uomini e bambini che si mescolano nel grande accampamento di guerra, mentre l’odore grasso del tanka-a-me-lo si alza in volute dense dalle pignatte piene della fatica dei cacciatori.
Sento il sapore dolce delle mani di Pernice Bianca che con la pietra sbriciola la carne rossa secca e canta.
Oltre i luoghi del mistero
Oltre i luoghi del mistero
E sopra la mia testa soffiano i venti
E le mie orecchie li raccolgono più forti.
Potevamo cantare, allora, nell’esaltazione dell'estate, perché avevamo osato alzare la testa nonostante il vento furioso, prendere la carne degli ultimi bisonti per nutrire guerrieri. Potevamo cantare allora, perché nel piccolo fiume l’acqua era diventata del colore del sangue dell’uomo bianco. Pernice Bianca poteva mischiare carne e grasso in parti uguali per l’inverno. Sapevamo di essere deboli, ma ci sentivamo forti. Perché potevamo morire guardando il sole negli occhi.
Ma io corsi tremante più avanti
Io corsi tremante più avanti,
perché archi e frecce mi perseguitavano
molti guerrieri erano sul mio sentiero
Carne e grasso e polvere di ciliegie secche, mischiava Pernice Bianca dalle dita sottili, per portare il sole nel nostro inverno.
Ma quali mani impasteranno il pemmican la prossima estate? Dove sono le mani di Pernice Bianca, uccisa da cinque colpi, come un guerriero, dopo aver avuto tre uomini addosso, nell’autunno della nostra fuga?
Con quale carne si mescolerà il pemmican la prossima estate?
Da quando era sorto per la prima volta il sole, da quando la prima stella era spuntata nel cielo, il bisonte ogni primavera tornava agli stessi pascoli. Ho calpestato le loro ossa sotto la neve, abbattuti a centinaia per portare la fame alle nostre tende.
Quale cavallo può catturarmi?
Quale cavallo può catturarmi adesso?
Il cavallo con la stella sulla fronte
Eccolo, corre e guadagna su di me.
Anche adesso, nell’inverno dell'ultima neve, il pemmican ha il sapore del canto delle donne.
I soldati risalgono la valle e il cavallo trema, sotto di me, troppo magro per reggere a lungo il mio peso.
Ho ancora in bocca il sapore dell’ultimo boccone.
Cavalco nel sole dell’estate della nostra vittoria.
Siamo qui, in riposo insieme
Siamo qui in riposo insieme,
cantando il canto dell’oriente
e il canto dell’occidente.
NOTA: i brani di poesia sono liberi adattamenti di canti dei nativi americani
Il Tanka-a-me-lo è lo stufato di bufalo, piatto tradizionale delle tribù delle pianure.
Il Pemmican è un cibo preparato con carne secca di bufalo o cervo sbriciolata mescolata con grasso e ciliegie o frutta selvatica secca. Veniva consumato in inverno o come “cibo da viaggio”
Colonna sonora
RispondiEliminasono presi i nostri cuori sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni, occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni, figlio di un temporale
c'e' un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek
Ps: che disgusto 'sto pemmican!!! Sembrava buono prima di realizzare la presenza delle ciliegie 😫
EliminaSono una versione selvatica e per niente dolce, non so se questo può aiutare...
EliminaE sì, la colonna sonora non può che essere quella.
Ho pensato subito a "Piccolo grande uomo" e "Soldato blu".
RispondiEliminaSiamo da quelle parti lì, come atmosfera
EliminaNon serve quasi distinguere le parole per sentire questo racconto... bellissimo.
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