Questi sono giorni in cui vivere tra due laghi significa essere privilegiati.
Ieri mattina sono andata a fare una visita oculistica e, appena uscita dalla studio, mi sono trovata davanti a questo panorama. A dire il vero io non vedevo nulla, perché avevo le pupille dilatate, ma ho trascorso l'ora e mezza che mi ha permesso di tornare a guidare in sicurezza in una sorta di quadro impressionistico dal meravigliosi colori.
E in questi giorni di cieli tersi e foglie dorate mi sono buttata in un'impresa che era l'aria da tempo e che tuttavia un po' mi spaventa, la riscrittura del primo vero romanzo che io abbia portato a termine.
LC (così vive nei file del mio computer) è un fantasy dall'appeal editoriale pari a zero e tuttavia, per certi versi, è il romanzo della mia vita.
Sono anni che giro attorno alla decisione di riscriverla. Ho scritto decine di racconti sull'ambientazione, che mi hanno permesso di ampliarla, approfondirla, di conoscere meglio i personaggi.
E tuttavia riprendere LC in mano mi faceva paura. Un parte di me era, è tuttora, preoccupata per il tempo e le energie da dedicare a un progetto che di fatto non ha un futuro spendibile. Dall'altro è la trama stessa che mi fa paura. Mi spaventa ciò che accade al protagonista, renderlo bene, con il giusto tono. Ci sono tematiche complesse. È una storia di incontro con il diverso. Due popoli che vengono a contatto e che devono evitare di distruggersi a vicenda, ma anche l'incontro tra persone. Persino l'incontro con quanto di inaspettato ognuno nasconde dentro di sé. Un fantasy, insomma, che non esplode nel classico scontro finale, ma implode.
I mesi di scrittura privata credo che mi abbiano dato una forte spinta in questa decisione. Alla fine chissenefrega della pubblicazione. Voglio che esista. Stampato anche solo dalla mia stampante. Voglio che questa storia esista perché è importante per me. E quindi voglio che esista nella migliore forma possibile.
Ho ripreso in mano la versione del 2005/2006.
Non era pessima. Ma adesso ci sono più di dieci anni di esperienza di scrittura sulle spalle.
La trama quella è e quella rimane, anche se adesso ho la sensazione di capire meglio gli avvenimenti. Come se alcuni passaggi all'epoca mi fossero rimasti oscuri. Insomma permane la sensazione che questo universo esista, da qualche parte e che si tratti solo di capirlo.
Ho aumentato i punti di vista da due a quattro. Di questo sono particolarmente soddisfatta perché per una santa volta ho due punti di vista femminili, molto diversi tra loro. Ho scritto moltissimi racconti su questa ambientazione, ma solo uno con un punto di vista femminile. In generale le donne finivano sempre per latitare. Qui ce ne sono parecchie interessanti, quella che mi sta più simpatica non è neppure tra i punti di vista, e connotano molto al femminile il romanzo.
Inoltre, forse adesso sono pronta anche ad affrontare la parte più sentimentale della storia, parte che è tutt'altro che secondaria, anzi. L'amore, in effetti, è sempre stato uno dei temi portanti della vicenda e all'epoca della prima stesura la cosa un po' mi metteva a disagio, sopratutto l'amore distorto e possessivo che è la caratterista principale di uno dei più particolari personaggi della vicenda.
Quindi ho iniziato, senza temere l'infausto futuro editoriale.
Come sta andando?
Con fatica.
Sto facendo una fatica immane. Scrivo con una lentezza imbarazzante e i continui errori di battitura tradiscono la mia incertezza.
Ma è la mia storia. E quindi chissenefrega di tutto, la porterò a termine.
Qualcuno si è mai trovato in una situazione simile?
Sì, proprio l'ultimo ebook che ho autopubblicato è stato una riscrittura (e anche un completamento in effetti) di un manoscritto che avevo iniziato parecchi anni fa e poi era rimasto in una cartella del pc che non era stata più aperta per anni. Sentivo la necessità di terminarlo, però ho rimandato per un tempo lunghissimo. Alla fine quest'anno ci sono stato sopra per diversi mesi, con un po' di impaccio, ma sono riuscito a dargli una forma definitiva. Neanche a farlo apposta è un fantasy. Però non posso dire che sia "l'opera della mia vita". In comune col tuo manoscritto ha un identico appeal editoriale pari a zero, però questo può valere per quasi tutti i miei ebook :-D
RispondiEliminaForse neppure io desidero che questa sia "l'opera della mia vita", tuttavia mi ossessiona da più di un decennio e mi sa che devo prenderne atto...
EliminaBel post, mi piace sempre quando parli di scrittura.
RispondiEliminaDunque, due risposte per me: no, non mi sono mai trovata nella situazione di riscrivere a distanza di anni con un percorso tipo il tuo, ma anche sì, ho vissuto di recente quella scrittura bella, da chissenefrega di tutto, della pubblicazione ovviamente ed una sensazione davvero unica e liberatoria a cui secondo me si giunge dopo dure prove a cui abbiamo sottoposto i nostri testi. Nel senso, almeno così la intendo io, non dover dimostrare ad altri, editori agenti ecc, cosa si sappia fare, non attenersi al mercato imprescindibile se si vuole arrivare, ma scrivere, ovvio con cognizione di causa, qualcosa che preme e che ci darebbe la medesima soddisfazione se rilegato a mano e distribuito agli amici più cari e stop.
Infine grandi emozioni con i tuoi amati laghi, e amati anche da me. Un bacio
Sì, voglio che questa storia sia scritta al meglio delle mie possibilità, per il resto vedremo
EliminaIn una situazione simile mi ci trovo da 4 anni. Nel settembre del 2014 ho ripreso in mano un romanzo (fantasy anche il mio) iniziato nel 2004/2005 e che avevo rimaneggiato nel 2009/2010.
RispondiEliminaNel 2004 avevo 12 anni, per cui si può immaginare quale fosse la qualità dello scritto, tra ambientazione inesistente, personaggi di cartapesta e trama che sembrava un groviera.
Nel complesso, però, la storia mi piaceva, il mio ragazzo, quando gliene ho parlato, mi ha dato fiducia, e così ho iniziato la riscrittura, che prosegue ancora oggi.
Dopo 4 anni e una decina di punti di vista diversi (quando minacciano di aumentare, provvedo a sfoltire), la trama e i personaggi ancora mi appassionano, quindi dovrebbe essere l'idea giusta e poco importa di quale sia il suo potere editoriale (scarso, direi, considerato che la trama è focalizzata sugli umani e si basa per lo più sulla coesistenza problematica di tre stati nello stesso continente).
Se dovessi arrivare alla pubblicazione, ne sarò molto felice, ma il mio obiettivo primario è poterla leggere completa.
dieci punti di vista! A me tremano le mani con quattro... Non ti invidio proprio. Però capisco davvero questa necessità di rimetterci mano
EliminaE' una buona scelta quella di scrivere la storia comunque. A me non è capitato negli stessi termini. Mi capita invece, proprio adesso, di temere l'inizio di una nuova storia che mi piace molto come idea, ma mi lascia tanti punti interrogativi. Come dire: lavorone sicuro, risultato incerto. Noto con piacere che non includo nel ragionamento la pubblicazione. Forse sto iniziando a capire qualcosa. ;)
RispondiEliminaIl ragionamento pubblicazione c'è, ma è appunto, in negativo. Nessuno, salvo miracoli, la vorrà. La scrivo lo stesso? Ebbene sì.
EliminaSituazione simile... cioè a scrivere un romanzo che è in pratica la nostra storia? Il romanzo della nostra vita?
RispondiEliminaNon credo di essere così introspettivo né avere motivi particolari che mi spingano a scrivere una storia che sento mia nel senso che intendi tu.
Ma in che senso intendi? :)
Nel senso che ci sono molte delle tematiche su cui ragiono da anni. Molte cose che mi stanno a cuore, anche se assolutamente non parlo di me o della mia esperienza di vita.
EliminaLo attendo, Antonella, sicuro che sarà una storia che meritava di essere raccontata :-)
RispondiEliminaIo intanto attendo che il marito mi restituisce il kindle per leggere il tuo ultimo romanzo, che mi ispita moltissimo!
EliminaPS: grazie per essere passato a commentare
Leggo qualche blog, ma non partecipo quasi mai (per pigrizia). Ma, ripeto, le tue storie meritano di essere scritte... e soprattutto lette. Quindi, forza e coraggio! ;-)
EliminaMi trovo in una situazione analoga in questo periodo:
RispondiEliminaHo impiegato 4 anni a scrivere il mio primo romanzo completo e, dopo averlo fatto sedimentare un po' e aver avuto qualche parere tenico, mi sono reso conto che dovrei riscriverlo da capo con toni e punti di vista diversi.
La cosa mi scoraggia parecchio, non so se avrò la costanza di passare altri anni sullo stesso soggetto, su una storia che amo, che mi chiama ma che dopotutto già conosco e so che non avrebbe un seguito di lettori.
Sono davvero indeciso se riprendere in mano quel lavoro o concentrarmi su altro.
Leggere che tu a distanza di 12 anni hai intenzione di riprendere quel lavoro mi aiuta a ridimensionare le mie paranoie. Grazie.