domenica 6 luglio 2014

Visioni - A proposito di Davis


A intervalli più o meno regolari i fratelli Coen sentono l'esigenza di girare film di rara tristezza.  A volte, come nel caso di A serious man, riescono a descrivere tutto l'abisso di precarietà su cui si fonda, con esili basi, l'esistenza umana. Altre volte, come in questo caso, rimane solo la tristezza.
Davis vorrebbe sfondare come cantante folk. Non ha nulla, sulla carta, che gli manchi, sono gli anni giusti, i primi anni '60, suona nei locali giusti, ha la giusta mestizia nell'anima e nella voce. Ma non c'è volta che azzecchi una mossa. Se viene ospitato a dormire a casa di amici ricchi farà scappare l'amato gatto, se viene chiamato all'ultimo momento come voce di supporto per incidere una canzone sceglie di rinunciare al diritto d'autore, mette incinta le ragazze con cui va a letto, poi si arrabatta per trovare i soldi per farle abortire, salvo poi non avere il coraggio di tornare da loro quando scopre che non hanno abortito. Tratta male tutte le persone che vorrebbero aiutarlo e non riesce ad imparare dai suoi errori.
Si muove in un mondo crepuscolare e grigio, dove tutti vorrebbero elevarsi, e non "limitarsi a esistere" e quasi nessuno ce la fa.
Come non vedere un parallelismo con il mondo della scrittura?
Non posso dire, in tutta onestà che questo film mi sia piaciuto, nonostante l'indubbia maestria con cui è girato. Rimane impressa l'atmosfera, questo inverno cittadino che sembra non potersi trasformare in primavera, ma poco altro. All'inizio empatizzavo col protagonista, ma di fronte al suo fare sempre, con matematica precisione, la scelta sbagliata ho iniziato a pensare che si meritasse anche di peggio e ad augurami una sua violenta dipartita.
Sopratutto non ho capito cosa i fratelli volessero comunicarmi. Se Davis si autocondanni all'oblio per questo suo non riuscire a spezzare un ciclico ripetersi di errori, o se tutto il film volesse solo ricordarmi che per un Bob Dylan che ce la fa ci sono mille altri Davis per cui l'inverno non è mai finito.

Voto: 6 e mezzo.

Fortemente sconsigliato ad aspiranti scrittori depressi che non riescono a sfondare.

10 commenti:

  1. E per un po' non credo riuscirò ad ascoltare canzoni folk...

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  2. Sono d'accordo con te su tutta la linea e condivido il voto. Io l'ho visto basandomi sugli apprezzamenti della critica, che ogni tanto ci azzecca e ogni tanto no, ma non mi ha entusiasmato per nulla. Ho trovato il protagonista irritante a dir poco e, come minimo, incline ad una sistematica autodistruzione. Mi è piaciuta invece l'ambientazione, e la fotografia fortemente connotata da chiaroscuri.

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    1. Che i Coen sappiano girare un film è indiscusso, mi piace l'idea della storia di Davis come ombra triste di Colazione da Tiffany (stesso gatto, solo in apparenza senza nome). Mi piace l'idea di un'Odissea privata senza un'Itaca a cui tornare, senza neppure più la possibilità di andare per mare.
      Va bene tutto, ma due ceffoni al protagonista li avrei proprio voluti dare!

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  3. Se non si è mandato a memoria Voyage au bout de la nuit, un sacco del senso di questo film si perde (è una chiara parafrasi). Siamo troppo abituati a cronache di vittoria per capire che esistono lunghe cronache di sconfitta: imposta, volontaria, quel che è. Possono non piacere, ma l'ottimismo a tutti i costi è quello che sta fregando il mondo oggi. Insomma, non si fa sempre la cosa giusta. Talvolta perché la cosa giusta non ci appartiene e basta.

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    1. Io non ho nulla contro il pessimismo. Ho amato moltissimo dei Coen "A serious man" che di sicuro ottimista non si può definire. Semplicemente non è scattata l'empatia col protagonista. A livello puramente cinematografico potrò anche sbagliarmi, ma mi è sembrato meno centrato di altri film dei fratelli, forse si perde proprio nei troppi rimandi cinematografici e letterari e finisce per non essere compiuta come opera a se stante. Questa è solo la mia impressione, ho letto critiche entusiastiche a questo film, ma, pur condividendone alcune considerazioni, non mi hanno convinto al 100%.
      Rimane un film girato molto bene, molto colto (ho visto meno Voyage e più altre cose), ma che non mi ha conquistato.

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  4. Questo lo saltai, ma perché non m'attirava per nulla...

    Moz-

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    1. È comunque un bel film, anche se non finirà certo tra i miei preferiti.

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  5. Non l'ho visto, ma ora sono curiosa. Anche le critiche negative a volte stimolano :)

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    1. Sia chiaro, è un film girato benissimo, io non credo di poterne sopportare una seconda visione, ma almeno la prima la vale di sicuro.

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    2. Anche ciò che non ci piace offre notevoli spunti di apprendimento, se non altro per comprendere cosa evitare :)

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