In una vita precedente credevo in molte cose.
Mi hanno aperto la bocca e misurato i denti. Daranno un voto ai miei canini e ai miei incisivi.
Mi hanno misurato dal collo all’anca e hanno segnato il valore su un taccuino.
Daranno un voto ai miei occhi e alle mie orecchie.
In una vita precedente ero io che prendevo le misure, cercando la regola aurea di una perfezione umana. Il canone da seguire, la formula matematica da applicare per un risultato di superiorità.
Mettono le mani tra le mie gambe, senza malevolenza, solo per afferrarmi. Non c’è bisogno di constatare una castrazione che è già dichiarata sui documenti.
Era facile, un tempo, affidarsi a una medesima procedura. Misurare, registrare, giudicare. Chi salvare. Chi bruciare. Bambini biondi e forti da separare ai loro genitori slavi, figli perfetti della genetica del caso a cui raddrizzar la sorte. E la prole sbagliata di genitori giusti da gettar via, come si fa a scuola, con i fogli su cui sono cadute gocce d’inchiostro.
È tutto più facile, quando si ha una regola da seguire.
Con sbrigativa gentilezza mi infilano nella gabbia, qui dove tutti si fermano a guardarmi, visitatori e giudici, ciascuno con la propria opinione in mano. Ognuno addita sorridendo quello che preferisce.
Credevo, nella mia vita precedente, alla purezza della razza.
Per un bene superiore si può uccidere senza rimorso.
Questa è una festa priva di crudeltà.
Nella mia gabbia c'è cibo e acqua.
Sono morto guardando un tramonto sudamericano. Senza un pensiero di rimpianto, se non per una sconfitta che ancora ritenevo ingiusta.
Si avvicina un uomo che appende alla gabbia una coccarda.
“Persiano. Adulto. Neutro. Campione di categoria.”
Sbatto la coda con un mugolio che viene scambiato per compiacimento.
Credevo a molte cose, nella mia vita precedente.
Credevo alla purezza della razza.
Ma non nel karma o nella reincarnazione.
Il nazista nel persiano
1800 battute
Era una vita che non scrivevo un racconto breve, sotto le 2000 battute, e mi rendo conto che sono parecchio arrugginita. Dato che il tempo è poco, però, ne ho approfittato per riprendere la mano.
Se fossimo su facebook, ti metterei un "like" :)
RispondiEliminaE leggere questo racconto, mi sta facendo venire in mente un'idea malsana... la elaboro, e poi ti dico. Comunque bravissima, Tenar!
Le idee malsane generano ottimi racconti! Elabora, mi raccomando
EliminaD'ora in poi guarderò il Patato con occhi diversi...
RispondiElimina... con occhi davvero davvero diversi!
RispondiEliminaBeh, voi sapete da cosa ho preso spunto...
EliminaDai commenti sembra che questo racconto abbia aperto gli occhi a molti. Finalmente capite ! Egli e' MALVAGIO !
RispondiEliminaBellissimo, complimenti.
RispondiEliminaSi vede che sei scrittrice ;)
Moz-
Brava Tenar, ottima l'idea del parallelismo. Complimenti. :)
RispondiEliminaUna volta avevo varie collaborazioni per cui scrivevo racconti sotto le 2000 battute ed ero più allenata. Poi sono passata a distanze più lunghe e fa uno strano effetto cimentarsi di nuovo con queste lunghezze.
RispondiEliminaChe bello! Ci sono rimasta di stucco quando ho capito chi parlava. Brava Tenar!
RispondiEliminaBellissimo racconto, mi piace questa scrittura asciutta e incisiva. L'idea di base poi è superba. Brava Tenar.
RispondiEliminaVi ringrazio! Quando collaboravo con un programma radiofonico scrivo abbastanza spesso racconti sotto le 2000 battute che venivano poi recitati da un attore. L'asciuttezza, a quel punto, diventa necessaria. Per reazione quando scrivo prose più lunghe amo dilungarmi un pizzico e non disdegno neppure l'avverbio. In questi raccontini, invece, ogni parola è contata.
RispondiEliminaL'anno scorso avevo partecipato ad un concorso online per un racconto di 3000 battute spazi inclusi, che equivale a poco meno di una paginetta, e sono arrivata al primo posto. Devo ammettere che è stata una sfida molto stimolante, ho dovuto limare il testo fino all'inverosimile. Mi hai dato un'idea, magari ne faccio un post come hai fatto tu.
EliminaComplimenti! So quanto sia difficile.
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